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domenica 10 marzo 2024

DEDALO & DHARMA, UN’AVVENTURA MAGICA NEL MONDO DEL CINEMA

Lui è Manlio Castagna da Salerno, classe 1974, sceneggiatore, regista, critico cinematografico e scrittore di spicco della narrativa per ragazzi italiana a partire dall’esordio con la saga di Petrademone, autore peraltro de La notte delle Malombre e regista del docufilm Il viaggio degli eroi, con Marco Giallini. In Dedalo & Dharma. Fuga dal Cinema Kazan Castagna ha condensato tutto il suo amore per il la settima arte, creando una storia multitasking che parte da un cadente vecchio cinema di provincia dove capita qualcosa di incredibile sulla falsa riga del mitico La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen: un personaggio di un film esce dallo schermo ed approda al mondo reale. La miccia d’innesco della trama sta tutta qui e lo strano caso si verifica in quel di Folgheri, ridente cittadina marina che si vivacizza d’estate ma resta di una noia mortale tutto l’anno. È qui che vive Dedalo, che ha una grande passione per il cinema ed è appena stato mollato dalla ragazza dopo ben cinque giorni di fidanzamento. Per aiutarlo a dimenticare arriva nel cadente cinema Kazan arriva il film del momento, The Rindwalker, un horror scifi stile Alien in cui una creatura aliena approda sul nostro pianeta per mietere vittime a profusione. Il problema è al minuto sette del film appare sullo schermo il personaggio di Dharma e Dedalo se ne innamora a prima vista, al punto che continua ad ammirarla in tutte le repliche successive nonostante il personaggio non sia destinato a fare una bella fine. E una fatidica sera accade l’impossibile: Dharma supera lo schermo ed entra nel mondo reale, per la gioia di uno stupefatto Dedalo. Purtroppo l’ha inseguita anche il Rindwalker, che potrebbe fare una strage, e la presenza di Dharma minaccia l’esistenza stessa dell’attrice che ha dato vita al suo personaggio nel film, Mia Miller. Sarà il buon Elia, il misterioso gestore del Kazan, a svelare ai due ragazzi che Dharma è una cosiddetta escapee e che è assolutamente necessario che ritorni nel suo film. Per riuscirci i due protagonisti dovranno trovare i varchi giusti nel multiverso cinematografico cercando di stare attenti ai custodi che proteggono ogni pellicola dall’ingresso di intrusi indesiderati: saranno accompagnati nell’avventura dagli impagabili fratelli Crisa e Lelio, e per rimettere le cose a posto dovranno saltare da un film all’altro, talvolta finendo nel titolo sbagliato. Dedalo & Dharma. Fuga dal Cinema Kazan è una vera dichiarazione d’amore per il cinema e ci porta a spasso tra generi molto diversi ma sempre ricostruiti con sapienza descrittiva e tramite un corredo di splendide locandine realizzate da Kalina Muhova che amplificano il multiverso di celluloide che Castagna ha inventato per i suoi lettori. Per certi versi si tratta anche di un’avventurosa storia di formazione, di una struggente storia d’amore e di bella storia d’amicizia, il tutto centrifugato e shakerato con tinte fantastiche ed orrorifiche. Insomma, il romanzo si fa leggere dalla prima all’ultima pagina, aspettando la vera conclusione che l’autore si permette di dilatare ad arte. Chi ha apprezzato La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick farà meglio a mettersi alla prova anche con l’ultima fatica di Manlio Castagna. Da non perdere.

