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martedì 29 giugno 2021

NON RESTARE INDIETRO

Carlo Greppi, classe 1982, è uno storico che collabora con Rai Storia, con la Scuola Holden e con il blog "Doppiozero", è inoltre presidente della sezione torinese dell'associazione Deina, con la quale da anni organizza e partecipa ai viaggi della memoria alla scoperta degli ex lager del Terzo Reich. Proprio questa esperienza diretta costituisce il cuore pulsante di questo romanzo per ragazzi, Non restare indietro, in cui l'autore sembra aver voluto condensare le sue esperienze di accompagnatore di studenti nei viaggi della memoria. Il protagonista della storia è un adolescente come tanti altri: si chiama Francesco, ha sedici anni, gioca a calcio, è un ribelle di buon cuore in guerra con i genitori e con la scuola, tanto che per un diverbio con la componente docente ha dovuto cambiarla. Ora è iscritto alla 3C della scuola nuova, con nuovi docenti e con nuovi compagni, e il cappuccio della sua inseparabile felpa per proteggersi dal resto del mondo. Tra parentesi Francesco non ha superato la perdita del suo amico più caro, con cui condivideva la passione per il pallone: cerca di dargli una mano a modo suo l'altro amico del terzetto, che intende diventare un writer e sta appunto tappezzando tutte le mura del quartiere con la K che è il suo tag. La storia prende avvio in un lunedì di gennaio quando la nuova prof di storia spiega cos'è il Giorno della Memoria e presenta alla classe un progetto che tutti gli studenti faranno insieme, un viaggio d'istruzione molto particolare, che li porterà a scoprire il punto più basso toccato dalla razza umana nella sua storia, un viaggio "per non dimenticare" la Shoah, con destinazione Auschwitz. Nella classe di Francesco arrivano così due giovani operatori dell'associazione di volontari che accompagnerà lui e i suoi compagni, prima però dovranno prepararli, aiutandoli a immedesimarsi con le vittime e con i carnefici, per capire quel che è stato: il loro approccio è avvolgente e pratico, e Francesco gradualmente si lascia coinvolgere, anche se non è convinto a fondo del progetto e continua ad avere dubbi in proposito. In continua alternanza tra la più grande tragedia della storia e le emozioni irrisolte (e il suo dolore non metabolizzato) del suo vissuto, il giovane protagonista imparerà a conoscere i suoi nuovi compagni, abbracciando l'idea di mettersi in viaggio e di capirne il senso per davvero. Insomma, ne vien fuori un dinamico romanzo di formazione sull'adolescenza: dalla prospettiva di Francesco vivremo un ventaglio dei tipici turbamenti di un ragazzo dei nostri giorni (soprattutto la mancanza di senso e l'incomprensione con gli adulti) alle prese con un viaggio più grande di lui, che gli servirà per aprire una serie di porte e lasciarsi finalmente alle spalle ciò che non è riuscito finora ad accettare. Da questo punto di vista Non restare indietro ricostruisce anche il microverso tipico di una classe delle superiori, dove non manca il ragazzo con la vocazione del bullo né la prima della classe animata dal desiderio di fare la cosa giusta e così via, compreso Francesco, che è il classico ragazzo con la felpa che vuole volare basso e non farsi notare troppo. La galassia giovanile è ben delineata anche grazie alla ricca colonna sonora che traspare da un capitolo all'altro, alle citazioni cinematografiche (in particolare la celebre scena di Monsieur La Padite in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino) e a vari aneddoti (d'obbligo citare almeno la tabellina dell'undici che Francesco usa per classificare la storia del Novecento). Nonostante le tante sequenze "didattiche" si tratte di un libro scritto con uno stile fresco e accattivante, che conquisterà sia i lettori adulti che gli adolescenti a cui è rivolto.

