Per l’anagrafe
lui è Castle Cranshaw, anche se preferisce farsi chiamare Ghost: è un ragazzo
senza molti punti fermi nella vita, a parte la bustina di semi di zucca che ogni
santo giorno compra nel negozio del vecchio Mr. Charles e… correre. Castle ha
la consapevolezza di saper correre sul serio da quando una sera suo padre (che
amava i semi di zucca come lui) è stato abbrutito senza ritorno dall’alcool ed ha
sparato al figlio e alla moglie mentre scappavano di casa, per poi finire
dritto in galera senza fiatare. Da quel giorno la vita è stata particolarmente
grama per il giovane protagonista, che non riesce mai a tenersi lontano dagli
alterchi con chi lo provoca per il suo taglio di capelli strampalato, per i
vestiti troppo grandi e poco trendy o
per il fatto che abita a Glass Manor, che non è proprio il posto più elegante
della città. Tutto cambia quando Ghost scorge un gruppo di ragazzi che si
stanno allenando nella pista d’atletica del parco e, senza saper bene neanche
lui perché, si ritrova a sfidare il più veloce di loro, finendo peraltro per ‘asfaltarlo’
nonostante sia vestito in modo improponibile per correre (e non abbia mai preso
in seria considerazione nessuno sport tranne il basket). Fatto sta che l’impresa
colpisce subito l’attenzione dell’allenatore del gruppo, Coach Brody, tassista
ed ex medaglia d’oro olimpica che assomiglia in modo inquietante a una
tartaruga con un dente scheggiato. Il buon Ghost entra così nella squadra dei
Defenders, a patto di tenersi lontano dai guai, ma ben presto scoprirà di non
essere particolarmente fortunato su questo fronte. Ghost è un romanzo di formazione di ambito sportivo che prende
subito per la prospettiva dal basso del protagonista, che vive in una
situazione svantaggiata con una madre sola e senza troppe prospettive, peraltro
oppresso da un trauma infantile con cui è dura scendere a patti, però di buon
cuore ed anche piuttosto cool,
qualità non banali per il quartiere in cui vive e cerca di tirare avanti. A
parte la trascinante sequenza di disavventure che Ghost si trova costretto a
superare, la storia prende anche per i dettagli di atletica che la
contrappuntano e per lo spirito di squadra che la pervade. Senza spoilerare troppo,
colpisce anche lo spaccato di interiorità che Jason Reynolds ci regala un
attimo prima dei titoli di coda. Da provare.
Jason Reynolds, Ghost,
Milano, Rizzoli, 2020; pp. 191