Manlio Castagna, Dedalo & Dharma. Fuga dal Cinema Kazan, Milano, Mondadori, 2023; pp. 364

giovedì 26 ottobre 2023

LADIES AND GENTLEMEN… THE BEST OF ISAAC ASIMOV

Questa antologia in due volumi raccoglie i racconti più rappresentativi della carriera del grande Isaac Asimov (1920-1992) – universalmente riconosciuto come il nume indiscusso della narrativa fantascientifica – selezionati e presentati da lui medesimo. Il meglio di Asimov complessivamente assortisce dodici racconti di varie misure partendo da Naufragio, il primo racconto che l’autore diciottenne riuscì a pubblicare (il terzo che aveva scritto fino ad allora), per arrivare a Immagine speculare, che è l’unico racconto breve di cui sono protagonisti due tra i personaggi più celebri della narrativa asimoviana, Elijah Baley e Daneel Olivaw, rispolverati dall’autore americano per gli appassionati che gli chiedevano a gran voce un nuovo romanzo dedicato ai due. In mezzo a questi due estremi cronologici il lettore curioso potrà trovare varie chicche della corposa produzione di narrativa breve di Asimov, come Notturno, che alcuni ritengono la miglior storia di fantascienza mai scritta e che narra di un pianeta sempre illuminato da vari soli ma finito per la prima volta nelle tenebre, oppure Chissà come si divertivano, un brevissimo racconto sulla scuola contemporanea vista dalla prospettiva di due ragazzini del futuro – scritto da Asimov su richiesta per un amico e poi sorprendentemente divenuto di grande successo –, o ancora L’ultima domanda, che ha il pregio di essere il racconto preferito dell’autore, che scrisse di getto e senza necessità di correzioni questa strana storia sull’entropia con un sorprendente finale a sorpresa. Insomma, si tratta di un‘antologia ideale per addentrarsi nella narrativa di Asimov, sebbene la scelta di non attingere ad altre precedenti raccolte – prima tra tutte la celeberrima Io, robot – finisca per sminuire l’ottica denunciata dal titolo. Non a caso l’autore stesso introducendo questi due volumi si chiedeva con fare sornione chi mai avrebbe comprato una raccolta di “racconti abbastanza buoni e piuttosto rappresentativi di Isaac Asimov” se il titolo fosse stato questo… In ogni caso, vale assolutamente la pena di leggerla, questo è sicuro.

Isaac Asimov, Il meglio di Asimov, Milano, Mondadori, 1978; 2 voll.; pp. 238 e 205

