A pensare di
scoprire un cospicuo catalogo di libri di questo autore di origini tedesche
naturalizzato britannico, si rischierebbe una delusione: l’opera più famosa di
Fred Uhlman infatti è proprio L’amico
ritrovato, che ha ispirato l’omonima pellicola di Jerry Schatzberg. Nato a
Stoccarda nel 1901, Uhlman è morto a Londra ad ottantaquattro anni, ed è anche
autore di un’autobiografia intitolata Storia
di un uomo. Considerando che ha poco più di un’ottantina di pagine, L’amico ritrovato rientra nella
tipologia del romanzo breve, anche se racconta una storia di quelle che si
possono ritenere davvero di grande respiro. La vicenda narrata è ambientata per
gran parte nel periodo che prelude al secondo conflitto mondiale, a Stoccarda
per l’esattezza, ed è più che altro la storia di una splendida amicizia tra due
ragazzi, la classica amicizia che si ricorda per una vita intera. I due s’incontrano
sui banchi dell’esclusivo liceo che entrambi frequentano nella città tedesca ma
la loro estrazione sociale è la più diversa che si possa immaginare: uno, Hans,
è figlio di un medico ebreo, mentre l’altro, Konradin, proviene da una delle
più antiche famiglie aristocratiche di tutta la Germania. In un decennio
politicamente marcato come quello degli anni Trenta a dividere i due ragazzi si aggiungono la
storia, il Nazismo, il pregiudizio razziale. Il padre del ragazzo ebreo nel
1938 prende la drammatica decisione di staccarsi dal figlio per garantirgli un
futuro in America. E la Shoah segna Hans per tutta la vita, indelebilmente, proprio
come quella preziosa amicizia andata in frantumi insieme ai sogni della sua
giovinezza, ma questo piccolo libro si rivela un’autentica bomba ad orologeria
nel finale, quando la verità restituirà alle cose la giusta prospettiva. L’autore,
originario di Stoccarda e transfuga dalla Germania negli anni Trenta, in
Inghilterra divenne un affermato pittore e pubblicò L’amico ritrovato a settant’anni, azzeccando un’opera destinata a
diventare un classico: Ulhman stesso d’altra parte disse che “si può sopravvivere
con un solo libro”, come conferma decisamente L’amico ritrovato, di cui l’autore scrisse i due seguiti Un’anima non vile e Niente resurrezioni, per favore, che
insieme hanno così composto la cosiddetta Trilogia
del ritorno. Questo libro è una piccola gemma da leggere per non
dimenticare che anche la pagina più buia della storia non è riuscita a spegnere
la luce di una bella amicizia tra due ragazzi. Una splendida storia per tutte
le età.
Fred Uhlman, L’amico
ritrovato, Milano, Feltrinelli, 1991; pp. 93