Carlo Greppi, Non restare indietro, Milano, Feltrinelli, 2016; pp. 223

sabato 8 maggio 2021

L'ETÀ DEI MURI, UN PARADIGMA DEL NOSTRO TEMPO

Carlo Greppi, classe 1982, è un giovane storico che da anni collabora con Rai Storia e organizza viaggi della memoria con l’associazione Deina, ha inoltre scritto libri di narrativa per ragazzi che esplorano tematiche a lui care come appunto la memoria in Non restare indietro e il concetto di confine in Bruciare la frontiera. Nel saggio L’età dei muri Greppi rilegge il nostro tempo attraverso la lente divergente dei muri e degli strumenti di divisione in genere: si parte dallo spunto di un frammento del muro per eccellenza del ventesimo secolo, il Muro di Berlino, portato come souvenir all’autore alla tenera età di sette anni e qualche mese dal padre, di ritorno da un viaggio nella città tedesca con l’impressione di aver appena vissuto una svolta epocale. Quel frammento perduto (ci resterà la curiosità sul relativo ritrovamento) per Greppi è l’innesco di un viaggio in quella che lui chiama l’età dei muri, in quanto il Berliner Mauer, una volta abbattuto, è stato seguito da una vera e propria schiera di sbarramenti divisori in varie parti del mondo. Nel capitolo incipitario di questo viaggio nella storia Carlo Greppi ci mostra la preistoria dell’argomento del suo saggio: nel corso dell’Ottocento infatti due uomini, il francese Joseph Monier e l’americano Joseph Farwell Glidden, elaborano altrettante invenzioni che si riveleranno decisive per creare divisioni nel futuro prossimo e venturo, ovvero il cemento armato e il filo spinato, mentre un terzo, l’inglese Charles Wheatstone, inventerà uno strumento musicale simile a una fisarmonica, la concertina, che presterà il nome a un tipo di nastro spinato a grandi bobine che si allargano per creare ostacoli militari dalla prima guerra mondiale in poi. Da qui L’età dei muri prosegue raccontando cronologicamente il Novecento attraverso una serie di archi temporali caratterizzati da muri, divisioni e affini coprendo un secolo e arrivando fino ai giorni nostri. Non si tratta di un racconto lineare, però, dato che Greppi ha scelto di mostrarcelo dalle prospettive diversissime ma con inquietanti punti di contatto di quattro protagonisti del nostro tempo: si tratta rispettivamente dello storico polacco Emanuel Ringelblum, dell’attivista canadese John Runnings, del fotografo tedesco Joe J. Heydecker e del mitico cantante giamaicano Robert Nesta Marley, in arte Bob Marley. Sono quattro uomini che hanno letteralmente attraversato l’età dei muri: Emanuel Ringelblum ha scelto di non fuggire dal suo destino ma di farsi rinchiudere nel ghetto di Varsavia per documentare la Shoah e nascondere le prove per quando tutto sarà finito; John Runnings ha partecipato al D-Day e poi ha passato una vita da pacifista, per diventare, già avanti negli anni, il celebre Wall Walker, colui che ha sferrato la prima picconata al Muro di Berlino; Joe J. Heydecker è entrato nella Wehrmacht perché la sua famiglia non subisse ripercussioni e da soldato non ha quasi sparato al nemico, ma è entrato nel ghetto di Varsavia per fotografare l’orrore, riuscendo a pubblicarne un libro decenni dopo; Bob Marley è diventato la prima star del terzo mondo grazie al reggae, un nuovo genere musicale, perfetto per superare le divisioni e celebrare l’amore universale (e non a caso ogni capitolo comincia puntualmente con una citazione di una canzone del vasto repertorio del cantante giamaicano). Un gran bel saggio storico, insomma, dove il lettore fluttua tra quattro indimenticabili uomini persi nei meandri dell’età dei muri, che secondo Greppi è ben lungi dal concludersi.

Carlo Greppi, L’età dei muri. Breve storia del nostro tempo, Milano, Feltrinelli, 2019; pp. 286

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...