domenica 9 ottobre 2022

IL SOGNO DEGLI ANDROIDI E IL CUPO FUTURO DI PHILIP K. DICK

Il romanzo in assoluto più noto della sterminata produzione dello scrittore americano Philip K. Dick (1928-1982) risale al 1968 e s’intitola Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, ma in Italia il libro è stato pubblicato anche col titolo Il cacciatore di androidi e ovviamente Blade Runner, mutuando l’omonimo film di Ridley Scott del 1982 con Harrison Ford, Rutger Hauer e Sean Young, indiscusso cult movie del cinema fantascientifico. La storia è ambientata nell’oscuro scenario post-apocalittico della San Francisco del 1992, in un mondo in decadenza da cui l’umanità ha cercato di scappare emigrando nelle colonie extramondo. Sulla Terra le specie animali sono praticamente tutte estinte e quindi in molti cercano di acquistare copie di animali prodotte in laboratorio o i meno pregiati simulacri robotici, esattamente come la pecora elettrica (peraltro mal funzionante) del protagonista della storia, Rick Deckard, di professione cacciatore di taglie di androidi sfuggiti al controllo degli umani e dunque da ‘ritirare’ ovvero da eliminare. Il buon Deckard vive con la moglie Iran e si sente frustrato per non essere riuscito ancora ad acquistare un animale domestico vivente: anche per questo, oltre che per sfuggire alla noia, accetta di concludere un incarico lasciato a metà dall’anziano cacciatore di taglie Dave Holden, rimasto ferito dopo aver ucciso due degli otto androidi modello Nexus 6 fuggiti dalla colonia extramondo di Marte. Subito Deckard con la sua aeromobile si reca a Seattle ai laboratori della Rosen Industries, dove sono stati prodotti gli androidi fuggitivi: qui incontra Rachael Rosen, nipote di Eldon Rosen, il proprietario dell’azienda, e, dopo averla sottoposta al test Voight-Kampff, scopre che la donna è una replicante. Successivamente Deckard finisce sulle tracce di una cantante lirica androide ma, mentre sta cercando di sottoporla al test per avere conferma della sua natura,  lei chiama la polizia:  il protagonista si ritrova così in una centrale che sembra essere un covo di replicanti e riesce ad uscirne solo grazie all’aiuto di un collega. Nel frattempo gli androidi Nexus 6 superstiti si rifugiano nel palazzo dove vive lo “speciale” Isidore, un uomo solitario dal basso quoziente intellettivo (forse a causa delle piogge radiattive): è qui che cercheranno di organizzarsi in vista dell’immancabile resa dei conti con il cacciatore di androidi. Romanzo distopico per eccellenza, Blade Runner tratteggia il cupo quadro di un drammatico futuro incombente su un’umanità capace di creare copie replicanti di se stessa e della vita animale ormai scomparsa dal pianeta Terra ma che i superstiti avvertono come un imprescindibile status symbol esistenziale. È un futuro oscuro, opprimente e senza speranza quello immaginato da Philip K. Dick: nelle case di tutti ci sono dispositivi che regolano l’umore – quasi a figurare una necessità di serenità interiore almeno illusoria –, gli onnipresenti programmi televisivi contrappuntano la narrazione ed è arduo talvolta riconoscere gli androidi, creature senzienti ma prive di empatia, dagli umani più spietati. Insomma, Deckard cacciando i replicanti scruta nel torbido e intravede schegge di se stesso, finendo per dubitare delle sue capacità e presagendo l’impossibilità di continuare la sua professione. Dal libro di Dick il grande Ridley Scott ha ottenuto un film che riesce ad immaginare con profondo impatto visivo l’ambientazione del romanzo (spostata nella Los Angeles del 2019), pur stravolgendone la storia: Deckard diventa un futuribile detective solitario che Chandler avrebbe apprezzato, Rachael viene riletta come una replicante di nuova generazione che ignora la propria natura, i replicanti in fuga sono androidi che stanno per esaurire il loro tempo di vita e cercano disperatamente di prolungare la loro esistenza a tempo determinato. Tutto per arrivare al clou drammatico del sorprendente confronto finale tra il protagonista e l’unico antagonista ancora vivo ma condannato comunque a sparire come lacrime nella pioggia…

Philip K. Dick, Blade Runner, Roma, Fanucci, 1996; pp. 254

domenica 18 settembre 2022

BOOM! ...DIRETTAMENTE DAL PIANETA PLONK

Il titolo per esteso di questo romanzo dello scrittore britannico Mark Haddon, classe 1962, è Boom! ovvero La strana avventura sul pianeta Plonk. Non si tratta propriamente dell'ultima fatica letteraria dell'autore de Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, ma di un'opera di riscrittura integrale di un romanzo già uscito con scarsissimo successo (e con un titolo molto più improbabile) all'inizio degli anni Novanta, prima che Haddon diventasse un nome famoso a livello internazionale (peraltro specializzato nella narrativa per ragazzi) e cominciasse a scrivere per la televisione e per la radio. Come si intuisce dal sottotitolo, la storia al centro di Boom! è felicemente sospesa a metà tra avventura e fantascienza, con una puntina di umorismo in sottofondo, dato che Plonk, come affermerà Jim, il giovane protagonista, quando avrà la sventura di trovarcisi, è davvero il nome più ridicolo che si possa dare a un pianeta. Tutto comincia quando Jim, che come studente non è granché brillante, apprende dalla sorella Becky – che forse ci mette anche un po’ del suo in sovrappiù, tanto per stressarlo – che i suoi insegnanti stanno pensando di mandarlo a un istituto per ragazzi ritardati. La ferale notizia getta il ragazzo nello sconforto, ma non c’è problema, perché Charlie, il suo miglior amico, escogita prontamente la soluzione perfetta: basterà mimetizzare un walkie-talkie nella sala docenti per spiare tutto quello che i prof dicono di Jim e poi elaborare un piano. Il problema è che, finita la riunione, gli ultimi due insegnanti rimasti nella stanza, Mr. Kidd e Mrs. Pearce, si mettono a parlare tra loro in una lingua davvero strana, per non dire aliena. Il mistero accende la curiosità di Jim e Charlie, che cominciano ad indagare senza andare troppo per il sottile, attirando così l’attenzione dei sospettati ed innescandone la reazione: Charlie scompare nel nulla e Jim rischia di essere rapito a sua volta e si dà alla fuga con la sorella in sella alla moto del ragazzo di lei. Sulle tracce dell’amico perduto i due approdano in una landa perduta della Scozia: è qui che Jim viene teletrasportato in un pianeta a settantamila anni luce dalla Terra, il misterioso Plonk, dove ritroverà Charlie e dovrà escogitare in fretta un piano plausibile per salvare il suo mondo dagli alieni più assurdi che siano mai stati immaginati. Un romanzo per ragazzi che intriga e diverte fino all’ultima pagina con un'originale miscela di romanzo comico, d'avventura, horror e di fantascienza, tutto shakerato insieme in una storia ricca di colpi di scena e di mirabolanti trovate narrative. E la cosa veramente curiosa è che, a patto di lasciarsi andare un po', Boom! si rivela irresistibile anche per un pubblico adulto... Provare per credere. 

