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giovedì 22 dicembre 2022

UN ROMANZO PER RAGAZZI… DADIECI

Diciamo subito che Dadieci è un romanzo per ragazzi che coniuga sport, formazione e buoni sentimenti. L’autrice, Saschia Masini, è fiorentina ed ha tratteggiato un’ambientazione decisamente caratteristica per la storia, che presenta personaggi ben delineati e difficili da dimenticare, oltre a un ritmo davvero pimpante che costringerà il lettore agli straordinari per arrivare ai titoli di coda. Il protagonista è un tredicenne con la passione del pallone che risponde al nome (piuttosto raro, in effetti) di Ardito: neanche a dirlo, il suo sogno è quello di sfondare nel calcio e finire su una figurina Panini ma purtroppo si trova bloccato da una perentoria punizione affibbiatagli dai genitori paleontologi dopo un brutto guaio causato alle vetrate scolastiche… Il povero Ardito dovrà astenersi da allenamenti e partite fino al ritorno dei genitori da una spedizione di ricerca nell’America Latina: l’unico modo per essere perdonato è una missione sulla carta impossibile, dato che consiste nello scrivere un tema su un nonno e meritare un “Dadieci”, la massima valutazione del Prof. Raimondo, docente di Italiano che peraltro non ha mai assegnato un voto simile nella classe di Ardito. La missione è doppiamente impossibile perché richiederebbe, per avere un minimo di speranza di riuscita, un nonno mediamente interessante, mentre l’unico che Ardito ha a disposizione, nonno Marzio, è bloccato da una vita su una carrozzina o a letto, mangia con difficoltà e blatera frasi  col contagocce e in apparenza prive di senso compiuto. Un compito ingrato, insomma, complicato anche dal fatto che il sostituto di Ardito nella squadra del Rapid Ripoli di Bagno a Ripoli, sembra capace di non far avvertire ai compagni la sua assenza. Ma il nostro eroe, spinto anche da sentimenti che non avrebbe creduto possibile provare, scoprirà che nonno Marzio nasconde dentro di sé una storia molto più complessa di quanto il nipote avrebbe mai potuto immaginare, da un’insospettabile passione calcistica a un misterioso (e fantomatico) brillante che forse non è nemmeno mai esistito. Risalendo la corrente del tempo all’incontrario va da sé che il ragazzo troverà più del previsto e forse, oltre a un tema potenzialmente “Dadieci”, anche qualcosa in grado di dare un senso alla sua vita, chissà… Il finale, quando arriva, risulta sorprendente e forse anche un po' buonista ma è anche l’unico possibile. Dadieci racconta una bella storia di formazione arricchita da un sottofondo di realismo e di valori umani, contrappuntata da un buon numero di siparietti divertenti e talvolta irresistibili: il fil rouge costante, neanche a dirlo, è il calcio, ma quello vero e sincero dei campi di provincia, non quello all’insegna dell’apparenza a tutti i costi che al giorno d’oggi regna sovrano in televisione. Assolutamente da provare e adatto a lettori di tutte le età.

Saschia Masini, Dadieci, Casal Monferrato, Piemme, 2020; pp. 287

martedì 22 marzo 2022

STORIE A CINQUE CERCHI: NARRATIVA… OLIMPICA

L’espressione “cinque cerchi” evoca istantaneamente le Olimpiadi moderne e, esattamente come tale manifestazione sportiva internazionale a cadenza quadriennale, è frutto dell’intraprendenza del barone Pierre de Coubertin, che ne fu promotore e che per essa volle un simbolo universale: “La Bandiera Olimpica ha un fondo bianco, con cinque anelli intrecciati al centro: azzurro, giallo, nero, verde e rosso. Questo disegno è simbolico; rappresenta i cinque continenti abitati del mondo, uniti dall'Olimpismo; inoltre i cinque colori sono quelli che appaiono fino ad ora in tutte le bandiere nazionali”. I dieci racconti che lo scrittore e giornalista Gino Cervi ha inserito nella raccolta Storie a cinque cerchi sono ispirati ad alcuni dei leggendari atleti che hanno animato alcune edizioni delle Olimpiadi che dal 1896 hanno rappresentato un appuntamento sportivo fisso (tranne le parentesi causate dalle due guerre mondiali) per tutte o quasi le nazioni del pianeta. Nell’introduzione, in cui Cervi ci racconta che i suoi primi ricordi più o meno diretti partono dalle Olimpiadi del 1968 a Città del Messico e alla mitica foto di protesta di Tommie Smith e John Carlos, l’autore presenta i dieci protagonisti dei suoi racconti in una carrellata di grande intensità. Sfogliando le pagine di questa raccolta partiremo appunto da quella mitica foto spiegata a uno studente dal Professor Smith in persona per arrivare all’ultimo racconto della serie, che ci farà scoprire la storia di Fanny Blankers-Koen, campionessa olandese di atletica leggera entrata nella storia delle Olimpiadi come la “mamma volante”. In mezzo ai due estremi figurano le storie del saltatore Ray Ewry (il cosiddetto “uomo molla”), della fiorettista tedesca Helen Mayer (pluricampionessa tedesca ma di origini ebraiche), del sollevatore Joe DePietro, di misure ridotte ma capace di alzare la medaglia d’oro, della splendida amicizia fiorita a Berlino 1936 tra l’americano Jesse Owens e il tedesco Luz Long, dello strepitoso canottiere britannico Steve Redgrave, dell’occhialuto calciatore italiano Annibale Frossi, capocannoniere della nazionale olimpica medaglia d’oro di Berlino 1936, del pugile cubano Teofilo Stevenson, del nuotatore di Honolulu Duke Paoa Kahinu Makoe Hulikohola Kahanamoku. Il libro si avvale delle illustrazioni di Marco Ceruti e propone a chiosa di ogni storia la relativa scheda biografica e una sezione di playlist finali che documentano le canzoni, i testi e le immagini citate nella raccolta. Un vero must della narrativa sportiva, insomma.
Gino Cervi, Storie a cinque cerchi, Firenze, ed.it, 2012; pp. 127

