Autore di
racconti e romanzi noir, Alessandro
Bertelli con La piramide di Babel ha
realizzato un originale esempio di giallo d’ambientazione scolastica, dato che
a tutti gli effetti questo romanzo breve racconta una storia basata sulla
scomparsa della professoressa Belotti, la classica (tremenda) docente di
Matematica e del rapporto che in questa situazione si crea con una delle sue
vittime preferite, Federico Villani, uno studente che con l’algebra e i piani
cartesiani proprio non riesce ad andare d’accordo. Per il buon Federico tutto
comincia con la classica giornata nera dove, in ossequio alla celebre Legge di
Murphy, «se qualcosa può andare storto, lo farà»: in effetti il quattro
rimediato nella verifica di algebra dal protagonista provoca l’immancabile
punizione di marca tecnologica da parte della di lui madre, consistente nella
requisizione di ipad e smartphone con aggiunta di divieto di uscite con gli
amici, compresa la mitica festa di Mattia di sabato prossimo. Federico riesce
comunque ad aggirare la ‘pena’ cercando di contattare gli amici via social col
computer (incustodito) del padre ed è allora che riceve una strana richiesta di
amicizia dal misterioso Babel, a cui sul momento non dà neanche troppa
importanza… A nulla servono gli sforzi del ragazzo per farsi interrogare dalla
terribile Belotti per migliorare la situazione, anzi, tra i due nasce un
diverbio che spedisce Federico direttamente davanti al preside… Da qui la
storia si fa strana per l’inspiegabile scomparsa della professoressa, che
sconcerta la propria famiglia e la scuola sparendo letteralmente nel nulla:
proprio Federico riceverà dall’imperscrutabile Babel la notizia che la docente
è finita in una non meglio specificata piramide e, subito dopo, le credenziali
per collegarsi con lei tramite il programma ScreamDream. Peccato che
ScreamDream sia una leggenda metropolitana… E in ogni caso Federico è atteso da
una missione apparentemente impossibile: imparare a comunicare con la sua
nemica dichiarata. Riuscirà a fare la cosa giusta e rimettere a posto le cose?
Dovremo scoprirlo in uno sviluppo ricco di colpi di scena e di punti
interrogativi, ovviamente. Ne viene
fuori una bella storia che, nonostante l’effettiva brevità, tratteggia un bello
spaccato di una scuola superiore dei nostri giorni allestendo una variegata
galleria di personaggi: l’amico che sparisce davanti alle prime difficoltà,
l’immancabile primo della classe, la ragazza bella e irraggiungibile, e un
pugno di adulti (genitori e prof) con cui l’adolescente protagonista non riesce
a comunicare per davvero. È La piramide
di Babel, e il consiglio è di gustarsi questo breve romanzo giallo centellinandolo
pagina per pagina…
Alessandro Berselli, La piramide di Babel, Torino, Loescher, 2015; pp. 112