martedì 30 gennaio 2024

IL MISTERO DEL CADAVERE SENZA TESTA

Lo scrittore imolese Luca Occhi si è autodefinito bancario per necessità e scrittore per inclinazione, in particolare è stato tra i fondatori di Officine Wort ed è stato pubblicato con i suoi racconti in almeno una ventina di antologie. Con Il mistero del cadavere senza testa si misura con la narrativa per ragazzi contaminata col giallo. Il romanzo prende avvio in un quartiere malfamato nella Bologna del primo Novecento, seguendo le tracce della scalcinatissima Banda dei Topi, un gruppo variegato di orfani senza famiglia di cui fa parte il protagonista, che si chiama Emilio e cerca ogni giorno di mettere qualcosa sotto ai denti. Tutto cambio quando il ragazzino incontra un bizzarro personaggio venuto dall’umida terra d’Albione, uno strano turista britannico che fondamentalmente lo prende al suo servizio per trovare un posto dove dormire pagando poco e una serie di osterie a prezzi contenuti, in quanto sembra dedicarsi soprattutto a stordirsi con l’alcool e sperperare i suoi soldi sul tavolo da gioco. Tutto cambia quando una nobildonna poco abituata ai rifiuti si rivolge al turista in questione chiedendogli di indagare sulla misteriosa scomparsa del marito, il conte Ludovico Gisberto Testa Piccolomini, apparentemente sparito nel nulla da tre giorni senza che le forze dell’ordine abbiano cavato un ragno da un buco. Ci si potrebbe chiedere come mai una contessa che ottiene sempre quel che vuole si rivolga proprio a un forestiero in balia del vino e del gioco d’azzardo… La scelta sembra molto più logica conoscendo l’identità del turista in pensione, trattandosi dell’Ispettore Lestrade in libera uscita e ormai disilluso in seguito alla scomparsa del celeberrimo Sherlock Holmes con cui aveva collaborato più volte nella sua carriera, il mitico investigatore di sir Arthur Conan Doyle il cui ricordo indelebile aleggia su tutta la storia. Gli darà una mano a interrogare i vari sospettati proprio il piccolo Emilio, che si aspetta che Lestrade lo abbandoni appena avrà deciso di tornare a Londra, ma che dimostra a più riprese di essere in grado di cogliere dettagli che non tutti riescono ad osservare. Il mistero del cadavere senza testa continua illustrandoci la serrata indagine di questo strano duo di personaggi per le strade di Bologna e dintorni, fino all’immancabile soluzione, che arriverà lasciandoci di stucco come in ogni giallo che si rispetti. L’alchimia tra la narrativa per ragazzi e il giallo funziona fin dalle prime pagine e ci obbliga in modo implacabile a perderci nei meandri della storia in cerca della verità. In sottofondo al mistero l’autore ci racconta anche una bella storia di formazione e di riscatto attraverso il giovane protagonista, che sogna una vita diversa in cui mettere a frutto le sue capacità. Assolutamente da leggere.

Luca Occhi, Il mistero del cadavere senza testa, Milano, Pelledoca, 2023; pp. 159

sabato 20 gennaio 2024

ROSSANO ERCOLINI, UN MAESTRO ATTIVISTA DA NOBEL PER L’AMBIENTE

Questo libro di Rossano Ercolini, classe 1955, si muove in una strana terra di mezzo tra l’autobiografia e il saggio di marca scientifica:
Non bruciamo il futuro infatti racconta e ricostruisce l’impegno esistenziale a favore dell’ambiente da parte dell’autore, maestro elementare di giorno e infaticabile attivista ambientale di notte. La lotta di Ercolini comincia tanti anni fa, quando apprende del progetto per la costruzione di un inceneritore a pochi chilometri di distanza dalla scuola dove insegna nel comune di Capannori, in provincia di Lucca: per informare la comunità locale dei rischi ambientali connessi all’incenerimento e proporre strategie alternative per la gestione dei rifiuti fonda allora l’associazione “Ambiente e Futuro”, tramite la quale entra in contatto con il chimico e attivista ambientale Paul Connett, tra i fondatori della strategia Zero Waste (o Rifiuti Zero). Dopo anni di dure battaglie alla fine la lotta di Ercolini contro gli inceneritori avrà successo e Capannori diventerà il primo comune a Rifiuti Zero d’Italia, dunque un importante punto di riferimento sul fronte ambientalistico a livello nazionale. L’impegno di Ercolini come attivista ed educatore viene premiato con l’assegnazione del prestigioso Goldman Environmental Prize, che è considerato una sorta di Nobel per coloro che si distinguono nella difesa dell’ambiente. Non bruciamo il futuro comincia infatti con la sorprendente telefonata per comunicargli la notizia del riconoscimento internazionale e continua con la cronaca del viaggio americano intrapreso nell’aprile 2013 per prendere parte alla premiazione, viaggio nel corso del quale ha avuto anche l’onore di un breve colloquio (a tema ambientale, ovviamente) con il presidente Barack Obama alla Casa Bianca. Si tratta di volume nettamente diviso in due parti e dopo la prima, più autobiografica, nella seconda l’autore si concentra sui dieci passi per attuare la strategia Zero Waste: la presa di coscienza del problema, la raccolta porta a porta, i rifiuti organici, i rifiuti secchi, dare una seconda vita agli oggetti usati riparando e riutilizzando, diffondere le bollette intelligenti (che premiano i virtuosi della raccolta differenziata), dare visibilità alle buone pratiche locali, estendere le responsabilità ai produttori (magari riprogettando ciò che è impossibile smaltire in modo sostenibile), diffondere il cosiddetto modello del cono gelato (ovvero ridurre al minimo il packaging), puntare su discariche rigorosamente pubbliche. Non manca un approfondimento sull’operato del Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori di cui Rossano Ercolini è coordinatore. Non bruciamo il futuro è la testimonianza di un impegno profondamente educativo, perché difendere l’ambiente è un atto dovuto alle generazioni future: illuminanti sotto questo profilo sono le pagine in cui Ercolini porta il sacco nero della spazzatura in classe ai suoi studenti di quinta primaria, che differenziano le tipologie di materiali in esso contenute e realizzano che diventano rifiuti solo se mischiati insieme. Un libro che dimostra che ognuno nel suo piccolo può diventare fondamentale per il Pianeta con la P maiuscola.

