Visualizzazione post con etichetta saga. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta saga. Mostra tutti i post

martedì 7 marzo 2023

HUNGER GAMES, UNA SAGA GIOVANE E... POST-APOCALITTICA

Siamo in un futuro possibile e venturo, da qualche parte nel Nord America: gli U.S.A. non ci sono più, c'è soltanto uno stato che si chiama Panem, suddiviso in dodici distretti e con capitale a Capitol City. Prima esisteva anche un tredicesimo distretto, ma si ribellò al governo centrale e fu incenerito. Come monito per tutti i ribelli futuri Capitol City decise dunque di istituire i cosiddetti Hunger Games, una sorta di sanguinario reality in cui ventiquattro giovani tributi provenienti da tutti i distretti si sfidano all'ultimo sangue in un'arena finché ne resterà vivo soltanto uno. I tributi vengono estratti a sorte nei vari distretti, che inviano agli Hunger Games un maschio e una femmina di età compresa tra i dodici e i diciotto anni: il problema è che i ragazzi più indigenti hanno maggiori probabilità di essere estratti, dato che durante l’anno, per non morire di fame, possono avere razioni alimentari per sé e per i propri familiari in cambio di nomine aggiuntive a loro carico che saranno inserite nell'urna, mentre i ricchi, non avendone bisogno, ne avranno una soltanto. Il concetto è impeccabilmente esemplificato dalla giovane protagonista della saga di Suzanne Collins, la dinamica Katniss Everdeen, una ragazza costretta a crescere prima del tempo a causa della morte improvvisa del padre minatore, un lutto che la costrinse a darsi da fare per provvedere alla madre ed alla sorellina Prim, soprattutto cacciando di frodo insieme all’amico Gale. Già, anche la caccia è illegale nella futuribile società in cui vive Katniss: per entrare nei boschi bisogna superare la rete elettrificata che circonda il centro abitato del Distretto 12, poi cacciare e quindi vendere illegalmente la selvaggina che tutti sono comunque lieti di comprare al mercato nero. Comunque, al momento dell’estrazione annuale, ripresa in diretta televisiva, la sorte cade proprio sulla sorellina della protagonista, costringendo Katniss ad offrirsi volontaria per gli Hunger Games, fortemente determinata a fare qualunque cosa pur di tornare dalla famiglia di cui costituisce il principale sostentamento, sebbene essere sorteggiata come tributo femminile del Distretto 12 non sia propriamente una garanzia (appena due vincitori in 73 edizioni). Ben presto Katniss entra nell’ordine di idee che dovrà essere disposta davvero a tutto pur di sopravvivere, anche perché le regole principali di questo reality show sono semplici quanto brutali: sopravvivere – magari conquistandosi gli spettatori, perché il pubblico può aiutare i partecipanti – e uccidere (o morire). Le farà compagnia nell’avventura Peeta Mellark, un ragazzo cortese ma che sembra fisicamente inadatto alla competizione: Peeta però è bravissimo con le parole e sa “lavorarsi” a meraviglia la gente dall’altra parte dello schermo, infatti la colpisce subito rivelando a sorpresa di essere innamorato (da sempre) della bella Katniss Everdeen. Un brutto guaio, considerando che alla fine dovrà restarne solo uno, anche se a volte nella vita e in TV le regole ammettono delle eccezioni. Nel complesso Hunger Games – che è al contempo il titolo del primo episodio e dell’intera saga tripartita – si rivela un romanzo per ragazzi che ha il suo punto di forza nel punto di vista autobiografico (è rigorosamente narrato in prima persona dalla prospettiva della protagonista), nella riuscita ambientazione futuribile e nello stile semplice ma incisivo e dettagliato. Basti in tal senso ricordare lo stridente contrasto tra la fame che aleggia sulle prime pagine e l’attenzione con cui Suzanne Collins descrive il pantagruelico delirio dei banchetti che punteggiano il periodo di addestramento dei tributi. L’autrice peraltro non si è fatta mancare un nugolo di riferimenti alla fantascienza post-apocalittica sia letteraria che cinematografica – da 1984 di George Orwell a Io sono leggenda di Richard Matheson, da Cronache del Dopobomba di Philip K. Dick fino a Rollerball ed alla saga di Mad Max – shakerati con il mito del Minotauro e visualizzati attraverso la lente divergente del reality televisivo. Sembrerà impossibile, ma siffatto agglomerato stranamente funziona fino all’ultima pagina e mette addosso una gran voglia di leggere il seguito… 

