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sabato 20 novembre 2021

IL PICCOLO REGNO

L’autore del romanzo Il Piccolo Regno è Wu Ming 4 e fa parte del collettivo di narratori denominato Wu Ming (che in cinese mandarino suona "senza nome"), noti per romanzi storici come 54, Manituana e Altai. Si tratta di un romanzo di formazione per ragazzi, in teoria, in realtà è un libro che intrigherà anche i lettori adulti ricordando loro qualche frammento indelebile del loro passaggio dall'infanzia all'adolescenza. La storia non a caso è preceduta da una premessa per la cosiddetta "gente alta", come appunto gli adulti sono chiamati dai giovani protagonisti del romanzo. Prima dell'inizio vero e proprio c'è perfino una sorta di cartina del luogo d'ambientazione della storia, sulla falsa riga della mappa ne L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson – o la mappa della Terra di mezzo ne Il signore degli anelli di John R. Tolkien –. Siamo in Inghilterra, negli anni Trenta: è estate e come sempre la famiglia dei ragazzi al centro della storia ha affittato la solita casa in campagna, lungo un fiume. Si tratta di un gruppo variegato in bilico tra infanzia e adolescenza, ognuno ha un'età diversa ed è dotato di un soprannome "parlante": usualmente si ritrovano in una casa sull'albero che costituisce un simbolico luogo che li divide dalla gente alta, che non può entrarvi in primo luogo per un fatto di misure. Sono figli di una famiglia fabiana, nell'ambito della quale dunque figurano attenzioni "avanzate" verso l'infanzia e dintorni (a partire dall'assenza di punizioni fisiche, assai in voga all'epoca), conoscono un paio di coetanei “diversamente” ostili nei loro confronti e, in seguito a un importante ritrovamento archeologico, finiranno per vivere sulla propria pelle un mistero dalle tinte particolarmente ombrose che li ossessionerà non poco (con l'aggiunta di uno spettro vendicativo e del cane più minaccioso che si possa immaginare). Come se non bastasse, c’è anche un altro inquietante mistero in sottofondo pronto a colpirci nel finale, ma è d’obbligo tacere al riguardo. Ci sono insomma tutti gli ingredienti per perdersi all'interno di questo intrigante mosaico narrativo, ed è il rischio che correranno tutti i lettori, sia che appartengano alla gente bassa che a quella alta, dato che l'autore sa decisamente dosare ad arte la suspense, interrompendo spesso la narrazione nel momento più carico di tensione (oltre che solleticandoci puntualmente con anticipazioni sugli sviluppi narrativi). Lo stile è essenziale ma efficacissimo, tutto giocato sulla prospettiva dal basso del protagonista, peraltro mai nominato anagraficamente, anche se ci diventerà familiare col soprannome di Tasso. Un piccolo gioiello della narrativa per ragazzi. 

Wu Ming 4, Il Piccolo Regno. Una storia d'estate, Milano, Bompiani, 2016; pp. 237 


martedì 16 novembre 2021

IL FIGLIO DEL CIMITERO

Il britannico Neil Gaiman, classe 1960, scrittore, giornalista, sceneggiatore televisivo e radiofonico, si conferma talentuoso autore di narrativa per ragazzi anche con la sua ultima (e già pluripremiata) fatica, Il figlio del cimitero, che condivide l’atmosfera dark del notevole Coraline. Il protagonista della storia si chiama Bod, ed è apparentemente un ragazzo normale, come tutti, che comincia la mattina con la buona colazione che l’amorevole Signora Owens suole preparargli, quindi va a scuola per imparare, ascoltando le interessanti lezioni del suo maestro Silas, per poi rilassarsi nel pomeriggio giocando con Liza, la sua compagna di giochi preferita. Il problema è che, in ossequio al titolo, Bod vive nell’ombrosa cornice di un cimitero, Liza è una strega bambina sepolta in terra sconsacrata, Silas è un fantasma o comunque una presenza inquietante, e la Signora Owens da almeno due secoli ha smesso di respirare per sempre. Il fatto è che quando Bod era un bambino in fasce nella sua casa si è consumato il brutale massacro della sua famiglia, ma lui inconsapevolmente è riuscito a gattonare fino al cimitero sulla collina vicina, dove è stato accolto ed accudito dai morti, che hanno deciso di adottarlo per difenderlo dall’assassino che continua a cercarlo ancora oggi. Da quel momento quel piccolo orfano è diventato Nobody, Bod per gli amici, e ha continuato a vivere al sicuro in mezzo alle tombe, riuscendo a comunicare con gli spiriti dei defunti, sempre al sicuro dietro al cancello del cimitero. Purtroppo Bod è vivo, sta crescendo e comincia ad avvertire l’irresistibile richiamo di quel che si trova dietro quel cancello, dove potrebbe attenderlo l’amicizia con ragazzi ‘normali’ ma anche quello stesso coltello che lo ha privato della famiglia d’origine tanti anni fa. Un romanzo davvero avvincente, felicemente sospeso tra fantasy e horror, in grado di tenere il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina, di emozionarlo a più riprese, di intrigarlo grazie a un irresistibile humour nero e di inquietarlo semplicemente alludendo, col fascino del non detto. Nonostante il suo titolo ombroso, Il figlio del cimitero non ha bisogno di stupire con effetti truculenti, ma ci conquista pagina dopo pagina semplicemente evocando l'orrore con maestria sopraffina. Da non perdere. 

Neil Gaiman, Il figlio del cimitero, Milano, Mondadori, 2010; pp. 344


OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...