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martedì 4 maggio 2021

SETTE MINUTI DOPO LA MEZZANOTTE

Che struggente meraviglia è Sette minuti dopo la mezzanotte! In effetti sembra poco professionale iniziare con un’esclamazione la recensione di un libro, però, a guardar bene, sembra ammissibile considerando che si tratta di un romanzo splendido e lancinante scritto dal talentuoso Patrick Ness su un soggetto elaborato dalla compianta Siobhan Dowd, uccisa dal cancro prima di poter tratteggiarne compiutamente la storia, che poi è stata illustrata con i disegni di Jim Kay, incisivi, chiaroscurali, inquietanti e talvolta perfino terrificanti. Il romanzo racconta un’ordinaria tragedia come tante di quelle che capitano ai giorni nostri: c’è un ragazzino che si chiama Conor O’Malley e vive solo con la madre, perché il padre ha divorziato e si è fatto una nuova famiglia in America. A parte la situazione familiare non felicissima (ma comunque ormai tristemente diffusa nella società di oggi), Conor soffre perché la madre da qualche tempo è oppressa da una tremenda malattia che, almeno stando ai sintomi, sembra a tutti gli effetti un tumore, purtroppo di quelli incurabili. Conor vive malissimo questa situazione difficile, non a caso tutte le notti, stranamente alla stessa ora, alle 12.07, sette minuti dopo mezzanotte, è solito risvegliarsi a causa di un terribile incubo che non riesce nemmeno a raccontare a se stesso, tanto è orripilante e indicibile. Poi una notte arriva lui a bussare (letteralmente) alla casa del ragazzo: un mostro, una sorta di gigantesco tasso millenario che si è alzato e ha iniziato a camminare verso Conor. Questo mostro enorme ed oscuro pare proprio un antico albero di tasso, un agglomerato di foglie e rami intrecciati in infiniti nodi, e afferma di avere tre storie da raccontare a Conor, è proprio per lui che si è alzato e ha iniziato a camminare come poche altre volte nel passato è accaduto. Questo orribile, enorme tasso racconterà al ragazzo le sue tre storie, poi sarà Conor a raccontargli la quarta, la sua storia: e sarà la verità. Da siffatto antefatto, inquietante e intrigante al tempo stesso, Sette minuti dopo la mezzanotte continua tra voli narrativi inauditi e metafore indecifrabili per arrivare esattamente (necessariamente) dove sentivamo che ci avrebbe portato insieme al giovane protagonista, al culmine liberatorio del suo dolore inenarrabile. Prima però Patrick Ness riuscirà a farci entrare nei suoi panni, invisibili a quasi tutto il resto del mondo, che non sa come ci si sente e quindi pietosamente pare guardare da un’altra parte. Un devastante romanzo di formazione che racconta in modalità struggenti e fantastiche la scoperta del dolore e l’ineluttabilità del male da parte di un adolescente: uno straordinario ed inquietante viaggio nell’intimità di un ragazzo sperduto, ancor più impressionante grazie agli strepitosi disegni di Jim Kay. C’è davvero magia in queste pagine, e chi è passato attraverso un dolore in famiglia avrà l’impressione che l’autore sappia esattamente di cosa sta parlando. Imperdibile. 

Patrick Ness, Sette minuti dopo la mezzanotte, Milano, Mondadori, 2012; pp. 229

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