Mark Haddon, Boom!, Torino, Einaudi, 2009; pp. 155

lunedì 21 marzo 2022

IL GRANDE MONDO LAGGIÙ: BRADBURY RACCONTA…

Romanziere tra i più influenti della sua generazione, Ray Bradbury (1920-2012) all’inizio degli anni Cinquanta ha scritto in breve successione i suoi due indiscussi capolavori romanzeschi, Cronache marziane e Fahrenheit 451, con cui ha rinnovato il genere fantascientifico, ma nel corso di tutta la sua carriera si è dedicato alla stesura di racconti, puntualmente raccolti su varie antologie. Nell’ambito della narrativa breve il picco assoluto della produzione di Bradbury sono senza dubbio i trentaquattro racconti pubblicati nella raccolta Il grande mondo laggiù, uscita nel 1984 e che assortisce storie scritte dall’autore nell’arco temporale tra il 1944 e il 1980 (circa un terzo risalgono agli anni Quaranta e oltre due terzi agli anni Cinquanta). I racconti di questa straordinaria raccolta assortiscono generi diversi, con una decisa prevalenza per quelli che raccontano ricordi del passato, misteri inquietanti e indecifrabili o storie fantascientifiche, racconti sempre narrati sul filo di in un’insostenibile suspense, perché Bradbury sa come intrigare il lettore e tenerlo sulla corda fino all’ultima riga, prima di stupirlo con un finale mozzafiato. La raccolta prende avvio con La sera, che narra la strana notte di attesa di una possibile disgrazia dalla prospettiva di un ragazzino che vive l’ansia vissuta dalla madre per il ritardo (inspiegabile) del fratello maggiore nel rientro serale a casa, e si chiude con una storia davvero simbolica come La fine del principio, che ci mostra l’inizio dei viaggi spaziali dal punto di vista di due persone come tante che riflettono sul momento di svolta cui stanno per assistere (che cambierà per sempre il destino dell’umanità) prima di tornare ai propri impegni quotidiani. In mezzo tra i due estremi figurano molti racconti a pronta presa e un pugno di gemme assolute: come Il lago, che rievoca una tragedia lacustre che si chiude anni dopo in modo inquietante e simbolico, oppure Rumore di tuono, che narra un safari temporale e le imprevedibili conseguenze dell’effetto farfalla sul flusso temporale, o infine Tutta l’estate in un giorno, che ci farà scoprire il Sole dalla prospettiva di un gruppo di bambini nati su Venere, dove la pioggia costante s’interrompe soltanto una volta ogni sette anni. Il Leitmotiv della raccolta è sempre l’universo fantastico dell’autore, che si alterna tra presente e futuro per raccontarci il mondo emotivo dei suoi personaggi cercando di catturarne la ragnatela di valori: gli affetti, l’amicizia, la solidarietà, l’amore, non necessariamente in quest’ordine. Un’antologia davvero splendida e scritta da un autore davvero ispirato: vi catturerà dalla prima storia e vi incuriosirà fino all’ultima con racconti difficili da dimenticare, di quelli che consentono al lettore di lasciarsi trasportare altrove in poche pagine per ritornare a casa in tempo per cena…

