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giovedì 13 febbraio 2025

ANNA, L'APOCALISSE DELL'ADOLESCENZA

Anna di Niccolò Ammaniti, classe 1966, segna un'inversione di tendenza rispetto alla sua produzione precedente e rappresenta il primo tentativo dell'autore romano di mettersi alla prova con il romanzo di marca distopica. Siamo in un futuro imprecisato, che purtroppo non sembra molto distante dal nostro presente: il mondo che conosciamo non esiste più, è stato spazzato via da un'epidemia inarrestabile che ha ucciso tutti gli adulti, lasciando di conseguenza un mondo pieno di bambini e ragazzi orfani. Già, perché infatti il contagio si concretizza quando gli adolescenti arrivano all'età dello sviluppo e sui loro corpi si manifestano i segni inequivocabili della malattia che minaccia di portare la razza umana all'estinzione, la cosiddetta "Rossa". Ci troviamo a scoprire questo quadro apocalittico attraverso gli occhi di Anna, una ragazza di tredici anni rimasta ovviamente orfana della madre e responsabile del fratellino, Astor: i due vivono desolatamente soli in una casa sperduta nella campagna di una Sicilia che pare un ininterrotto cumulo di rovine. Anna ha con sé un quaderno di istruzioni che la mamma le ha lasciato per cercare di sopravvivere quando lei non ci sarebbe stata più, anche se spesso la giovane protagonista si trova davanti un quadro in cui le regole materne sono inefficaci e lei è costretta di volta in volta a improvvisare cercando di fare la cosa giusta. A un certo punto, tutto questo diventa un'impellente necessità, perché il fratellino le viene rapito da una banda di coetanei regrediti a uno stadio tribale: con l'aiuto di un compagno di viaggio incontrato durante la sua ricerca, Anna intraprende un viaggio per ritrovare Astor e sfuggire alla Rossa, che le sta inesorabilmente arrivando addosso con lo scorrere dei giorni, magari arrivando al Continente, dove nell'immaginario di Anna forse qualcuno ha trovato una cura per questo desolato mondo di giovani senza futuro. Una gran bella storia, senza dubbio, di struggente presa narrativa grazie alla capacità di Ammaniti di immergerci nella vicenda attraverso gli occhi della protagonista, che ci fanno scoprire un mondo che sembra l'ombra di quello che conosciamo, in cui i bambini e i ragazzi superstiti, abbandonati a se stessi, sono sopravvissuti grazie ai loro sforzi isolati oppure sono finiti in gruppi selvaggiamente tribali - per tratteggiare i quali di certo Ammaniti ha tenuto presente la lezione di William Golding ne Il signore delle mosche -. Insomma, ne vien fuori un altro gran bel romanzo sulla scoperta della realtà da parte dell'adolescenza, come avremmo potuto aspettarci dall'autore di Io non ho paura e Io e te. Ammaniti si conferma dunque uno scrittore di grande presa anche alla prova con la narrativa di marca distopica. Assolutamente da non perdere. 

Niccolò Ammaniti, Anna, Torino, Einaudi, 2015; pp. pp. 278 

sabato 15 ottobre 2022

LE NOVELLE RUSTICANE DI GIOVANNI VERGA

L’autore siciliano Giovanni Verga (1840-1922) pubblicò la raccolta delle Novelle rusticane nel 1883, nel punto culminante della sua produzione narrativa, tra l’uscita dei suoi capolavori romanzeschi, I Malavoglia e Mastro-don Gesualdo, editi rispettivamente nel 1881 e nel 1889. Le Novelle rusticane insieme alla precedente raccolta di novelle intitolata Vita dei campi costituiscono una sorta di galleria tematica di elementi del Verismo destinati a trovare una più ampia trattazione nelle ambientazioni dei romanzi maggiori. Rispetto a Vita dei campi nelle storie raccontate nelle Novelle rusticane affiora maggiormente il pessimismo di Verga, che occulta la propria voce narrando storie di ordinaria umanità dei più bassi ceti sociali del Meridione, ambientandole spesso nel periodo dell’impresa dei Mille di Garibaldi, che negli intenti avrebbe dovuto portare un po’ di giustizia sociale ma che poi ha finito per tradire le aspettative del popolo, di cui Verga tratteggia l’amara disillusione. Le Novelle rusticane assortiscono complessivamente dodici novelle, ovvero Il ReverendoCos’è il reDon Licciu PapaIl MisteroGli orfani, La roba, Storia dell’asino di S. GiuseppePane neroI galantuominiLibertàDi là dal mare. Dieci delle novelle erano inedite al momento della pubblicazione, mentre due erano state già pubblicate su riviste: La roba era infatti uscita sulla “Rassegna settimanale di politica, scienze, lettere ed arti” del 26 dicembre 1880 e Libertà nella “Domenica letteraria” del 12 marzo 1882. Le due novelle costituiscono senza dubbio i due vertici artistici della raccolta. Nella prima Verga dà forma e sostanza a Mazzarò, singolare esempio di contadino arricchito ed abbrutito dall’ossessione per la cosiddetta “roba”, ovvero per le ricchezze accumulate a dismisura che non sopporta di dover abbandonare, ormai essendo vecchio e destinato a morire: si tratta di un personaggio con notevoli punti in contatto col protagonista di Mastro-don Gesualdo, che vive un’arrampicata sociale culminata nella ricchezza ma che non porta felicità alla sua esistenza. La seconda novella, Libertà, è ispirata a un fatto storico avvenuto a Bronte nell’agosto del 1860, durante l’impresa dei Mille, quando i contadini si rivoltarono contro i notabili locali, contando sul fatto che le proprietà terriere dei nobili sarebbero state ridistribuite al popolo, mentre invece Garibaldi inviò sul posto il fidato Nino Bixio per punire i responsabili dei crimini commessi e ristabilire l’ordine. La novella non cita luoghi e nomi, ma il riferimento alla strage è evidente e la rivolta popolare è tratteggiata come una fiumana inarrestabile, attraverso voci corali che contrappuntano le violenze narrate a tinte forti. Questa raccolta rappresenta un viadotto ideale per entrare nel complesso mondo narrativo di Verga.

Giovanni Verga, Novelle rusticane, Napoli, Medusa, 2007; pp. 167

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...