Suzanne Collins, Hunger Games, Milano, Mondadori, 2010; pp. 376 

mercoledì 5 gennaio 2022

TWILIGHT, UNA SAGA ADOLESCENZIALE… ALL’ULTIMO MORSO

Si tratta del romanzo d’esordio della scrittrice americana Stephenie Meyer, classe 1973, uscito nel 2005 e divenuto subito un bestseller per adolescenti in patria per poi confermarsi in breve tempo un successo anche a livello internazionale. Twilight è l’episodio apripista dell’omonima saga letteraria e vede protagonista la diciassette Isabella Swan, che si trasferisce a vivere a casa del padre Charlie, a Forks, nello stato di Washington, la piovosa cittadina di cui il genitore è il locale ispettore di polizia. Bella, come si fa chiamare gli amici, non è particolarmente entusiasta del trasferimento perché trova Forks un posto assai noioso, ma ha deciso di andare a vivere dal padre per lasciare la madre Renée, da tempo separata da Charlie, libera di seguire gli spostamenti del nuovo compagno, Phil, che gioca a baseball e  cambia spesso squadra. Nella nuova scuola a Forks, nonostante la naturale timidezza, Bella diventa una delle principali novità e ben presto viene intrigata dal fascino ombroso di Edward Cullen, un coetaneo che mostra nei suoi confronti un atteggiamento che oscilla tra lo scontroso e l’affabile. Bella comincia a interessarsi ancor più a Edward e alla sua famiglia dopo aver appreso dall’amico di infanzia Jakob, di origini indiane, di una leggenda locale sui fantomatici Freddi a cui apparterrebbero i Cullen: contemporaneamente il suo rapporto con Edward, bello e impossibile, algido e apparentemente perfetto, diventa sempre più stretto, e quando Bella trova il coraggio di chiedergli conferma sulla sua reale natura, il ragazzo non negherà di essere un vampiro, come pure tutto il resto della sua famiglia. A onor del vero i Cullen non cacciano umani ma si sono integrati a Forks cercando di attirare l’attenzione il meno possibile: tutto cambia durante un tranquillo pomeriggio di baseball in famiglia con Bella come ospite d’onore e l’arrivo imprevisto di un trio di vampiri che comprendono un segugio eccezionale attratto in modo irresistibile dall’odore di Bella. Riuscirà Edward a salvare l’unica che gli ha fatto scoprire l’amore in un secolo di esistenza vampiresca? Lo scopriremo attraverso una micidiale sequenza di sorprendenti sviluppi narrativi. Twilight cattura l’attenzione fin dalla prima pagina, giocando con i lettori alludendo fin dall’inizio a un pericolo mortale che incombe sulla protagonista, che ci farà vivere la storia in presa diretta attraverso un uso davvero empatico della prima persona. Il romanzo (e di conseguenza la saga quadripartita che da qui si sviluppa) racconta un percorso di formazione di una ragazza sempre fuori posto e destinata ad innamorarsi di una creatura sovrannaturale e potenzialmente letale anche per lei, un gioco che procede sottilmente sulla crina dell’innamoramento, che in questo caso potrebbe preludere addirittura non solo alla fine dell’adolescenza ma alla stessa condizione umana della giovane protagonista, insomma, una saga avvincente sotto vari punti di vista, più che mai in questo primo episodio, davvero intrigante perché ci proietta attraverso gli occhi di Bella, in un modo nuovo ed inquietante. Questa saga letteraria è stata traslata con notevole successo anche sul grande schermo fin dal film Twilight di Catherine Hardwicke del 2008, che ha subito reso famosi a livello planetario i due giovani protagonisti Kristen Stewart e Robert Pattinson.

