Visualizzazione post con etichetta albero. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta albero. Mostra tutti i post

mercoledì 4 novembre 2020

L'UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI

Si tratta di un fortunato racconto di taglio allegorico dell'autore francese Jean Giono, edito nel 1953, tradotto in tutto il mondo e diventato l'omonimo film di Frédéric Back, premiato tra l'altro con l'Oscar come miglior cortometraggio d'animazione. La storia si apre nel 1910 mostrandoci il narratore da giovane che sta passeggiando per una desolata vallata, ai piedi delle Alpi provenzali: l'escursione diventa problematica per la difficoltà a trovare acqua, dato che nella zona c'è solo un piccolo villaggio abbandonato e diroccato, e con una fontana ormai secca. Scrutando il panorama, però, il protagonista avvista la sagoma lontana di un pastore circondato dal suo gregge di pecore: così raggiunge l'uomo, che gli offre l'acqua della sua borraccia e gli offre ospitalità per la notte. Nella dignitosa casa del suo ospite di poche parole, il narratore ne scopre la storia: si chiama Elzéard Bouffier, è vedovo, ha cinquantacinque anni e ogni giorno pianta cento ghiande per migliorare il luogo dove vive facendovi crescere una foresta. Dopo aver perso la moglie, si è ritirato in questo luogo desolato e negli ultimi tre anni ha piantato centomila ghiande (e si aspetta che ne crescano almeno diecimila querce). Il narratore riparte e torna in quei luoghi dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale: il panorama è cambiato, dato che adesso c'è un'enorme foresta, non solo di querce ma anche di faggi e betulle, e l'acqua ha ricominciato a scorrere nei ruscelli secchi. L'ospite silenzioso di dieci anni prima è diventato apicoltore ma continua a piantare alberi con la stessa determinazione di prima. La foresta viene messa sotto protezione dallo stato e i dintorni cominciano a essere ripopolati da coppie giovani in cerca di fortuna. E l'uomo che aveva la missione di piantare gli alberi in modo generoso e disinteressato? Ne scopriremo il destino alla fine, ovviamente... Gran bella storia, talmente bella che Jean Giono, che ne andava fiero nonostante l'immensa fortuna del racconto in tutto il mondo non gli avesse fatto guadagnare denaro (alcune edizioni sono state perfino distribuite gratuitamente), destò scalpore rivelando che questa straordinaria figura di pastore ecologico era un personaggio assolutamente inventato. La prospettiva aneddotica cattura fin dalle prime pagine con la forza del realismo della vicenda e del significato simbolico di un gesto d'amore ripetuto nel tempo per cambiare un territorio che l'incuria umana ha reso arido e inospitale. Difficile pensare a una storia che abbia una valenza educativa maggiore di questo splendido, essenziale racconto.

Jean Giono, L'uomo che piantava gli alberi, Milano, Salani, 2011; pp. 51


OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...