È
stato indubbiamente uno dei più prolifici scrittori di narrativa avventurosa
per ragazzi lo statunitense Gary Paulsen (1939-2021), autore di oltre duecento
libri tradotti in tutto il mondo, comprese piccole meraviglie come Nelle terre selvagge e John Della Notte. In questo romanzo
breve Paulsen si cimenta con una storia
di formazione a tinte decisamente comiche, a tratti davvero esilarante, e dal
sapore vagamente autobiografico, come si evince dalla chiusa. I due
protagonisti sono quelli che si potrebbero definire “amici per forza”, dato che
sono in assoluto i due studenti più sfigati della Washington Junior High School
di Peat, nel Minnesota, ovvero la voce narrante della storia e il suo amico
Harold, diversissimi per estrazione sociale, per capacità scolastiche e per
carattere, e forse anche per questo una coppia davvero ben assortita. In
particolare il geniale amico del narratore sembra un perfetto nerd, si veste
come un contabile trentenne ed è uno scienziato in erba in grado di appassionarsi
a qualunque mistero della natura. Le tragicomiche disavventure dei nostri eroi
prendono avvio con la disastrosa scoperta da parte di Harold dei benefici effetti
dell’elettricità, scoperta che prelude ad un vero e proprio cataclisma che si
verifica nel bel mezzo della lezione di scienze. Poi si continua con una
sequenza strepitosa di scoperte pseudoscientifiche in un crescendo di
divertimento: il primato del cervello sui muscoli, i rapporti interpersonali, la gravità (grazie a un paio di vecchi sci), l’amicizia,
la pesca e la natura della ricchezza. Le avventure sono improbabili e finiscono
praticamente tutte in un disastro, d’altra parte Il mio amico geniale dimostra che l’adolescenza non è assolutamente
una passeggiata, soprattutto per ragazzi come i due protagonisti, che sono senza
ombra di dubbio i due studenti più impopolari e destinati al fallimento della
loro scuola. Tra parentesi tutti i capitoli sono anticipati da un aforisma del
buon Harold che prelude all’immancabile sviluppo negativo, sprazzi di verità
assoluta come quello dedicato alla pesca con il verme: “I pesci non sanno
niente, mai niente, assolutamente niente, niente di niente. Per questo è così
difficile pescarli”. Il tutto passando attraverso i più classici miti
adolescenziali come il sogno dell’irraggiungibile Julie Hansen, la ragazza
indiscutibilmente più carina della scuola, oppure l’incubo del terribile Dick
Chimmer, il nerboruto bullo della Washington Junior High School, che sembra
esistere più che altro per tormentare i due protagonisti. Assolutamente da provare.
Gary Paulsen, Il mio amico geniale, Padova, Camelozampa, 2021; pp.126