domenica 24 gennaio 2021

ABBIAMO TOCCATO LE STELLE

Genovese, classe 1976, Riccardo Gazzaniga da oltre vent'anni fa parte della Polizia di Stato e nel 2013 si è aggiudicato il premio Calvino con il romanzo A viso coperto. Abbiamo toccato le stelle è un libro che assortisce venti storie di campioni sportivi di quelli che sono riusciti ad andare oltre i limiti della loro disciplina, cambiando in qualche modo il mondo e diventando un esempio per gli altri. In particolare questo libro ha cominciato a nascere dall'ultima delle storie narrate da Gazzaniga, che è stata pubblicata per la prima volta nel profilo Facebook dell'autore nel 2015, che ha entusiasmato lettori in tutto il mondo e che è stata tradotta in dieci lingue: si tratta della storia di Peter Norman, il velocista australiano che arrivò secondo nella finale dei 200 metri alle olimpiadi di Città del Messico del 1968, il terzo sul podio accanto agli americani Tommy Smith e John Carlos, che vinsero l'oro e il bronzo. La foto di quella premiazione è diventata un'icona (Gazzaniga la racconta dettagliatamente nella prima storia del libro): Smith e Carlos sono scalzi sul podio e hanno una mano in un guanto nero in segno di protesta contro le discriminazioni razziali che ancora negli Stati Uniti gli afroamericani sono costretti a subire ogni giorno. La protesta costò caro ai due, che furono espulsi il giorno dopo dal villaggio olimpico con le rispettive carriere sportive praticamente spezzate, costretti a sopravvivere in attesa di una tardiva valorizzazione come tecnici. L'ultima storia ci fa scoprire che fu Peter Norman, l'argento del podio dei 200 metri delle olimpiadi messicane del 1968, a suggerire a Smith e Carlos di dividersi l'unica coppia di guanti disponibile per poi offrirsi di prender parte alla loro protesta, indossando anche lui la spilla dell'associazione dei diritti umani che avevano sulle maglie i due atleti americani. Norman pagò il suo gesto con l'esclusione ingiustificata dalle successive olimpiadi di Monaco 1972, passando la vita senza mai essere valorizzato dalla federazione di atletica australiana, vedendosi riconosciuti i suoi meriti sportivi (e umani) solo dopo la morte. E sono altrettante fonti di ispirazione anche le altre diciotto storie: dal pilota di Formula Uno Alex Zanardi, che perse le gambe e trovò nuove sfide negli sport per disabili, al mitico pugile Muhammad Ali, che fu privato dei suoi titoli dopo aver rifiutato di combattere in Vietnam ma poi se li riprese nell'incontro più leggendario di sempre, dal maratoneta Dorando Petri, che era stremato ma arrivò comunque in fondo alla sua gara, all'indimenticabile Ginettaccio Bartali, campione di ciclismo e (silenzioso) campione di solidarietà durante l'occupazione nazista. Da segnalare anche la bella storia di amicizia che unì nella vita reale due tra le più grandi campionesse della storia del tennis, Martina Navratilova e Chris Evert, e la storia da brividi della nuotatrice libanese Yusra Mardini, costretta a lasciare la sua patria in guerra e scampata per un soffio alla morte per poi partecipare alle olimpiadi come atleta rifugiata. Insomma, Abbiamo toccato le stelle racconta venti bellissime storie di sport e di speranza, peraltro scritte con uno stile diretto ma incisivo e sempre in grado di toccare le corde giuste. Vivamente consigliato per le giovani generazioni, anche per trasmettere l'idea che lo sport non è solo agonismo ma anche un veicolo ideale per i valori più importanti.

