Andy
Mulligan, classe 1966, originario di Londra, dopo la laurea a Oxford ha fatto
il direttore teatrale per dieci anni, poi ha insegnato Inglese e Drammaturgia
alternandosi tra l’India, le Filippine e il Brasile, quindi ha esordito come
autore di narrativa per ragazzi, centrando il successo internazionale proprio con
Trash nel 2010, un romanzo che poi nel
2014 è stato traslato sul grande schermo da Stephen Daldry, il regista di Billy Elliot. La storia al centro di Trash prende avvio in India, a Behala,
un sobborgo di Calcutta, e vede protagonisti tre ragazzini di quattordici anni,
Raphael, Gardo e Ratto, che sopravvivono rovistando tra i rifiuti della vasta
discarica locale, per poi smistarli e venderli a peso. Ovviamente hanno a che
fare soprattutto con l’immondizia prodotta dagli abitanti della baraccopoli
circostante, quindi in parecchi dei sacchetti che i tre squarciano con i loro
rampini si trova quasi sempre quella che loro chiamano stuppa, ovvero escrementi umani, perché negli slums suburbani l’acqua corrente e i servizi igienici sono un optional rarissimo degli alloggi di
fortuna in cui vivono gli esponenti più poveri e sfortunati della razza umana, che
fanno i propri bisogni dove capita e li raccolgono con carta di giornale (o quello
che c’è) per poi gettarli via con la spazzatura. Un bel giorno, però, mentre Raphael
sta girovagando a piedi nudi con Gardo per la discarica, al ragazzo capita una
bella sorpresa: un borsello con dentro un sacco di soldi, documenti, una mappa
e una chiave di piccole proporzioni (senza indizi su cosa esattamente possa
aprire). Non c’è neanche il tempo di gioire della fortuna insperata che si fanno
avanti con grande energia i poliziotti, che sembrano davvero pronti a tutto per
recuperare l’oggetto: dopo lo sconforto iniziale, i due ragazzi decidono di
coinvolgere anche Ratto per scoprire cosa bolle in pentola, visto che sembra molto
importante per la polizia. Così, con calma e metodo, i tre cominciano a
indagare per trovare la serratura della chiave misteriosa, imbattendosi in un
codice cifrato complicatissimo e ritrovandosi dentro una brutta storia di
malapolitica che in tanti vorrebbero tenere segreta. Trash si sviluppa come un gradevole cocktail tra un romanzo d’avventura e un anomalo giallo d’inchiesta
raccontato da una spiazzante prospettiva multipla che ogni volta costringe il
lettore a mettersi nei panni di un personaggio diverso - Raphael,
Gardo e Ratto, ovviamente, ma anche il missionario Padre Juilliard e l’assistente
Olivia Weston –. Insomma, una storia intricata ma anche avvincente e con l’immancabile
happy ending in agguato.
Assolutamente da provare.
Andy Mulligan, Trash, Milano, Rizzoli, 2014; pp. 277