Ray Bradbury, Il grande mondo laggiù, Milano, Mondadori, 2002; pp. 434

sabato 19 marzo 2022

FAHRENHEIT 451: IL FUTURO DISTOPICO È QUI

Ray Bradbury (1920-2012) è stato uno dei più grandi scrittori di fantascienza della sua generazione e uno dei più ispirati autori contemporanei della sua epoca, soprattutto grazie a due capolavori romanzeschi come Cronache marziane e Fahrenheit 451, ma anche per le tante raccolte di racconti, alcune davvero straordinarie (come Il grande mondo laggiù, tanto per dirne una). A differenza dal romanzo d’esordio, più ‘classico’ dal punto di vista tematico (trattando della colonizzazione del pianeta rosso), Fahrenheit 451 è quello che oggi, memori del successo delle saghe di Hunger Games e Divergent, definiremmo un romanzo distopico, dato che nella storia colpisce soprattutto l’ambientazione futura, in un domani in cui qualcosa è cambiato rispetto al presente – ovviamente dovremmo rapportarci al presente dell’autore, all’inizio degli anni Cinquanta del Novecento, ma il paragone tutto sommato regge abbastanza anche in rapporto al presente dei giorni nostri –. Siamo in un futuro prossimo e venturo in cui i pompieri appartengono alla cosiddetta “milizia del fioco” e, anziché spengere incendi, si occupano di appiccare roghi nelle case di coloro che possiedono libri, oggetti assolutamente proibiti dalla legge. Il protagonista, Guy Montag, è appunto un pompiere ed esercita la sua professione con zelo e convinzione, non riuscendo assolutamente a comprendere le ragioni dei cittadini che infrangono la legge decidendo consapevolmente di possedere dei libri. Le certezze esistenziali di Montag cominciano però a vacillare quando un’anziana signora decide di morire nel rogo della propria abitazione piuttosto che separarsi dai propri libri: in seguito il protagonista porta a casa dei volumi e comincia a leggerli, iniziando a dubitare della propria missione. Nel frattempo sua moglie – completamente assuefatta, come tanti cittadini del futuro, ai programmi televisivi che interagiscono addirittura con gli spettatori – si accorge dei comportamenti del marito e lo denuncia alle autorità, innescando una serie di eventi che faranno di Montag un fuggiasco assegnato come bersaglio a un letale segugio meccanico. Nel finale visionario che incombe sulla storia Montag è destinato a scoprire l’esistenza di un gruppo clandestino di umani che cercano di far sopravvivere i libri oltre il ricettacolo cartaceo con cui storicamente le storie si sono trasmesse nei secoli sia copiate a mano sia stampate. Fahrenheit 451 è un’appassionata apologia del libro come oggetto simbolicamente destinato a salvare il libero pensiero, che nella società futura è avversato per facilitare il controllo sociale, mentre il mezzo televisivo è diffuso ad libitum per favorire una tranquillizzante narcosi della coscienza. Senza dubbio nell’immaginario di Bradbury durante l’elaborazione del romanzo si fece sentire il ricordo angosciante dei roghi di libri perpetrati dal regime nazista negli anni Trenta, ma anche il clima di caccia alle streghe alimentato dal senatore McCarthy nei primi anni Cinquanta negli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, con l’ossessione costante dei complotti comunisti e la minaccia incombente di un conflitto atomico (che aleggia anche sul finale del romanzo). Col titolo Fahrenheit 451, così evocativo e particolare, sembra che l’autore volesse indicare la temperatura di accensione della carta alla pressione di un’atmosfera, anche se nel libro l’unico riferimento diretto è la cifra 451 sull’elmetto di Montag. Fahrenheit 451 ebbe un’immediata e vasta fortuna, tanto che nel 1966 fu traslato sul grande schermo nell’omonimo film di François Truffaut. Insomma, un apocalittico canto d’amore sui libri e un romanzo assolutamente da leggere.

