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mercoledì 16 giugno 2021

IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO

 

Il capolavoro indiscusso di Italo Calvino è la visionaria e grottesca trilogia romanzesca intitolata I nostri antenati - comprendente rispettivamente Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente - ma è in un genere completamente diverso che l’autore ligure ha esordito come narratore con Il sentiero dei nidi di ragno, romanzo breve di chiaro impianto neorealista che ha aperto la cosiddetta narrativa di Resistenza. Nella sua opera prima Calvino ha riversato – espropriandosene, per certi versi – buona parte del proprio bagaglio personale di ricordi giovanili, quelli ‘ingombranti’ almeno, accumulati nel suo periodo di militanza attiva nei ranghi della Resistenza partigiana. Il romanzo, ambientato tra una cittadina ligure tra la riviera di Ponente e le montagne dell’entroterra, fu scritto nell’immediato Dopoguerra e pubblicato nel 1947 con una prefazione di Cesare Pavese. Protagonista de Il sentiero dei nidi di ragno è un bambino, Pin, che ha perso i genitori e vive con la sorella (una giovane prostituta) in un clima di privazioni e confusione, nel periodo della Resistenza, appunto. Avendo trovato una pistola lasciata distrattamente in casa sua da un soldato nazista dopo un occasionale incontro mercenario con la sorella, Pin decide di nascondere l’arma in un sentiero sperduto, per lui quasi magico, l’unico al mondo (a suo parere) dove i ragni facciano il nido. Pin entra poi in un contraddittorio gruppo di partigiani, ognuno con la sua storia ed un indistinto (e personale) ideale di Resistenza da seguire. Quando il drappello si sfascia, Pin resta con un partigiano, il Cugino, avviandosi, in uno splendido finale interrotto, verso la notte illuminata da lucciole, nella campagna, senza meta, l’uomo e il bambino mano nella mano: intorno a loro una guerra civile, anch’essa contraddittoria, sfumata, comprensibile a pochi. Il sentiero dei nidi di ragno è un romanzo di formazione che racconta uno strano percorso di iniziazione alla vita, caratterizzato da un realismo di base cui s’intrecciano in sottofondo i fili del meraviglioso, del fantastico e del fiabesco, una peculiarità stilistica che diventerà il tratto distintivo dello scrittore ligure negli anni della maturità. Il romanzo si fa leggere e cattura subito il lettore per la particolare prospettiva dal basso scelta da Calvino per raccontare la storia.

Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, Milano, Garzanti, 1991; pp. 199   


martedì 23 febbraio 2021

ULTIMO VIENE IL CORVO

Si tratta di una raccolta di racconti del 1949 di Italo Calvino, raccolta che prende il titolo dal racconto Ultimo viene il corvo, già pubblicato sulle pagine del quotidiano "L'Unità" (dei trenta racconti solo sette erano inediti nella prima edizione). Nelle edizioni successive della raccolta la lista dei racconti è stata cambiata ma da quella del 1976 la prima è stata recuperata ed è diventata quella definitiva. Non esiste un filo rosso in grado di collegare tutti i racconti, che si possono suddividere in tre filoni: il primo è caratterizzato dall'ambientazione nel periodo della Resistenza - che Calvino visse in prima persona e che ha riversato nel romanzo Il sentiero dei nidi di ragno, il romanzo apripista della cosiddetta narrativa di Resistenza -, il secondo vede protagonisti vari esempi picareschi di un'umanità semplice e animata da desideri basici, mentre il terzo ha un taglio più autobiografico ed è ispirato all'infanzia dell'autore in Liguria. Il raccolto ovviamente più riuscito della raccolta è quello che le presta il titolo, Ultimo viene il corvo, che ha come protagonista un ragazzino letteralmente fulminato dalla scoperta del fucile, con cui si dimostra un infallibile cecchino, capace di colpire oggetti molto distanti e perfino in movimento. Sembrerebbe una normale storia di partigiani, invece Calvino tratteggia un ragazzino che è stato affascinato dalla capacità dell'arma da fuoco di azzerare le distanze, come una sorta di magia: l'occhio vede distanti i bersagli, che l'aria separa dall'occhio, ma la pressione sul grilletto consente di dimostrare che si tratta di un'illusione, svelata appunto dal fucile. Nel simbolico finale il ragazzino protagonista costringerà dietro un masso in mezzo a una radura circondata dal bosco un soldato tedesco: si tratta di un luogo di passo per uccelli, che il ragazzino si mette ad abbattere assecondando il suo desiderio di centrare bersagli, finché in cielo apparirà un sinistro corvo che comincerà a stringersi in cerchi concentrici sempre più stretti... Da segnalare, per quanto concerne la seconda tipologia, Furto in una pasticceria (che è finito sul grande schermo sia ne I soliti ignoti di Mario Monicelli che in Palookaville), mentre per la terza è d'obbligo ricordare Un bastimento carico di granchi. Assolutamente da non perdere, come la maggior parte della produzione narrativa di Italo Calvino.

Italo Calvino, Ultimo viene il corvo, Milano, Mondadori, 2016; pp. 230

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...