Riccardo Gazzaniga, Abbiamo toccato le stelle, Milano, Rizzoli, 2020; pp. 238

venerdì 15 gennaio 2021

UNA GHOST STORY... SOTTOVOCE

L'ultima fatica della scrittrice e giornalista spezzina Fulvia Degl'Innocenti s'intitola Sottovoce ed è l'ennesimo titolo di una carriera ventennale nell'ambito della narrativa per ragazzi. Si tratta a tutti gli effetti di un romanzo di formazione che gioca le sue carte migliori nel versante del sovrannaturale e che nella parte conclusiva si trasforma a tutti gli effetti in una tipica ghost story sullo stile di Amabili resti. La storia parte da lontano mostrandoci una strana "dote" della protagonista, Caroline, che emerge nell'infanzia, mentre la bambina sta accompagnando la nonna al cimitero e si accorge, senza essere capace di razionalizzare tale capacità, di riuscire ad avvertire le presenze dei defunti. Crescendo, e passando attraverso la separazione dei genitori, Caroline, ormai adolescente, è costretta a trasferirsi in una nuova casa, in un quartiere diverso da quello in cui ha passato i suoi primi anni: sceglie per sé la stanza più allettante, una mansarda, e comincia ad esplorare la nuova zona, compreso il cimitero abbandonato nei dintorni, si fa anche dei nuovi amici come Ruth e Eddie, un tipo un po' disconnesso appassionato di dietrologia e di storie horror. Qui le strane sensazioni che Caroline sentiva da bambina riaffiorano sotto forma di incubi e diventano un grosso problema, tanto che la madre, che nel frattempo ha perso il lavoro al giornale cittadino, accetta di trasferirsi in provincia per scrivere su un piccolo quotidiano locale. Anche qui  Caroline tornerà ad avvertire voci provenienti dalla dimensione del cosiddetto "invisibile", ma stavolta deciderà di assecondarle e indagare, ritrovandosi invischiata nelle tragiche storie di tre ragazze scomparse nel nulla molti anni prima e di cui le famiglie non hanno saputo più notizie. Riuscirà a risolvere i loro casi, che sembrano misteriosamente intrecciati? Forse, e, magari anche rischiando in prima persona per trovare il colpevole... Sottovoce in ossequio al titolo si rivela una storia di formazione a tinte paranormali che inizia a scavare come una piccola goccia nell'orizzonte d'attesa del lettore, con una sequenza di piccole esperienze apparentemente senza importanza che, col passare delle pagine, diventeranno sempre più inquietanti, fino a farci sprofondare in un vero e proprio thriller adolescenziale sospeso tra sprazzi di cronaca nera e una serie di inspiegabili SOS dall'oltretomba. Un bel romanzo per ragazzi che si fa leggere tutto d'un fiato, insomma... 

Fulvia Degl'Innocenti, Sottovoce, Milano, Pelledoca, 2020; pp. 143

giovedì 14 gennaio 2021

VAI ALL'INFERNO, DANTE!

Non è certo un giornalista sportivo come tutti gli altri, Luigi Garlando, classe 1962, una delle migliori firme della "Gazzetta dello Sport" e da anni convincente autore di narrativa per ragazzi con titoli come Per questo mi chiamo Giovanni o la popolare serie Gol! della Piemme. L'ultima fatica di Garlando s’intitola Vai all’Inferno, Dante! e prende ispirazione dal suo hobby di collezionare edizioni della Commedia di Dante in tutte le nazioni dove gli capita di viaggiare. Il protagonista del romanzo si chiama Vasco, rampollo quattordicenne della nobile e antica famiglia fiorentina dei Guidobaldi, che vive in una splendida magione cinquecentesca, la Gagliarda, e vanta pure un antenato che ha combattuto nelle Crociate. Il buon Vasco però non si può certo definire un ragazzo esemplare: frequenta con scarso impegno la terza media (per la seconda volta), non ha il benché minimo rispetto per i suoi prof e si diletta facendo scherzi riprovevoli al malcapitato di turno insieme ad amici della sua stessa risma. Apparentemente il suo unico pregio è quello di essere un imbattibile giocatore di Fortnite (non proprio il videogame più istruttivo del pianeta) seguito da cinquantamila followers e con la prospettiva di diventare un gamer professionista. Le cose si complicano quando, in procinto di ottenere l'ennesima Vittoria Reale, trova sulla sua strada un avversario che si chiama Dante, porta il classico copricapo dell'autore della Divina Commedia e parla pure in versi... Il buon Vasco, umiliato in diretta YouTube, medita vendetta finché non gli capita d'incontrare in carne ed ossa la sua nuova nemesi, che sembra veramente Dante Alighieri, si esprime esclusivamente attraverso terzine di endecasillabi e per giunta afferma d'essere stato rimandato nel mondo terreno per togliere il buon Vasco dalla selva oscura esistenziale da cui non il ragazzo non pare capace di tirarsi fuori. Sì, in effetti una storia che assomiglia parecchio a quella raccontata nel suo divino poema... Fatto sta che da questo momento Vai all'Inferno, Dante! inizia a proporre al lettore invenzioni a ripetizione: un rapper ecologista e un rapper commerciale che sogna di smetterla per dedicarsi all'apicoltura, un sogno sportivo impossibile come la Fiorentina che contende lo scudetto alla Juve, la scoperta della solidarietà (al Meyer di Firenze, of course), tanti sprazzi videoludici e un lutto mai superato. Insomma, per un terzo del romanzo Garlando ci fa indignare con le perfide marachelle di un bad boy della Firenze dei giorni nostri, poi nel resto della storia ci intriga con una metamorfosi esistenziale apparentemente impossibile. Il romanzo convince anche per la felicità delle invenzioni linguistiche, non soltanto a livello di endecasillabi ma anche sul versante dello slang giovanile tra social e videogames. Risultato: cinquecento pagine che volano via, e non è mica poco…