Ray Bradbury, Fahrenheit 451, Milano, Mondadori, 2018; pp. 207

lunedì 14 marzo 2022

TUTTI I ROBOT DI ASIMOV

È una raccolta imprescindibile per tutti i veri appassionati di fantascienza e per chi ama il nume tutelare di questo genere in assoluto, ovvero il grande ed inimitabile Isaac Asimov (1920-1992), che in mezzo secolo di onorata carriera ha pubblicato un numero incredibile di romanzi, racconti e testi di divulgazione scientifica, senza considerare le numerose raccolte narrative fantascientifiche di colleghi da lui curate. Tutti i miei robot fu pubblicata nel 1982 ed assortisce complessivamente trentun racconti che Asimov scrisse tra il 1940 e il 1977: al suo interno figurano infatti tutte e sette le storie di Io, robot, il libro d’esordio che l’autore americano pubblicò nel 1950, più altre venti tratte da sei antologie diverse (addirittura otto da Il secondo libro dei robot) e quattro inedite. In ossequio al titolo ovviamente Tutti i miei robot è una raccolta tematica di racconti che vertono sul filone robotico della fantascienza, che proprio Asimov contribuì a creare inventando il termine robotica con le relative tre leggi. I racconti non sono proposti in ordine cronologico ma sono suddivisi in sette sezioni in base ad altrettante tipologie: robot non umani, robot immobili, robot di metallo, robot umanoidi, Powell e Donovan (due personaggi umani che hanno a che fare con robot), Susan Calvin (la robopsicologa asimoviana per eccellenza) e due apoteosi conclusive (tra cui il celebre racconto L’uomo bicentenario, che chiude la raccolta). Prescindendo da racconti ‘storici’ ed oggettivamente notevoli (come Robbie, Circolo vizioso e Il robot scomparso ovvero le gemme di Io, robot), corre l’obbligo di citare almeno il simpatico apripista del libro, ovvero Il fedele amico dell’uomo (che parla di un affettuoso cane robot in una base lunare) e una storia narrata da un’anomale prospettiva dal basso come Certezza di esperto, entrambi inediti, il catastrofico AL-76 e Lenny. È una corposa antologia come tante altre pubblicate da Asimov nella sua lunga carriera, ma la particolare struttura, l’introduzione d’autore e le sue brevi presentazioni alle varie sezioni la rendono una raccolta davvero da non perdere.