Stephenie Meyer, Twilight, Roma, Fazi Editore, 2006; pp. 415

sabato 6 marzo 2021

BERLIN: L’INIZIO DELLA SAGA

Atto primo di Berlin, una saga distopica ad effetto... retroattivo scritta a quattro mani dal dinamico duo composto da Fabio Geda e Marco Magnone, I fuochi di Tegel è ambientato in un luogo tristemente noto del secolo scorso, trattandosi di Berlino Ovest, lo scenario di un laboratorio di ingegneria sociale a cielo aperto davvero unico nella storia del Novecento. Siamo nella primavera del 1978, quindi in teoria dovrebbe trattarsi di una storia incorniciata nello spazio urbano circondato dal muro di Berlino, se non fosse che fin dalla prima pagina il lettore avrà l’impressione di trovarsi in una città fantasma, segnata dall’incuria e quasi deserta. Il punto è che tre anni prima un virus devastante quanto misterioso ha sterminato tutti gli adulti lasciando in vita solo gli adolescenti, non per sempre però, dato che a sedici anni l’orologio biologico dei sopravvissuti li porterà immancabilmente alla morte. In tale quadro inquietante i bambini e i ragazzi sopravvissuti, rimasti abbandonati a se stessi, si sono organizzati in cinque fazioni di tipo tribale, ognuna ubicata in una zona riconoscibile della Berlino del tempo che fu, ognuna caratterizzata da un approccio diverso alla sopravvivenza e in costante rivalità con le altre: lo Zoo popolato dal gruppo più infantile e basico, i ragazzi del Reichstag (più organizzati), le ragazze dell’Havel (più contemplative), il selvaggi giovani di Tegel – l’aeroporto su cui era basato il ponte aereo che assicurava la sopravvivenza di Berlino Ovest durante la guerra fredda – e infine i più filosofici giovani di Gropiusstadt. È il rapimento del piccolo Theo, uno dei cosiddetti “Nati dalla morte” dopo la fine della civiltà, il motore narrativo del primo episodio della saga: le ragazze dell’Havel, cui il bambino è stato sottratto, chiederanno aiuto alla fazione di Gropiusstadt ed arriveranno a Tegel per esigerlo dal gruppo più violento dei sopravvissuti. Che dire? Si comincia con una cartina topografica di Berlino Ovest, ci si ritrova incollati alla storia fin da subito in uno scenario urbano postapocalittico, all’insegna del degrado, senza energia elettrica né acqua corrente, un altro mondo, insomma… ma per il lettore lo sfogliare pagine per seguire la storia è dolce in questo mare: situazioni coinvolgenti, un ritmo tambureggiante, personaggi strepitosi, come l’indimenticabile Sven, il diciannovenne con un piede già nella fossa che fa comunque la cosa giusta quando è il momento. Sul fronte stilistico risultano davvero azzeccati i vari flashbacks del passato “normale” di alcuni protagonisti che contrappuntano l’intreccio portante e amplificano la sensazione di spaesamento che caratterizza la storia, che sembra una rielaborazione distopica de Il signore delle mosche di William Golding. Assolutamente imperdibile.

Fabio Geda – Marco Magnone, Berlin. I fuochi di Tegel, Milano, Mondadori, 2015; pp. 202

 

giovedì 4 marzo 2021

LA LEGGENDA… DEL GIOVANE SHERLOCK HOLMES

Sir Arthur Conan Doyle è diventato celeberrimo con uno dei personaggi più noti della storia della letteratura, l’unico e inimitabile Sherlock Holmes, investigatore di rara sagacia, capace di decifrare indizi incomprensibili per i ‘normali’ detectives, sempre in coppia con l’inseparabile Dottor Watson. L’investigatore britannico divenne così noto con la serie di romanzi e racconti del suo autore, tanto che la il numero 221B di Baker Street, residenza ‘ufficiale’ di Holmes e Watson, costituisce ancora oggi una visita obbligata per i fedeli lettori di una saga così celebre da innescare seguiti, come ad esempio La soluzione sette per cento di Nicholas Meyer, che divenne anche un film. La produzione più recente da questo punto di vista è anche la più originale: alludiamo a L’occhio del corvo dell’autore canadese Shane Peacock, sceneggiatore, giornalista e scrittori di libri di narrativa, che costituisce il primo volume di una serie dedicata alle avventure del giovane Sherlock Holmes. Preceduta da un intenso lavoro di ricerca sul mondo del più famoso detective letterario di tutti i tempi, L’occhio del corvo prende avvio in una notte primaverile del 1867, a Londra, in un vicolo buio in cui si consuma il brutale omicidio di una giovane donna, un crimine a cui assiste un solo testimone, un corvo. L’indomani scopriremo un giovane (che peraltro ha appena marinato la scuola) intento a leggere avidamente il resoconto giornalistico di questo delitto: si chiama Sherlock Holmes ed è lo svogliato rampollo di un intellettuale ebreo e di una nobildonna britannica ripudiata dalla propria famiglia proprio per tale (indesiderato) matrimonio. Si tratta di un ragazzo sorprendentemente acuto e dotato di un incredibile spirito di osservazione. Ben presto il giovane protagonista comprenderà che il colpevole su cui la polizia ha messo le mani è un semplice capro espiatorio, ma finirà per ritrovarsi egli stesso sospettato dagli inquirenti, che se lo ritrovano spesso tra i piedi nei dintorni della scena del crimine. Spinto da un’inesauribile sete di giustizia, il buon Sherlock un indizio dopo l’altro porterà avanti la sua indagine non ufficiale, fino al momento in cui avrà l’intuizione decisiva di osservare il crimine dalla prospettiva dell’unico, silenzioso testimone, ma si tratterà di una soluzione ritrovata a un prezzo davvero molto alto. Romanzo giallo per ragazzi dal meccanismo implacabile come il genere richiede, L’occhio del corvo è un inquietante enigma che si fa leggere una pagina dopo l’altra, sorretto da un delizioso gioco di rimandi con i capitoli ‘storici’ della saga holmesiana. Proprio per tale motivo lo apprezzeranno sia i lettori adulti, curiosi di scoprire l’adolescenza (mai raccontata) del loro eroe, come i ragazzi, che troveranno in questo libro l’ideale viatico per i capolavori che sir Arthur Conan Doyle ha dedicato al personaggio di Sherlock Holmes. Assolutamente da scoprire. 

Shane Peacock, L’occhio del corvo, Milano, Feltrinelli, 2011; pp. 255


OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...