Visualizzazione post con etichetta poesia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta poesia. Mostra tutti i post

venerdì 20 maggio 2022

ANTOLOGIA DI SPOON RIVER

Una delle raccolte di poesia più iconiche di sempre è senza dubbio l'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters (1868-1950), che l'autore americano pubblicò a puntate sul "Mirror" di Saint Louis tra il 1914 e il 1915 e poi nella versione definitiva in volume l'anno successivo. Il volume assortisce poesie in versi liberi che raccontano le vite degli abitanti del paese immaginario di Spoon River - che nella realtà deriva dal nome dell'omonimo fiume che scorre nei pressi di Lewistown, la città di residenza dell'autore - e sepolti nel fantomatico cimitero locale: in pratica il libro contiene una serie di epitaffi che raccontano altrettante vite dei defunti che riposano nel cimitero di Spoon River. La versione definitiva del 1916 raccoglie 243 epigrafi più la poesia incipitaria, intitolata La Collina. Masters aveva già l'idea di raccontare i luoghi della sua vita tramite le voci di persone realmente esistite, ma lo spunto per narrarle tramite epitaffi di personaggi già defunti - e dunque, ovviamente, sinceri e obiettivi verso le proprie esistenze ormai concluse - probabilmente gli venne in mente dalla lettura dell'Antologia Palatina, appunto una racconta di epigrammi ed epitaffi greci. Il risultato è una galleria di varia umanità che colpisce allo stomaco il lettore e ne stuzzica l'immaginario con una serie di ritratti ricchi di rivelazioni fulminanti e spesso in grado di fotografare con pochi tratti l'anima di un uomo. Nonostante Masters si fosse posto lo scrupolo di cambiare i nomi, siccome tutte le storie del suo libro erano assolutamente vere e tratte dalle piccole realtà di Petersburg e Lewistown, successe che gli abitanti di queste comunità, in grado di cogliere le "fonti" umane del libro, bandirono il poeta a vita. Alcuni personaggi della raccolta sono in effetti davvero autentici, come il dottor Siegfried Iseman, che tradì il giuramento d'Ippocrate e finì dietro le sbarre fabbricando un elisir di lunga vita, o George Gray, che ha una barca con vele ammainate scolpita sulla lapide perché per timore finì per vivere una vita immobile, o Francis Turner, morto ragazzo baciando la sua Mary "con l'anima sulle labbra", o il giudice Selah Lively, schernito tutta la vita per la sua bassa statura e vendicativo una volta divenuto giudice della vita del prossimo, o lo sfortunato Walter Simmons, atteso da un destino luminoso che mai arrivò per mancanza di genio, o l'ottico Dippold, che aveva sempre una lente giusta per tutti. L'immediato successo delle prime poesie sconvolse letteralmente la vita di Edgar Lee Masters, che iniziò a comporre la sua grande galleria poetica a ritmo continuo e alla fine decise di abbandonare la legge per diventare scrittore a tempo pieno, anche se le sue opere successive non ebbero la stessa fortuna, ben presto i proventi editoriali dell'Antologia cominciarono a sfumare e l'autore visse la vecchiaia in condizioni economiche sempre più difficili. Il capolavoro di Edgar Lee Masters conobbe ben presto un grande successo anche nel vecchio continente e in Italia corre l'obbligo di citare almeno l'omaggio che  fu tributato al libro da un grande cantautore come Fabrizio De André, che ne fu ispirato per l'album Non al denaro, non all'amore né al cielo del 1971. Insomma, una raccolta poetica in cui ci si perde subito e che non si dimentica più...

Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River, Torino, Einaudi, 1971; pp. 257 


sabato 23 aprile 2022

PER SEMPRE INSIEME, AMEN

Per sempre insieme, amen è l’ennesimo piccolo capolavoro di uno scrittore specializzato nella narrativa per ragazzi, l'olandese Guus Kuijer, classe 1942, che negli ultimi quarant'anni ha vinto moltissimi premi letterari e nel 2012 si è visto assegnare addirittura il Premio Astrid Lindgren, il riconoscimento internazionale più prestigioso per quanto riguarda la letteratura per ragazzi. Ma passiamo senza indugi ulteriori alla storia raccontata in Per sempre insieme, amen: ne è protagonista un'irresistibile undicenne che si chiama Polleke, un'adolescente dal problematico background familiare, forse in misura superiore alla media, in effetti. All'inizio della storia Polleke ha un diverbio col fidanzato Mimun, un compagno di classe di origine marocchina: lo screzio induce il maestro di Polleke ad improvvisare una lezione contro la discriminazione razziale, innescando la reazione della mamma della piccola protagonista, che non ha apprezzato che a sua figlia sia stata affibbiata la poco lusinghiera etichetta di razzista. Quando però il maestro incontra la mamma della ragazzina, che è separata dal marito, scocca la fatidica scintilla, tanto per rendere ancora più problematica la situazione della povera Polleke. La reazione della protagonista è perfettamente normale, dato che è rimasta molto legata al padre, nonostante lui abbia abbandonato la madre per sposare un'altra: Polleke infatti suole perdonare ogni cosa al genitore, che appartiene a pieno merito alla categoria dei PP (padri problematici), e che considera un poeta anche se non ha mai scritto un solo verso in vita sua. Al contrario i versi (e le preghiere) di Polleke contrappuntano i brevissimi capitoli di questo breve romanzo di formazione con la concisione e l’efficacia tipica degli haiku giapponesi: “A volte la parola cade / come un fiocco di neve, / a volte come una pietra, e tutti dicono; silenzio,/ lì cade una parola”. In mezzo a siffatti spunti lirici questa impagabile ragazzina trova anche il tempo per accudire la vitellina dei nonni di campagna (cui viene dato il suo stesso nome), svincolarsi dalla predestinazione matrimoniale del suo ex fidanzato ed infine dare una mano al suo dissennato genitore, che è stato buttato fuori di casa dalla nuova compagna e sembra addirittura piombato nella tossicodipendenza. Una bella storia, tutto sommato, nonostante la strana miscela narrativa con cui è stata confezionata, che assortisce problematiche variegate: una tipica famiglia contemporanea (davvero parecchio complicata), una frammentata multiculturalità di sfondo (piena di stereotipi classici e difficili da risolvere), un’adolescenza difficile fotografata nel bel mezzo di un amore difficoltoso, e infine quel complesso processo che porta ognuno a trovare il suo posto nel mondo, il tutto con uno spruzzo di poesia ricca di emotività. Sembra impossibile, ma funziona, ed è pure gradevole da leggere… 

Guus Kuijer, Per sempre insieme, amen, Milano, Feltrinelli, 2012; p. 94


OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...