mercoledì 24 febbraio 2021

ESPERIMENTO DI VERITÀ

Da sempre Paul Auster, classe 1947, si è dimostrato uno scrittore capace di cogliere le piccole cose senza importanza che, talvolta, nella vita sogliono ripetersi, cristallizzandosi in coincidenze apparentemente incredibili. Una delle opere più note del narratore newyorchese s’intitolava appunto La musica del caso, ed il suo primo romanzo, Città di vetro (contenuto ne La trilogia di New York) prendeva avvio proprio da un numero di telefono sbagliato, una strada coincidenza che si ripeteva tre volte, trasformando infine un tranquillo autore di gialli in un estemporaneo detective privato. Auster nel corso degli anni ha raccolto gli aneddoti curiosi appresi da amici e da conoscenti (oltre a quelli vissuti in prima persona), fatti forse insignificanti ma che instillano il dubbio che il senso della vita, in qualche modo, sia riposto proprio in questi indecifrabili concorsi di eventi: tutto sta nell’avere l’occhio (e la penna) allenato a coglierle. L’autore americano ha scritto la sua prima raccolta di microracconti, intitolata Il taccuino rosso, nel 1992, aggiungendone in seguito altre tre (ovvero Perché scrivere?, Denuncia di sinistro e Vuol dire niente): le ha poi riunite in questo Esperimento di verità, che per l’appunto, attraverso il fil rouge dei ventiquattro microracconti in esso contenuti, costituisce un esperimento curiosamente affine agli esperimenti canonici di fisica o di chimica. La scommessa di Paul Auster è dimostrare come paradossalmente la realtà di tutti i giorni abbia una sua logica interna ed impenetrabile, a prescindere dai nostri sforzi per razionalizzarla. Qualche esempio per dare meglio l'idea? Pensiamo ad una monetina lanciata dalla finestra che si perde per strada per essere ritrovata più tardi allo stadio (al bisogno, come per magia), o a come possa capitare che un prigioniero in un campo di concentramento ed il suo custode si ritrovino quarant’anni dopo per il matrimonio dei figli, divenendo amici inseparabili, o infine come due amici smettano di vedersi perché le rare volte che s’incontrano forano sempre le gomme dell’automobile. Sarà un caso? Difficile a dirsi, ma Paul Auster a un certo punto ci racconta anche come uno strano scherzo del destino lo abbia privato, quand'era bambino, dell'autografo del suo campione di baseball preferito, così da indurlo a spostarsi sempre con un taccuino e un lapis, per non farsi più sorprendere impreparato... e finendo di fatto per diventare uno scrittore. Nella riedizione del 2005 l'Einaudi ha aggiunto alla raccolta il proverbiale tocco di classe aggiungendo anche uno dei racconti più indimenticabili dell'autore newyorchese, apparso per la prima volta nella sceneggiatura di Smoke: si tratta di uno dei più formidabili racconti di Natale di sempre, ovvero Il racconto di Natale di Auggie Wren, ambientato ovviamente nella festa tradizionale più amata ma riletta da una prospettiva originale ed indimenticabile. Tutto questo rende questa raccolta di racconti che non arriva neanche a cento pagine un'esperienza narrativa semplicemente unica, un vero gioiellino, insomma...

Paul Auster, Esperimento di verità, Torino, Einaudi, 2005; pp. 97

martedì 23 febbraio 2021

BREVE STORIA DEL MONDO: GOMBRICH RACCONTA...

Ernst H. Gombrich (1909-2001), critico d'arte di fama mondiale di origini viennesi, in questo libro scritto in età giovanile si cimenta nell'impresa, davvero ardua, di raccontare la storia del mondo dall'età della pietra ai giorni nostri condensandola in un volume di poco più di trecento pagine. La Breve storia del mondo nasce dichiaratamente come un libro diretto ad un pubblico appartenente all'infanzia e alla prima adolescenza, ed è dettato dalla ferma convinzione dell'autore «che si possa esprimere qualsiasi concetto con un linguaggio semplice e comprensibile anche da un bambino» - convinzione peraltro confermata dalla scrittura semplice e discorsiva usata da Gombrich anche nei suoi saggi critici -. L'autore, nei quaranta capitoli che compongono questa escursione storica ad ampio spettro dalla Preistoria ai giorni nostri, oltre a fatti e personaggi non trascura di illustrare scoperte, invenzioni, mutamenti sociali, svariando con la stessa consueta trasparenza dall'intuizione dell'alfabeto alle armi atomiche. L'afflato è intrigante e felicemente didascalico: sfogliando le pagine si ha la sensazione di sentirsi raccontare la storia da una sorta di vecchio zio che ne ha viste tante più di noi e vuole aiutarci ad entrare nelle complesse pieghe della realtà cercando di semplificarla a nostro uso e consumo. Assolutamente da provare e il consiglio è di mettere l'autore alla prova "assaporando" i periodi storici più complessi.

Ernst H. Gombrich, Breve storia del mondo, Firenze, Salani, 2006; pp. 332

ULTIMO VIENE IL CORVO

Si tratta di una raccolta di racconti del 1949 di Italo Calvino, raccolta che prende il titolo dal racconto Ultimo viene il corvo, già pubblicato sulle pagine del quotidiano "L'Unità" (dei trenta racconti solo sette erano inediti nella prima edizione). Nelle edizioni successive della raccolta la lista dei racconti è stata cambiata ma da quella del 1976 la prima è stata recuperata ed è diventata quella definitiva. Non esiste un filo rosso in grado di collegare tutti i racconti, che si possono suddividere in tre filoni: il primo è caratterizzato dall'ambientazione nel periodo della Resistenza - che Calvino visse in prima persona e che ha riversato nel romanzo Il sentiero dei nidi di ragno, il romanzo apripista della cosiddetta narrativa di Resistenza -, il secondo vede protagonisti vari esempi picareschi di un'umanità semplice e animata da desideri basici, mentre il terzo ha un taglio più autobiografico ed è ispirato all'infanzia dell'autore in Liguria. Il raccolto ovviamente più riuscito della raccolta è quello che le presta il titolo, Ultimo viene il corvo, che ha come protagonista un ragazzino letteralmente fulminato dalla scoperta del fucile, con cui si dimostra un infallibile cecchino, capace di colpire oggetti molto distanti e perfino in movimento. Sembrerebbe una normale storia di partigiani, invece Calvino tratteggia un ragazzino che è stato affascinato dalla capacità dell'arma da fuoco di azzerare le distanze, come una sorta di magia: l'occhio vede distanti i bersagli, che l'aria separa dall'occhio, ma la pressione sul grilletto consente di dimostrare che si tratta di un'illusione, svelata appunto dal fucile. Nel simbolico finale il ragazzino protagonista costringerà dietro un masso in mezzo a una radura circondata dal bosco un soldato tedesco: si tratta di un luogo di passo per uccelli, che il ragazzino si mette ad abbattere assecondando il suo desiderio di centrare bersagli, finché in cielo apparirà un sinistro corvo che comincerà a stringersi in cerchi concentrici sempre più stretti... Da segnalare, per quanto concerne la seconda tipologia, Furto in una pasticceria (che è finito sul grande schermo sia ne I soliti ignoti di Mario Monicelli che in Palookaville), mentre per la terza è d'obbligo ricordare Un bastimento carico di granchi. Assolutamente da non perdere, come la maggior parte della produzione narrativa di Italo Calvino.

Italo Calvino, Ultimo viene il corvo, Milano, Mondadori, 2016; pp. 230

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...