Isaac Asimov, Tutti i miei robot, Milano, Mondadori, 2007; pp. 560

sabato 16 ottobre 2021

IL PIANETA DEI BRUCHI... GARANTISCE KEN FOLLETT

L'autore di questo romanzo non ha bisogno di presentazioni, trattandosi di Ken Follett, classe 1949, che in oltre trent'anni ha scritto acclamati bestseller quali La cruna dell'ago, Il codice Rebecca e I pilastri della terra, giusto per citare i più celebri, tutti impeccabili romanzi di spionaggio o gialli a orologeria. Non così Il pianeta dei bruchi, che Follett pubblicò (sotto pseudonimo) nel lontano 1976, il suo unico esempio di romanzo breve per ragazzi insieme a Il mistero degli Studi Kellerman che, però, essendo propriamente un giallo (anche se dalla struttura semplice), presenta vari punti di contatto col resto della produzione “maggiore” dell'autore gallese. Il pianeta dei bruchi invece è uno stranissimo esempio di romanzo di fantascienza per ragazzi e non condivide praticamente niente con le opere più note di Follett, soprattutto a livello stilistico. Non si tratta necessariamente di un difetto, perché la storia al centro di questo romanzo breve, per quanto esile e talvolta di sapore naïve, fila che è una bellezza. Ne sono protagonisti i dinamici gemelli "Fritz" e Helen Price, che stanno passando le vacanze in compagnia di un cugino a cui hanno affibbiato il poco lusinghiero soprannome di Barile per le sue misure generose. La prospettiva dei tre è quella di passare la solita estate noiosa nella pensione di famiglia, ma le cose si vivacizzano assai con l'arrivo a sorpresa di un misterioso parente di cui ignoravano addirittura l'esistenza: si tratta dell'affabile zio Grigorian, che propone loro un'apprezzabile gita nella sua casa nella campagna del Galles. Lo zio ritrovato, però, oltre a degli stranissimi pollici che non sembrano aver nulla di umano, mostrerà di avere ancora più sorprese in serbo per i tre nipoti, rivelandosi ben presto un alieno in missione per conto del governo intergalattico e conducendoli nello spazio sul remoto pianeta dei bruchi per risolvere una questione davvero molto importante. Nonostante l'oggettiva esilità della storia, che sembra quasi una versione spielberghiana di un racconto di Asimov, Il pianeta dei bruchi cattura subito l'attenzione grazie alla simpatia dei protagonisti e la tiene viva fino all'immancabile happy ending. Da provare. 

Ken Follett, Il pianeta dei bruchi, Milano, Mondadori, 2013; pp. 95


venerdì 30 ottobre 2020

COSMOLINEA B-2: LA FANTASCIENZA BREVE E FREDRIC BROWN

La Fantascienza, che unisce in un'unica parola i termini "fantasia" e "scienza", è un genere di narrativa di consumo nato nel Novecento e divenuto popolare a partire dagli anni Trenta del secolo scorso: tratta di storie dotate spesso di base scientifica che possono svolgersi in un futuro più o meno distante, possono essere ambientate nello spazio o su mondi alieni e possono prevedere personaggi non umani, per esempio creature extraterrestri o sintetiche (come robot o androidi). Se consideriamo che il massimo esponente del genere è Isaac Asimov, non c'è dubbio alcuno che per quanto riguarda i racconti fantascientifici brevi l'autore per eccellenza sia l'americano Fredric Brown (1906-1972), ottimo scrittore di romanzi gialli e di fantascienza, ma davvero eccelso nella misura dei racconti brevi o brevissimi grazie al suo stile irresistibile e ricco di humour, oltre che per i tipici finali a sorpresa che spesso costringono il lettore a rileggere la storia da una prospettiva diversa e spiazzante, magari proprio all'ultimo rigo. Da questo punto di vista il suo capolavoro assoluto è la raccolta Cosmolinea B-2, che assortisce ben settantaquattro racconti scritti da Brown dal 1951 in poi, sette dei quali realizzati a quattro mani insieme a Mack Reynolds e uno in collaborazione con Carl Onspaugh. Il libro, uscito in Italia nella collana "Urania" della Mondadori, fa il paio con Cosmolinea B-1, la raccolta che contiene i racconti scritti  da Brown dal 1941 al 1950 (complessivamente trentaquattro e mediamente più lunghi). Un buon motivo per leggere e rileggere Cosmolinea B-2 potrebbero essere le perle più note al grande pubblico, come lo strepitoso Sentinella (universalmente ritenuto il miglior racconto fantascientifico breve di sempre), lo spiazzante Questione di scala (che ci costringe a riflettere sull'ultima battuta) o l'inquietante La risposta. Il punto è che la raccolta offre anche molte altre sorprese meno note, come Un uomo esemplare, dove un ubriaco involontariamente salva l'umanità da un'invasione aliena, o piccole chicche come Margherite Esperimento. Sul fronte della narrativa più lunga corre l'obbligo di segnalare la progressione di colpi di scena che caratterizza Il vecchio, il mostro spaziale e l'asino. E c'è anche una strana storia come Immaginatevi, che sembra quasi una poesia sul concetto stesso di fantascienza. Una magnifica raccolta di racconti, insomma...

Fredric Brown, Cosmolinea B-2, Milano, Mondadori ("Urania"), 2013; pp. 429

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...