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giovedì 3 novembre 2022

SUPER SIZE ME: IL LIBRO

All’indomani dell’uscita nei cinema del suo fortunato documentario Super Size Me, premiato nella relativa categoria al Sundance Festival del 2004,  il regista americano Morgan Spurlock, classe 1970, pubblicò anche Non mangiate questo libro, che approfondisce e documenta il notevole lavoro di ricerca che poi è finito soltanto parzialmente nel film. Lo stile del libro è in perfetto accordo con quello del documentario: l’autore ha scritto un saggio assolutamente coinvolgente e divertente da leggere, davvero in linea con il brio registico che caratterizza Super Size, che ha una struttura diaristica di base – un pazzesco ed estremo esperimento alimentare a cui lo stesso regista si sottopone per trenta giorni mangiando solo cibi della catena McDonald’s a colazione, pranzo e cena per registrarne gli effetti sull’organismo umano sotto il controllo di un’équipe medica – in cui alle classiche interviste e sequenze narrative s’intarsiano parti animate e brani rock che rendono il documentario molto accattivante da vedere. Non mangiate questo libro prende avvio sfruttando il divieto del titolo per arrivare a riflettere sul concetto di ‘etichetta d’avvertenza’, nata negli Stati Uniti per difendere dalle cause legali dei clienti danneggiati tutte le aziende produttrici: Spurlock ribadisce infatti che il suo libro è solo per uso esterno, o al limite potrebbe essere considerato cibo per la mente… Tutto è cambiato quando, dopo decenni di pubblicità (peraltro ingannevole) finanziata dalle multinazionali del tabacco che hanno spinto soprattutto i giovani ad iniziare a fumare precocemente mostrando il vizio del fumo come una tendenza cool, a fine anni Novanta hanno preso avvio le prime cause risarcitorie collettive (o class-actions che dir si voglia) contro i principali produttori di sigarette da parte di alcuni stati per arginare le crescenti spese sanitarie per i danni causati dal fumo (che hanno iniziato a comparire sui pacchetti di sigarette). Secondo Spurlock sarebbe un atteggiamento emblematico del modello consumistico americano attuato anche da altre tipologie di industrie, come quelle automobilistiche o quelle alimentari, che hanno speso miliardi di dollari per convincere gli americani di aver bisogno di macchine per andare ovunque e di sempre più cibo, senza peraltro ottenere mai la felicità, perché consumare porta soltanto a consumare ancora di più. Lo spunto per Super Size Me – titolo mutuato dal menu XL venduto all’epoca da McDonald’s e poi soppresso dopo il successo del film – è nato appunto dalla causa intentata alla catena della grande M da due fedelissime clienti adolescenti gravemente obese: il giudice non si pronunciò però a loro favore adducendo la motivazione che si sarebbe dovuto dimostrare che la loro obesità sarebbe stata causata da una dieta esclusivamente di prodotti venduti da McDonald’s. L’esperimento estremo di Spurlock nasce da qui, per registrare i danni provocati sul suo organismo da trenta giorni di bagordi alimentari a base di Big Mac, patatine fritte, Coca Cola e affini. Risultato: undici chili e mezzo (soprattutto di massa grassa) in più e valori del sangue completamente sballati. La dipendenza da fast food è un problema difficile da risolvere anche perché i ragazzi americani fanno poca attività fisica e mangiano male (di solito, almeno) anche nelle mense scolastiche: da adulti questo modello sballato spesso degenera nell’obesità e in altre patologie. Catene di ristoranti come McDonald’s, Burger King e Taco Bell amplificano il problema per la qualità discutibile dei prodotti e per l’efficacissima pubblicità capace di catturare l’attenzione dei clienti fin da piccoli (basti pensare agli irresistibili gadget degli Happy Meal per bambini). Che fare dunque? Secondo Morgan Spurlock siamo ciò che mangiamo e, se mangiamo pessimo cibo, non avremo una buona salute. Dovremo dunque impegnarci ad essere genitori modello anche in ambito alimentare con le nuove generazioni, attenderci che anche gli insegnanti facciano lo stesso e… votare con le nostre forchette, puntando sui politici che sostengono un modello di alimentazione corretta ed equilibrata. Non mangiate questo libro è un saggio corposo ma agile che sviscera in profondità il modello alimentare dei fast food e dintorni, indicandoci la via da seguire per evitare la dipendenza dal cibo spazzatura: un pugno allo stomaco (ricco d’ironia) contro l’industria del cibo.

Morgan Spurlock, Non mangiate questo libro, Roma, Fandango Libri, 2005; pp. 341

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