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venerdì 3 febbraio 2023

L’OCCHIO DEL LUPO: NARRATIVA PER RAGAZZI FIRMATA PENNAC

Lui è uno degli scrittori contemporanei più celebri della Francia: si tratta di Daniel Pennac, classe 1944, autore della strepitosa saga dedicata a Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, avviata nel 1985 con Il paradiso degli orchi, oltre che a Signori bambini, vari saggi (ad esempio Come un romanzo, dedicato al piacere di leggere) e ripetute incursioni nei fumetti e nella narrativa per ragazzi. Proprio a quest’ultimo genere appartiene il romanzo breve che lo scrittore francese ama indicare come il suo libro preferito, L’occhio del lupo, una delle sue prime opere, che Pennac scrisse prima di divenire famoso a livello internazionale. Per usare la definizione dell’autore stesso al riguardo, si tratta di un romanzo per ragazzi che “racconta la storia di un piccolo africano che incontra un vecchio lupo guercio venuto dall’Alaska”. L’attacco della narrazione è spiazzante e ci presenta l’incontro tra i due protagonisti: Pennac ce lo racconta dalla prospettiva del lupo, che ha un manto azzurro e proviene dall’Alaska, esattamente da Barren Lands, dove è stato catturato, ha perso un occhio e si è rovinato la pelliccia, venendo così destinato alla gabbia di uno zoo per sempre. Da allora il lupo ha deciso di ignorare gli umani che lo hanno strappato alla sua famiglia e gli hanno tolto tutto: lui e una lupa sua compagna di prigionia infatti solevano passare il tempo fermi a fissare un punto alle spalle degli umani davanti alla loro gabbia, che avevano la sensazione di essere invisibili per le due bestie (impressione assai disturbante). Quando la lupa è morta, pochi giorni fa, il lupo si è messo a trottare avanti e indietro nella sua gabbia, incessantemente, ma è successo qualcosa di strano: un ragazzo infatti si è piazzato ostinatamente davanti alla sua gabbia, iniziando a fissarlo intensamente e in silenzio. Il lupo, indispettito, ha continuato a muoversi avanti e indietro, stupito che il giovane umano potesse restarsene bloccato così davanti alla sua gabbia. Alla fine, esausto, si è fermato e ha iniziato a guardarlo anche lui, incapace però di fissare col suo unico occhio il silenzioso ospite, che di occhi ne ha due. Questo fastidio è finito con un gesto apparentemente banale ma in certo senso magico: il ragazzo, infatti, intuendo l’imbarazzo del lupo, chiude un occhio per metterlo a suo agio. Nei capitoli successivi i due scopriranno le rispettive storie “scritte” indelebilmente nei loro occhi fissati l’uno verso l’altro, fino al sorprendente happy ending che conclude questo incontro silenzioso nell’unico modo possibile, decisamente singolare, e con un pizzico di magia. È davvero una gran bella storia quella che Pennac ci racconta con L’occhio del lupo, semplice come può esserlo l’incontro tra un ragazzo alternativo con un fiero lupo che ha perso tutto, forse anche la speranza. Ma il vento della fiducia progressivamente riprende a spirare sempre più forte davanti alla gabbia del lupo proprio grazie al ragazzo, un cantastorie proveniente dall’Africa (e che si chiama come il suo continente, lo stesso che ha dato i natali a Pennac, a Casablanca), che ama la natura, gli animali e i racconti, e forse è approdato in quello che lui e i suoi genitori chiamano “Altro Mondo” (il nostro, il mondo occidentale) proprio per ridare speranza al disilluso Lupo Azzurro, chissà... Uno splendido romanzo breve sull’amicizia e sull’incontro col prossimo.

Daniel Pennac, L’occhio del lupo, Firenze, Salani, 1993; pp. 103

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