Visualizzazione post con etichetta trieste. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta trieste. Mostra tutti i post

domenica 22 novembre 2020

SU DUE RUOTE CON MARGHERITA HACK

È davvero un gran bel personaggio quella irresistibile ‘toscanaccia’ dell’astrofisica Margherita Hack (1022-2013): astrofisica, accademica, direttrice dell’Osservatorio di Trieste, divulgatrice scientifica e, nei suoi ultimi anni, anche infaticabile attivista, ambientalista, animalista… Nonostante nella sua carriera abbia scritto decine di libri scientifici, forse la prima opera integralmente autobiografica di Margherita Hack è stata proprio La mia vita in bicicletta, che rilegge appunto la sua lunga vita attraverso la prospettiva di uno strumento che l’autrice ha utilizzato con sommo diletto per anni ed anni, la bicicletta. Già, perché le due ruote la simpaticissima scienziata fiorentina le ha prima lungamente vagheggiate fin da bambina, poi, quando finalmente ha avuto la sua prima bici, non l’ha mollata più, usandola per andare ogni mattina al liceo in centro (al Galileo, con una parentesi al Machiavelli), quindi per allenarsi agli Assi (è stata un’ottima saltatrice in lungo), per recarsi all’università e, infine, dopo averne ‘allentato’ l’uso in maturità, per le sue tante gite in bicicletta della terza età (punteggiate anche da altrettante partite di volley), prima di appendere definitivamente la bici al fatidico chiodo. Ovviamente la Hack non ci parla soltanto di escursioni su due ruote, ma anche di giochi infantili al Bobolino, di studi, di sport agonistici e amatoriali, di politica (notevoli gli amari capitoli di ricordi del ventennio fascista), della sua lunga e variegata carriera, dei suoi amati animali (cani e gatti), del compagno di una vita (il mitico Aldo) e delle sue tante battaglie per difendere la natura. Nelle ultime pagine non mancano escursioni nei temi scientifici a lei cari, quando ci parla di inquinamento, di fonti energetiche, di effetto serra, di energie rinnovabili, del nucleare e del sogno della fusione a bassa temperatura. Il tutto sempre sul filo del suo irresistibile buonumore: tra una battuta e l’altra, questa libera pensatrice ci regale una galleria di aneddoti che non dimenticheremo facilmente. Confeziona il tutto l’intrigante prefazione di Patrizio Roversi. Assolutamente da provare.

Margherita Hack, La mia vita in bicicletta, Venezia, Ediciclo Editore, 2011; pp. 157

mercoledì 14 ottobre 2020

SCOPRENDO IL MONDO... A PIEDI

Sì, in effetti un libro come questo risulterà “strano” per la maggior parte dei lettori, soprattutto dei lettori giovani o giovanissimi i quali, stando a recenti indagini statistiche, fanno sempre meno attività fisica. Si tratta di un libro scritto da un “camminatore” d’eccezione, Paolo Rumiz, classe 1947, giornalista de “La Repubblica” e de “Il Piccolo”: è una sorta di diario di bordo del viaggio a piedi da Trieste a Promontore, sulla punta all’estremo Sud della penisola dell’Istria. A piedi è scansionato in sette capitoli per i relativi sette giorni di viaggio percorsi da Rumiz quasi rigorosamente a piedi, tranne un tratto iniziale in autobus. È un viaggio in solitario e aperto ad imprevisti molteplici, che forse costituiscono il vero centro d’interesse del viaggio stesso, che altrimenti consisterebbe, nell’accezione più tristemente diffusa al giorno d’oggi, nel recarsi da un posto all’altro nel modo più asettico ed indolore possibile. Al contrario A piedi dimostra con grande dinamismo ed indubbia facilità che, anche nel terzo millennio, il succo del viaggio consiste nel conoscere gente nuova, nel vivere avventure (talvolta anche a correre pericoli), nel godersi la fatica di andare da un posto all’altro avendo il tempo di guardare cosa c’è ai bordi della strada, che potrebbe essere un sentiero in mezzo al bosco o attraverso un campo incolto. Camminando a piedi, precisa spesso Rumiz, è necessario portarsi nello zaino una quantità adeguata di acqua, the o succo di frutta, perché camminando d’estate si suda molto, è consigliabile indossare un paio di scarpe ben “rodate”, in modo da preservare i piedi, che sono lo strumento primario per compiere il viaggio, è bene portarsi dietro il siero antivipera in caso di incontri indesiderati ed anche avere un numero adeguato di aneddoti da ricordare, dato che chi cammina da solo finirà immancabilmente per parlare con se stesso. E da Trieste a Promontore, passando per Gracischie, Montona, Antignana, Canfanaro, Valle e Fasana, di storie varie, attrattive naturali e storico-artistiche ne scopriremo più d’una seguendo il buon Rumiz: squarci sulla guerra dell’ex Jugoslavia, i confini degli stati da attraversare, gli animali selvatici delle zone circostanti, l’orientamento con le stelle, le birre dei viaggi dei tempi che furono ed infine persone, cibi, bevande e usanze dei paesi dove sostare da una tappa all’altra, che molte sorprese le riservano sempre. Assolutamente da provare e (perché no?) magari da mettere in pratica. Corredano il tutto le illustrazioni di Alessandro Baronciani. 

Paolo Rumiz, A piedi, Milano, Feltrinelli, 2013; pp. 125 


OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...