Luigi Garlando, Vai all'Inferno, Dante!, Milano, Rizzoli, 2020; pp. 503

mercoledì 13 gennaio 2021

NEXT, PICCOLO LIBRO SULLA GLOBALIZZAZIONE

Il sottotitolo di Next definisce questo lavoro di Alessandro Baricco come un “piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà” ma, più che dirci quale esattamente sia il significato (o i molteplici significati) del suo oggetto di ricerca, lo scrittore torinese con molta umiltà cerca di capire (lui per primo) origini, dimensione, portata ed aspetti nascosti del fenomeno. Il volume raccoglie quattro lunghi articoli dedicati al tema della globalizzazione, scritti dall’autore di Oceano mare, Seta e City all’indomani dei tragici fatti del G8 di Genova, pubblicati su “Repubblica” e riediti appunto in Next con qualche rimaneggiamento e l’aggiunta di un’interessante sezione finale di bonus tracks, una sorta di note di approfondimento per capire meglio il suo complesso oggetto di ricerca. Baricco, classe 1958, si è avvicinato ad una delle tematiche più dibattute del momento con lo stato d’animo di chi, come molti altri, ha trascurato la globalizzazione e gli argomenti ad essa correlati e, dopo la scossa emotiva di quella tragedia, ha avvertito un colpevole disagio, scegliendo di tentare almeno di tratteggiare i contorni del complesso fenomeno, perché non è mai troppo tardi per provarci. Il libro, oltre ad un successo di pubblico superiore alle aspettative, ha innescato molte polemiche a livello critico, ma è doveroso riconoscere a Baricco di aver dato un lodevole esempio di onestà intellettuale: Next affronta il tema di riferimento dall’ottica del neofita dichiarato e preoccupato di inquadrare il problema nei giusti termini, facendo chiarezza sui propri dubbi in proposito. A prescindere dall’assoluto rigore dei concetti che Baricco va enucleando pagina dopo pagina, l’interesse del volume è risposto forse proprio nel suo metodo di ricerca, caratterizzato da un linguaggio scarno ed essenziale, non tanto per il vezzo di svelare ardue verità ad un pubblico di non iniziati, quanto invece perché, affrontando un campo a lui stesso non congeniale, è l’autore stesso a sentire il bisogno di procedere fissando concetti base: alla fine, esaurito questo percorso maieutico, più che il tragitto, si ricorda appunto il metodo dell’approccio utilizzato, la via indicata, insomma. La rotta d’avvicinamento scelta da Baricco punta sui numerosi pseudo-dogmi circolanti in materia di globalizzazione – gli isolatissimi monaci tibetani che navigano su Internet, la Coca Cola o le Nike che si trovano ovunque, la possibilità di comprare azioni online o qualunque altra cosa – per smontarli uno ad uno e chiedersi: se in fondo pochissimi acquistavano libri o titoli in rete, se i monaci tibetani non erano affatto netsurfers, se in India la Coca Cola si trova, ma solo a beneficio dei turisti o dei ricchi locali, allora perché c’era bisogno di veicolare simili informazioni? Perché dare l’idea che la globalizzazione fosse l’ultima frontiera, il futuro che è già qui, ciò da cui non si può più prescindere? Forse perché la proiezione fantastica di nuove sterminate frontiere economiche, se considerata reale, finirà per divenire reale ed indispensabile. Il progresso è stato finanziato dai detentori dei grossi capitali, desiderosi di creare una nuova frontiera, gli artefici del treno diretto verso l’ultimo West possibile, ovvero il West virtuale. Chiaramente i costi umani fanno parte del gioco ed il progresso, la cosiddetta Best Next Thing, implica vittime sacrificabili: secondo Baricco i no-global sono quei pionieri del nuovo millennio saltati giù dal treno perché si erano accorti che la meta non era più eticamente condivisibile. 