Rossano Ercolini, Non bruciamo il futuro, Milano, Garzanti, 2014; pp. 128

 

giovedì 18 gennaio 2024

CENTO CITTÀ: UNA RACCOLTA DI LEGGENDE URBANE

Può un libro condensare storie e leggende delle città italiane? È quello che offrono nel loro insieme i ventuno racconti di Cento città, una raccolta narrativa firmata a quattro mani da Gina Basso e Riccardo Medici. Il progetto alla base del volume, dotato anche di schede didattiche curate da Paola Cataldo, è molto semplice: raccontare una storia esemplificativa, meglio se evocativa e magari anche misteriosa, di uno dei capoluoghi italiani (più Bolzano) e ricostruire così una galleria di leggende urbane del Belpaese. Tra le ventuno mitiche storie raccolte in Cento città ovviamente qualcuna spicca tra le altre, come per esempio la nona, ambientata a Bologna ed intitolata Due fidanzati, un diavolo e cento città, che racconta di come un povero renaio fece costruire la celebre torre degli Asinelli ottenendo così l’amore della vita ed ingannando il diavolo in persona con un gioco di parole. Assolutamente da non perdere anche l’intrigante e onirica storia successiva, Anselmo e il leone, che ci porta nel centro storico di Firenze tra i dintorni del Duomo e di Palazzo Vecchio, per scoprire l’inquietante incubo di un leone assassino che prese a tormentare il povero Anselmo. E a volte questo curioso volume della Loescher può farci scoprire addirittura la stranissima genesi del nome stesso della città di ambientazione (leggere in merito il primo racconto, dedicato ad Aosta), o qualcosa di strano su uno dei luoghi per definizione di una città (come la nota Lanterna di Genova), o l’inspiegabile reazione che un quadro religioso innescò nel grande condottiero Napoleone quando prese possesso di Ancona, o ancora l’origine di un modo di dire popolare ai tempi di Nerone (nel racconto dedicato a Roma) o infine i leggendari tre doni di San Nicola, il patrono di Bari. Assolutamente da provare.

G. Basso – R. Medici, Cento città. Storie e leggende di città italiane, Torino, Loescher, 2014; pp. 128

RITROVARSI A... SAN QUALCOSA

Una delle situazioni ricorrenti per un ragazzo nelle famiglie complesse dei giorni d’oggi può essere ritrovarsi per caso in un posto in cui non voleva assolutamente trasferirsi ma in cui è stato costretto ad andare per seguire il padre nel suo nuovo lavoro. Magari è un posto anche senza attrattive, un San Qualcosa o un San Qualcuno qualsiasi, ma il nostro protagonista è ben deciso ad adottarlo per non creare problemi aggiuntivi al genitore che deve occuparsi di lui ed impegnarsi nel suo nuovo posto di lavoro. E così Simone, il protagonista dell’ultimo libro di Beniamino Sidoti, che s’intitola appunto Ti aspetto a San Qualcosa, decide di “adottare” la cittadina dov’è finito con l’arma della fantasia: per perlustrare le strade di San Postocomeunaltro seguirà di volta in volta le briciole di Hansel e Gretel (come nell’omonima fiaba dei Fratelli Grimm), oppure perlustrerà le piste urbane come se fosse il mitico Zanna Bianca di Jack London, o proverà a immedesimarsi nei panni giganteschi del GGG di Roald Dahl o si immaginerà di muoversi in un romanzo di Harry Potter o in libro di Richard Scarry. Insomma, ogni volta sarà un libro o un personaggio immaginario a fargli scoprire il suo nuovo mondo. Il primo giorno, tra parentesi, mentre si fa guidare dalla fiaba del fratello e della sorella abbandonati finisce davvero per imbattersi in una Gretel che si chiama Sara e diventa amico di questa fantasiosa ragazza che ogni giorno cerca di trovare un tesoro per le strade di San Qualcuno. La storia è tutta qua, ed è raccontata con molta fantasia e ricchezza di dettagli, e pian piano tra le pagine emerge un pesante problema familiare che ha spinto il padre e Simone a San Qualcosa, ma magari la soluzione parte proprio dall’imbattersi in un’amica con cui confidarsi per sentirsi un po’ meglio e tener duro. Un piccolo e delicatissimo romanzo di formazione davvero ideale per tutti quelli che sono in cerca di equilibrio. La storia, relativamente breve, è molto scorrevole e fantasiosa. Peraltro Ti aspetto a San Qualcosa è un libro stampato in caratteri ad alta leggibilità, quindi adatto anche a chi ha difficoltà di lettura. Da provare.

Beniamino Sidoti, Ti aspetto a San Qualcosa, Milano, Camelozampa, 2023; pp. 111 


OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...