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lunedì 12 ottobre 2020

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo che dalla sua disciplina ha avuto tutto e il contrario di tutto, uno che ha conquistato il primo Slam relativamente tardi e dopo aver perso qualche finale di troppo, uno in grado di sprofondare all'inferno e poi di trovare dentro se stesso la forza per rialzarsi e tornare ai vertici. Un mito del tennis, insomma, uno dei pochi tennisti capaci di conquistare tutti e quattro i tornei dello Slam nell'era Open (prima di Federer e Nadal), l'unico ad essersi aggiudicato in carriera anche la medaglia d'oro olimpica, l'ATP World Championship e la Coppa Davis (in tre edizioni). Non c’è da stupirsi: Andre pareva un predestinato fin dall’esordio, quando ha iniziato a calcare i campi di tennis negli anni Ottanta e Giampiero Galeazzi l'ha subito soprannominato Flipper per il suo gioco fatto di scatti, angoli impossibili e colpi in top spin. Ma le cose stanno diversamente, stando al libro rivelazione di Agassi, un libro che comincia sorprendentemente così: «Gioco a tennis per vivere, anche se odio il tennis, lo odio di una passione oscura e segreta, l’ho sempre odiato». Open racconta la storia di una vita all’insegna dello sport cominciando dalla fine: oppresso da lancinanti dolori alla schiena, Agassi si è fatto un’iniezione di cortisone per poter giocare la sua ultima partita agli U.S. Open 2006: per il suo addio lo attende il numero 8 del mondo, un giovane talento cipriota in ascesa, Marcos Baghdatis, e l'unica speranza di Andre è di essere sconfitto in modo indolore; al contrario ne nasce uno scontro epico, perché a un certo punto l'avversario diventa preda dei crampi ma non smette di picchiare duro mirando alle linee di fondocampo. Vince Agassi, ed entrambi finiscono su un lettino dell'infermeria davanti a una TV a rivedere le loro gesta (già leggendarie) di un minuto prima. Poi si riparte dall’infanzia, con l’ossessione di un padre di origini armene fermamente intenzionato a massimizzare il talento del suo piccolo Andre mettendolo nel campo di tennis domestico con una racchetta in mano davanti ad un terribile drago che sputa palle da tennis a getto continuo, perché colpendone 2.500 al giorno, 17.500 la settimana e un milione in un anno, alla fine il ragazzo sarebbe diventato sicuramente il numero uno del mondo. Il problema è che infliggendo una punizione simile ad un ragazzino che non vuole giocare a tennis, si finisce anche per privarlo della sua gioventù. Ma in effetti, attraverso la militaresca esperienza presso l’accademia tennistica di Nick Bollettieri (in Florida, a miglia di distanza dalla sua casa a Las Vegas) e grazie ad un team di supporto in costante aumento, è quel che poi accadde: un esordio da tennista pseudopunk (orecchino, calzoncini di jeans e capelli ossigenati), quasi due anni da numero uno, otto Slam vinti in vent’anni di tennis e oltre un migliaio di partite, incredibili sconfitte (spesso per mano del rivale di sempre, Sampras) ed epiche vittorie, cadute inaudite spesso seguite da risalite da record. Una vita complicata anche sotto il versante sentimentale, passando dal chiacchierato matrimonio con l’attrice Brooke Shields all’amore predestinato con la grande Steffi Graf. La scoperta della solidarietà con la fondazione di un istituto scolastico da parte di un tennista che ha sacrificato l’istruzione sull’altare dello sport. Tutto di corsa, un match dopo l’altro, senza lesinare sulla verità, anche quando costringe ad imbarazzanti confessioni. Davvero un grande libro, tra l'altro scritto benissimo, anche perché realizzato da Agassi a quattro mani con il premio Pulitzer J. R. Moehringer, che non ha voluto figurare tra gli autori ma a cui l'ex numero uno mondiale ha dedicato un'intera pagina nei ringraziamenti conclusivi. Assolutamente da leggere: piacerà agli amanti del tennis ed ai 'semplici' lettori. 

Andre Agassi, Open. La mia storia, Torino, Einaudi, 2011; pp. 504

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...