Alessandro Baricco, Next, Milano, Feltrinelli, 2002; pp. 90 


 

sabato 9 gennaio 2021

BENIGNI E IL "SUO" DANTE

 

È un tipo di libro che potremmo definire ingenerosamente... pleonastico, Il mio Dante di Roberto Benigni, per dire in modo molto educato che avrebbe potuto farne a meno. È peraltro un libro che neppure lui stesso pensava di scrivere, ma che gli è stato suggerito, per così dire, dall’editore Einaudi, pensato e concepito per la fortunata collana “Stile Libero” e poi felicemente riedito in quella altrettanto fortunata degli "Einaudi Tascabili". Un'operazione dichiaratamente commerciale, insomma... Ma è anche vero che si tratta di un volumetto intrigante e molto gradevole da sfogliare, che sfodera un breve ma arguto scritto introduttivo nientemeno che del professor Umberto Eco, più una corposa ma agile presentazione che Benigni ha fatto distillando il succo delle sue fortunatissime Lecturae Dantis portate con successo in giro per l’Italia e capaci di ottenere incredibili indici d’ascolto anche sul piccolo schermo, emozionando il pubblico con un argomento non immediato come la Divina Commedia del sommo Dante Alighieri. Anche sulla pagina scritta si evince infatti il grande entusiasmo, l’efficacia didattica e l’immediatezza che Benigni ha mostrato a meraviglia sul palcoscenico, facendoci anche sorridere ma senza trascurare le spiegazioni lessicali, gli accenti, le figure retoriche, i motivi, le storie ed i personaggi dei canti affrontati volta per volta. Già, perché, oltre che attore da Oscar, regista ispirato, comico prodigioso, enigmista per diletto, Roberto Benigni è indubbiamente anche un raffinato ed atipico esempio di intellettuale, dotato tra l’altro di una rara capacità divulgativa anche relativamente a materie di solito ostiche da trattare ma che diventano fruibili e godibili grazie al suo stile leggero e rigoroso al tempo stesso. Con i tempi che corrono c'è davvero da tenerselo stretto un personaggio così... A corredo del volume figurano in versione integrale i tredici canti della Divina Commedia che Roberto Benigni ha trattato nel suo spettacolo e l'intrigante genesi del progetto "TuttoDante" raccontata da Valentina Pattavina. Insomma, un libro non indispensabile ma vivamente consigliato, soprattutto per i neofiti della Commedia

