Visualizzazione post con etichetta Diario di scuola. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Diario di scuola. Mostra tutti i post

lunedì 20 dicembre 2021

LA SCUOLA SECONDO PENNAC

Il grande Daniel Pennac, classe 1944, non aveva certo bisogno di questo libro per entrare nei nostri cuori: lo aveva già fatto negli anni Novanta con la strepitosa saga di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, e della sua variopinta e sgangherata famiglia, con romanzi esilaranti e straordinari al tempo stesso come Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola e Signor Malaussène, Anche dell’amore di Pennac per la scuola già si sapeva, non solo per il romanzo Signori bambini del 1998, ma anche perché prima di diventare scrittore a tempo pieno l’autore transalpino è stato per anni un professore di francese. Ma Diario di scuola è decisamente un’altra cosa, qualcosa che Pennac non aveva mai azzardato prima:addirittura un romanzo-diario-confessione sulla propria storia di “asino”, ovviamente dal punto di vista scolastico. Ecco, uno dei motivi per cui questo libro dovrebbe diventare un titolo obbligatorio per gli studenti di ogni ordine e grado – anche se lo stesso Pennac si risentirebbe, leggere in merito Come un romanzo, il suo bellissimo saggio sulla lettura… – è perché, pagina dopo pagina, Diario di scuola riesce a trasmettere un’energia ed una motivazione invidiabili: dovrebbe leggerlo ogni ragazzo che si sia sentito stremato dal ritmo didattico della propria classe, incapace di conseguire buoni risultati o schiacciato da critiche troppo ponderose. Pennac comincia ad intrigarci tratteggiando con ironia dolceamara i suoi disastrosi primi passi dietro ad un banco di scuola, fino all’imposizione del collegio da parte dei genitori come ultima carta, una scelta disperata che imbriglierà il giovane ‘somaro’ Pennac allo studio in orari prestabiliti, offrendogli occasionalmente qualche docente col fiuto del salvatore, capace di cominciare a far emergere il futuro insegnante e scrittore di fama. Infine, incredibile a dirsi, Pennac ci racconta di essere arrivato alla laurea nel 1969 per poi dedicarsi all’insegnamento, un evento commentato con toni ironicamente apocalittici dal padre, che disse al figlio ex asino che se c’era voluto la rivoluzione per farlo laureare, come minimo per il dottorato sarebbe servita la terza guerra mondiale. A seguire il Pennac divenuto docente ci racconta anche i suoi sforzi per sottrarre i tanti studenti somari capitati davanti a lui dal loro personale dolore e dalla mancanza di autostima, colorando il tutto con aneddoti vari, bozzetti e battute. La differenza tra un bravo e un cattivo professore, osserva il docente-scrittore transalpino, è che il bravo maestro sa calarsi nella classe, anche se magari la società contemporanea gli ha consegnato una classe di studenti-consumatori, di veri e propri ‘clienti’, ma che l’amore incondizionato può comunque ‘salvare’ (anche se per Pennac il termine non si dovrebbe usare). Da questo punto di vista possono aiutare anche pratiche considerate desuete come lo studio a memoria o il dettato, sempre utilissime, almeno a patto d’essere affiancate da tecniche d’insegnamento efficaci e, possibilmente, divertenti. Un gran bel libro che offre spunti di vero genio dal punto di vista didattico, oltre ad un gran numero di aneddoti imperdibili proposti nello stile affabulatorio di Daniel Pennac, che ci intriga con il lato meno eclatante della sua vita. Assolutamente da non perdere. 

Daniel Pennac, Diario di scuola, Milano, Feltrinelli, 2008; pp. 241


OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...