Tommaso Percivale, l'autore di Ribelli in fuga, classe 1977, conosce realmente la materia al centro del suo libro, dato che vive in un luogo isolato in mezzo ai boschi ed è un appassionato di tecniche di sopravvivenza, un mix perfetto per scrivere una storia come questa. A volerlo descrivere si tratta di un gran bel romanzo per ragazzi: comincia nel 1926, a Pruneto, un luogo perso nei boschi degli Appennini, e racconta le vicende di un gruppo scout organizzato dal parroco del paese, don Averno. I protagonisti sono ovviamente gli adolescenti che compongono il gruppo, ognuno dei quali ha una divisa diversa da tutte le altre (a parte il caratteristico fazzoletto al collo): c'è il taciturno Gianni, e Ines, bella quanto fiera, e la piccola Etta, e quello nuovo, Andrea, e poi Ciccio, Filippo, Moreno. Sono ragazzi di paese, e si dividono tra le escursioni scoutistiche e la scuola, tra le commissioni per la famiglia e i campi estivi con gli amici: ad accomunarli c'è la passione per i boschi e per le montagne, che conoscono a meraviglia, e un comune codice di valori che tutti ritengono fondamentali, a cominciare dalla lealtà, dal coraggio e dalla disciplina. Purtroppo siamo nel ventennio fascista e a un certo punto le camicie nere arrivano anche a Pruneto, sconvolgendo il paese con la ferrea logica del regime di Mussolini: i nuovi arrivati tra l'altro usano parole molto simili a quelli dei giovani protagonisti di Ribelli in fuga, anche se alla base di tutto c'è la negazione della libertà. Non a caso le associazioni di scout vengono vietate per promuovere l'Opera Nazionale Balilla, in cui dovrebbero confluire tutti i ragazzi, ma alcuni dei nostri eroi non ci stanno: e così Gianni, Ines e Andrea decidono di fuggire nelle montagne e di conservare la loro libertà di scout a oltranza in un remoto rifugio che cercheranno di rendere abitabile con non pochi sforzi. Alla fine, neanche a dirlo, qualcuno andrà a cercarli per riportarli indietro, e non necessariamente con le buone... Una storia davvero avvincente, ricca di emozioni, narrata a gran ritmo e piena di colpi di scena, e all'ultima pagina per giunta si rivela anche ispirata alla vera vicenda di un piccolo gruppo scout lombardo, le Aquile Randagie, che durante il regime fascista si dettero la macchia e resistettero per oltre sedici anni senza farsi catturare, diventando durante la guerra un'organizzazione segreta capace di salvare oltre duemila persone tra ebrei, dissidenti, disertori e renitenti alla leva. Il libro di Percivale riesce a catturare lo spirito indomabile di questi giovani ribelli, fotografando la loro esperienza di scoutismo estremo nel mezzo della natura incontaminata e i loro sforzi per superare le difficoltà quotidiane. Ribelli in fuga è felicemente sospeso a metà tra la storia di formazione e un classico romanzo d'avventura, in felice alternanza tra la dimensione privata di un gruppo di coraggiosi adolescenti e le molteplici avversità che questi ultimi si troveranno ad affrontare per conservare la loro libertà, le loro speranze, i loro valori in tempi davvero bui per le coscienze umane. Assolutamente da provare.
Tommaso Percivale, Ribelli in fuga, Torino, Einaudi, 2013; pp. 246