Carlo
Greppi, classe 1982, è uno storico che collabora con Rai Storia, con la Scuola
Holden e con il blog "Doppiozero", è inoltre presidente della sezione
torinese dell'associazione Deina, con la quale da anni organizza e partecipa ai
viaggi della memoria alla scoperta degli ex lager del Terzo Reich. Proprio
questa esperienza diretta costituisce il cuore pulsante di questo romanzo per
ragazzi, Non restare indietro, in
cui l'autore sembra aver voluto condensare le sue esperienze di accompagnatore
di studenti nei viaggi della memoria. Il protagonista della storia è un
adolescente come tanti altri: si chiama Francesco, ha sedici anni, gioca a
calcio, è un ribelle di buon cuore in guerra con i genitori e con la scuola,
tanto che per un diverbio con la componente docente ha dovuto cambiarla. Ora è
iscritto alla 3C della scuola nuova, con nuovi docenti e con nuovi compagni, e
il cappuccio della sua inseparabile felpa per proteggersi dal resto del mondo.
Tra parentesi Francesco non ha superato la perdita del suo amico più caro, con
cui condivideva la passione per il pallone: cerca di dargli una mano a modo suo
l'altro amico del terzetto, che intende diventare un writer e sta appunto tappezzando tutte le mura del quartiere con la
K che è il suo tag. La storia prende avvio in un lunedì di gennaio quando la
nuova prof di storia spiega cos'è il Giorno della Memoria e presenta alla
classe un progetto che tutti gli studenti faranno insieme, un viaggio
d'istruzione molto particolare, che li porterà a scoprire il punto più basso
toccato dalla razza umana nella sua storia, un viaggio "per non
dimenticare" la Shoah, con destinazione Auschwitz. Nella classe di
Francesco arrivano così due giovani operatori dell'associazione di volontari
che accompagnerà lui e i suoi compagni, prima però dovranno prepararli,
aiutandoli a immedesimarsi con le vittime e con i carnefici, per capire quel
che è stato: il loro approccio è avvolgente e pratico, e Francesco gradualmente
si lascia coinvolgere, anche se non è convinto a fondo del progetto e continua
ad avere dubbi in proposito. In continua alternanza tra la più grande tragedia
della storia e le emozioni irrisolte (e il suo dolore non metabolizzato) del
suo vissuto, il giovane protagonista imparerà a conoscere i suoi nuovi
compagni, abbracciando l'idea di mettersi in viaggio e di capirne il senso per
davvero. Insomma, ne vien fuori un dinamico romanzo di formazione
sull'adolescenza: dalla prospettiva di Francesco vivremo un ventaglio dei
tipici turbamenti di un ragazzo dei nostri giorni (soprattutto la mancanza di
senso e l'incomprensione con gli adulti) alle prese con un viaggio più grande di
lui, che gli servirà per aprire una serie di porte e lasciarsi finalmente alle
spalle ciò che non è riuscito finora ad accettare. Da questo punto di vista Non restare indietro ricostruisce anche
il microverso tipico di una classe delle superiori, dove non manca il ragazzo
con la vocazione del bullo né la prima della classe animata dal desiderio di
fare la cosa giusta e così via, compreso Francesco, che è il classico ragazzo
con la felpa che vuole volare basso e non farsi notare troppo. La galassia giovanile
è ben delineata anche grazie alla ricca colonna sonora che traspare da un
capitolo all'altro, alle citazioni cinematografiche (in particolare la celebre
scena di Monsieur La Padite in Bastardi
senza gloria di Quentin Tarantino) e a vari aneddoti (d'obbligo citare
almeno la tabellina dell'undici che Francesco usa per classificare la storia
del Novecento). Nonostante le tante sequenze "didattiche" si tratte
di un libro scritto con uno stile fresco e accattivante, che conquisterà sia i
lettori adulti che gli adolescenti a cui è rivolto.
Carlo Greppi, Non restare indietro, Milano,
Feltrinelli, 2016; pp. 223