Roberto Benigni, Il mio Dante, Torino, Einaudi, 2010; pp. 147


venerdì 8 gennaio 2021

DANTE E IL CIRCOLO SEGRETO DEI POETI

Un romanzo per ragazzi su Dante? Una sfida difficile sulla carta, ma Silvia Vecchini, una scrittrice specializzata nella narrativa per adolescenti, è riuscita a vincerla con Dante e il circolo segreto dei poeti. La storia si apre ovviamente a Firenze, nel lontano 1277, quando il futuro autore della Divina Commedia ha appena dodici anni e coltiva un paio di sogni di quelli davvero importanti: il primo è diventare un poeta celebre al pari del grande Virgilio o almeno quanto Guido Cavalcanti, un giovane letterato che si è già fatto notare a livello cittadino con le sue rime, mentre il secondo è conoscere Beatrice, una ragazza a cui non riesce a smettere di pensare da quando l'ha vista per la prima volta. Tutto procede in modo apparentemente normale nella vita del giovane Dante, che passa le sue giornate per le vie di Firenze in compagnia dell'amico Lapo Gianni, suo coetaneo, a sognare un futuro ben diverso da quello che Alighiero immagina per lui. Un'improvvisa svolta sembra arrivare quando Guido Cavalcanti offre a Dante di entrare in un circolo segreto di poeti, ma prima di coronare questo sogno il nostro eroe dovrà arrovellarsi non poco per risolvere un intrigo davvero pericoloso, oltre che superare tre prove apparentemente proibitive, ma c'è da immaginarsi che il futuro autore della Vita Nova e della Commedia riuscirà senz'altro a superarle... Dante e il circolo segreto dei poeti cattura l'attenzione fin dalle prime pagine, che ci mostrano il nostro giovane eroe mentre scorrazza per le vie del centro storico fiorentino per riuscire a vedere anche per pochi secondi il suo oggetto d'amore, Beatrice, finendo per scontrarsi col cattivo della storia, il violento Corso Donati, e vivere una brutta disavventura. Nel prosieguo la trama scorre sui due binari paralleli dei sogni danteschi cui si alludeva in apertura, lasciando il lettore col fiato in sospeso fino all'immancabile happy ending, che arriva in modalità intriganti e affatto scontate. Assolutamente da leggere per un approccio atipico col più grande poeta della letteratura italiana... quando ancora doveva diventarlo. Il libro fa parte della collana "Sì, io sono", che propone romanzi per romanzi ispirati alle biografie giovanili di celebri personaggi del mondo dell'arte, della scienza e della letteratura.

Silvia Vecchini, Dante e il circolo segreto dei poeti, Roma, Lapis Edizioni, 2010; pp. 

mercoledì 30 dicembre 2020

GHOST: UNA STORIA DI SPORT & DISAGIO SOCIALE

Per l’anagrafe lui è Castle Cranshaw, anche se preferisce farsi chiamare Ghost: è un ragazzo senza molti punti fermi nella vita, a parte la bustina di semi di zucca che ogni santo giorno compra nel negozio del vecchio Mr. Charles e… correre. Castle ha la consapevolezza di saper correre sul serio da quando una sera suo padre (che amava i semi di zucca come lui) è stato abbrutito senza ritorno dall’alcool ed ha sparato al figlio e alla moglie mentre scappavano di casa, per poi finire dritto in galera senza fiatare. Da quel giorno la vita è stata particolarmente grama per il giovane protagonista, che non riesce mai a tenersi lontano dagli alterchi con chi lo provoca per il suo taglio di capelli strampalato, per i vestiti troppo grandi e poco trendy o per il fatto che abita a Glass Manor, che non è proprio il posto più elegante della città. Tutto cambia quando Ghost scorge un gruppo di ragazzi che si stanno allenando nella pista d’atletica del parco e, senza saper bene neanche lui perché, si ritrova a sfidare il più veloce di loro, finendo peraltro per ‘asfaltarlo’ nonostante sia vestito in modo improponibile per correre (e non abbia mai preso in seria considerazione nessuno sport tranne il basket). Fatto sta che l’impresa colpisce subito l’attenzione dell’allenatore del gruppo, Coach Brody, tassista ed ex medaglia d’oro olimpica che assomiglia in modo inquietante a una tartaruga con un dente scheggiato. Il buon Ghost entra così nella squadra dei Defenders, a patto di tenersi lontano dai guai, ma ben presto scoprirà di non essere particolarmente fortunato su questo fronte. Ghost è un romanzo di formazione di ambito sportivo che prende subito per la prospettiva dal basso del protagonista, che vive in una situazione svantaggiata con una madre sola e senza troppe prospettive, peraltro oppresso da un trauma infantile con cui è dura scendere a patti, però di buon cuore ed anche piuttosto cool, qualità non banali per il quartiere in cui vive e cerca di tirare avanti. A parte la trascinante sequenza di disavventure che Ghost si trova costretto a superare, la storia prende anche per i dettagli di atletica che la contrappuntano e per lo spirito di squadra che la pervade. Senza spoilerare troppo, colpisce anche lo spaccato di interiorità che Jason Reynolds ci regala un attimo prima dei titoli di coda. Da provare.

Jason Reynolds, Ghost, Milano, Rizzoli, 2020; pp. 191

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...