Non è la prima volta che Erri De Luca, classe 1950, nella sua
lunga e variegata carriera di scrittore a trecentosessanta gradi – narratore,
poeta, giornalista e teatrante – gioca la carta del romanzo di formazione, ma I pesci non chiudono gli occhi sotto
questo fronte è davvero un diamante grezzo di rara bellezza. De Luca si
racconta nell’estate dei suoi dieci anni, in una vacanza al mare (probabilmente
a Ischia) insieme alla madre, momentaneamente sola coi figli in quanto il
marito se ne è andato a cercare fortuna a New York, dove forse, una volta
sistemato, dovrà raggiungerlo il resto della famiglia. Si tratta di un’estate d’attesa,
che è un po’ la cifra riposta di questa stagione tradizionalmente di vacanza,
in attesa appunto di un nuovo periodo, di un nuovo anno scolastico o di una
nuova vita, chissà… L’attesa è più che mai sensibile per il piccolo
protagonista, la voce narrante del romanzo, che deve pure darsi da fare a
Matematica, in quanto è stato rimandato a settembre alla fine della prima media
e deve prendere periodicamente ripetizioni dal maestro dell’isola sul tavolo di
un bar: l’affanno principale del ragazzo però non è imputabile alla scuola, ma
al suo corpo di adolescente che non cresce al passo con la sua testa di lettore
curioso, che sta cominciando a formulare pensieri da adulto in embrione. E
fatalmente i pensieri di un adolescente a cui non sembra di crescere di un
centimetro finiscono per puntare, quasi inconsapevolmente, su una coetanea,
lettrice anche lei, che condivide la stessa spiaggia del protagonista e che non
si sottrae quando lui le chiede della comune (ed evidente) passione per la
lettura. La nuova amicizia non passa inosservata a tre bulletti di poco più
grandi del protagonista, che inizieranno a prenderlo di mira sempre più
palesemente anche e soprattutto in reazione alle attenzioni che la ragazzina gli
riserva (il cui nome l’autore ha perso per sempre tra i meandri della sua memoria
diventando adulto). Il quadro del libro è questo e nel suo breve sviluppo Erri
De Luca riuscirà a chiarirci le idee su un pugno di tematiche assai sensibili
nell’universo dell’adolescenza e dintorni: la metamorfosi del corpo che cambia
(o ingenera ansia perché non cambia),
i sentimenti “da adulti” come l’odio, l’amore o il senso di giustizia che iniziano
a nascere dentro causando cataclismi emotivi e il sogno di una vita diversa che
aleggia all’orizzonte. I pesci non
chiudono gli occhi condensa tutto questo in un piccolo libro di poco più di
un centinaio di pagine felicemente sospeso a metà tra un romanzo di formazione e
un’autobiografia d’autore nell’estate dei suoi dieci anni. Assolutamente da
scoprire, come il titolo, di cui capiremo il senso riposto soltanto alla fine.
Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi, Milano,
Feltrinelli, 2011; pp. 115