La
storia è tragicamente nota, purtroppo, nel bene e nel male: Anne Frank
ricevette un diario in regalo per il suo tredicesimo compleanno, il 12 giugno
del 1942, e cominciò a scriverci come qualunque ragazzina della sua età scene
di ordinaria vita scolastica, infatuazioni sentimentali, libri preferiti, sogni
per il futuro. Ma a un certo punto la sua famiglia, di origine ebraica e di
Francoforte ma emigrata ad Amsterdam in seguito all’ascesa di Hitler in
Germania, dovrà nascondersi negli uffici della ditta del padre, Otto Frank,
insieme a un’altra famiglia ebraica per evitare di essere catturata e finire in
un campo di concentramento. E così per due anni Anne continuerà a scrivere in
cattività le pagine del suo diario, iniziando a rivolgersi a lui chiamandolo
Kitty, fingendo che sia il nome di una migliore amica di cui sente la grande
mancanza: giorno dopo giorno Anne ci racconta le paure e le speranze, i momenti
di angoscia e le esperienze della sua piccola comunità che cerca di resistere
in clausura finché non ci sarà più pericolo per loro fuori. Sono
particolarmente struggenti le pagine in cui Anne parla del suo desiderio di
diventare da grande una scrittrice o una giornalista, criticando le sue
composizioni in modo lucidamente implacabile per quanto consapevole di essere
dotata di talento . All’inizio del 1944 Anne aveva sentito alla radio il
ministro dell’educazione in esilio affermare che tutte le sofferenze vissute
dal popolo olandese durante l’occupazione nazista un giorno avrebbero dovuto
essere raccolte e pubblicate: così aveva iniziato a ricopiare le lettere della
prima stesura del diario correggendole, tagliando le parti meno interessanti,
integrando quelle che le parevano meno sviluppate. Il Diario s’interrompe con l’ultima annotazione del 1° agosto 1944: poco
dopo i Frank furono catturati dalla Gestapo e deportati nei campi di
concentramento nazisti, Anne e la sorella Margot morirono entrambe di tifo a
Bergen-Belsen pochi giorni prima della liberazione, come la madre Edith, mentre
il padre Otto fu l’unico superstite della Shoah: tornò ad Amsterdam, pubblicò
il Diario della figlia minore nel
1947, che divenne in breve un classico della narrativa per ragazzi e del genere
autobiografico. L’edizione Einaudi, con prefazione di Eraldo Affinati e con uno
scritto di Natalia Ginzburg, propone anche una ricostruzione degli ultimi anni
di vita di Anne e della sorella Margot. Si tratta dell’edizione definitiva
approvata dall’Anne Frank Fonds. Assolutamente da leggere.
Anne Frank, Diario,
Torino, Einaudi, 2014; pp. 359