È davvero
un gran bel personaggio quella irresistibile ‘toscanaccia’ dell’astrofisica Margherita
Hack (1022-2013): astrofisica, accademica, direttrice dell’Osservatorio di
Trieste, divulgatrice scientifica e, nei suoi ultimi anni, anche infaticabile
attivista, ambientalista, animalista… Nonostante nella sua carriera abbia
scritto decine di libri scientifici, forse la prima opera integralmente
autobiografica di Margherita Hack è stata proprio La mia vita in bicicletta, che rilegge appunto la sua lunga vita
attraverso la prospettiva di uno strumento che l’autrice ha utilizzato con
sommo diletto per anni ed anni, la bicicletta. Già, perché le due ruote la
simpaticissima scienziata fiorentina le ha prima lungamente vagheggiate fin da
bambina, poi, quando finalmente ha avuto la sua prima bici, non l’ha mollata
più, usandola per andare ogni mattina al liceo in centro (al Galileo, con una
parentesi al Machiavelli), quindi per allenarsi agli Assi (è stata un’ottima
saltatrice in lungo), per recarsi all’università e, infine, dopo averne ‘allentato’
l’uso in maturità, per le sue tante gite in bicicletta della terza età
(punteggiate anche da altrettante partite di volley), prima di appendere
definitivamente la bici al fatidico chiodo. Ovviamente la Hack non ci parla
soltanto di escursioni su due ruote, ma anche di giochi infantili al Bobolino,
di studi, di sport agonistici e amatoriali, di politica (notevoli gli amari
capitoli di ricordi del ventennio fascista), della sua lunga e variegata
carriera, dei suoi amati animali (cani e gatti), del compagno di una vita (il
mitico Aldo) e delle sue tante battaglie per difendere la natura. Nelle ultime
pagine non mancano escursioni nei temi scientifici a lei cari, quando ci parla
di inquinamento, di fonti energetiche, di effetto serra, di energie rinnovabili,
del nucleare e del sogno della fusione a bassa temperatura. Il tutto sempre sul
filo del suo irresistibile buonumore: tra una battuta e l’altra, questa libera
pensatrice ci regale una galleria di aneddoti che non dimenticheremo
facilmente. Confeziona il tutto l’intrigante prefazione di Patrizio Roversi. Assolutamente
da provare.
Margherita Hack, La
mia vita in bicicletta, Venezia, Ediciclo Editore, 2011; pp. 157