Pochi
“no” nel corso della storia del Novecento hanno avuto il peso dello storico
rifiuto di Rosa Parks di cedere il proprio posto sull’autobus di linea di
Montgomery, Alabama, su cui era salita il 1° dicembre del 1955 dopo la solita
stancante giornata di lavoro. Il conducente dell’autobus l’aveva minacciata di
chiamare la polizia, ma la donna era rimasta comunque ferma dignitosamente al
suo posto e si era fatta arrestare, consapevole che sarebbe stato soltanto l’inizio
di una lunga lotta contro la segregazione razziale che divideva tutti i luoghi
pubblici degli Stati Uniti d'America (scuole, ospedali, trasporti e così via) tra la popolazione bianca e
quella nera: negli autobus in pratica i posti anteriori (ovvero i migliori)
erano destinati ai bianchi, i posteriori ai neri e quelli centrali a entrambe
le tipologie di passeggeri, ma la legge obbligava i neri a cedere il posto ai
bianchi, anche nel caso fossero saliti successivamente. Rosa Parks lavorava
come sarta in un grande magazzino all'epoca, era già un’attivista del movimento per i
diritti civili ed era stata nominata segretaria della sezione locale di un’associazione
nazionale per il progresso delle persone di colore, la NAACP. Rimase in
prigione soltanto poche ore, perché fu scarcerata grazie a un avvocato bianco
che era un convinto antirazzista. In breve il suo gesto di rifiuto la rese
famosa e spinse la comunità di colore, anche grazie all’impegno del pastore
Martin Luther King, ad avviare una campagna di boicottaggio contro l’agenzia di
trasporti di Montgomery. L’anno successivo il caso di Rosa Parks arrivò davanti
alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che giudicò incostituzionale la
segregazione applicata negli autobus pubblici dell’Alabama. No di Paola Capriolo ricostruisce la
vita di Rosa Parks dall’infanzia – caratterizzata dalla figura di Nonno
Sylvester, che insegnava alla nipotina a non farsi mettere i piedi in testa da
nessuno –, al sogno di diventare maestra, all’incontro con Raymond Parks, il
barbiere (e attivista) che sarebbe diventato suo marito, all’impegno con la NAACP.
È una gran bella storia di resistenza civile, finisce con la morte naturale di
Rosa Parks nel 2005 e l’esposizione della sua bara nella Rotonda del
Campidoglio, a Washington, la prima volta nella storia che un simile onore
venne tributato a una donna divenuta celebre nel mondo come la “madre dei
diritti civili”. Tre anni dopo un uomo di colore, Barack Obama, diventerà
presidente degli Stati Uniti d’America, un momento topico iniziato nel lontano 1955
con il fermo e composto “no” di una sarta afroamericana di quarantadue anni che non aveva più voglia di sopportare soprusi in silenzio.
Paola Capriolo, No, Trieste, Edizioni EL, 2010; pp. 93