domenica 13 marzo 2022

ETERNI SECONDI... QUANDO PERDERE È UN'AVVENTURA MERAVIGLIOSA

Si tratta di una raccolta nata nella Scugnizzeria, una libreria nata a Scampia che si è autodefinita “Piazza di spaccio di libri”, che è un bel modo per ribaltare in chiave letteraria un termine che in questo quartiere di Napoli spesso ha un significato decisamente più negativo: una bella idea, insomma, che è il coronamento del sogno di Rosario Esposito La Rossa, scrittore ed editore, che infatti sotto l’insegna ha fatto scrivere “Sognare il sogno impossibile”. E basta leggere la prefazione di Eterni secondi – che ha un sottotitolo significativo come Perdere è un’avventura meravigliosa – che ci si rende immediatamente conto che l’intento è stato raggiunto in questa libreria di frontiera dove esiste il libro sospeso (ovvero già pagato a favore di chi non può permetterselo, come il caffè), dove oltre ai libri si possono acquistare prodotti tipici, dove si possono frequentare corsi di recitazione e laboratori di scrittura creativa. Infatti Eterni secondi è nato qui dalla fantasia dei piccoli frequentatori della Scugnizzeria: a dire il vero il primo lavoro che avevano proposto all’Einaudi era stato rifiutato e per superare il comprensibile sconforto, hanno iniziato a discutere dei campioni che sono stati sconfitti ma hanno trovato la forza di rimettersi in piedi e riprovarci. Così  i ragazzi della Scugnizzeria hanno raccolto venti storie di sportivi che magari non sono riusciti a vincere ma in qualche modo con la loro passione hanno cambiato il mondo, o almeno hanno tracciato la via del cambiamento col primo gesto esemplare. E sono venti storie per altrettante figure indimenticabili: il viaggio comincia alle Olimpiadi di Berlino del 1936 con L’ultima riga bianca, che ci farà scoprire l’incredibile amicizia tra Luz Long e Jesse Owens, due atleti in grado di vincere le barriere razziali, e si conclude con Lo stupore dei tacchetti, dove conosceremo il più grande calciatore argentino di tutti i tempi, che non era Maradona né Messi, ma El Trinche, al secolo Tomás Carlovich, un esteta del pallone. E in mezzo troviamo personaggi altrettanto straordinari, come il leggendario mezzofondista ceco Emil Zatopek, il velocista australiano Peter Norman (secondo nella finale dei 200 metri a Messico 1968 con la premiazione di protesta di Tommy Smith e John Carlos), il maratoneta italiano Dorando Pietri, la tennista Billie Jean King, che in nome della parità di genere accettò e vinse lo scontro tennistico con un uomo in una partita passata alla storia come “La battaglia dei sessi” o del giovane canadese Kerry Fox, che cercò di attraversare il Canada coast to coast nella Maratona della Speranza per raccogliere fondi per la lotta contro il cancro, morendo nel tentativo. Un piccolo grande libro che si legge tutto d’un fiato e regala venti storie esemplari di sport e buona volontà. Impreziosiscono il tutto le illustrazioni di Lorenzo Conti.
Rosario Esposito La Rossa, Eterni secondi, Torino, Einaudi, 2019; pp. 183

domenica 20 febbraio 2022

FUGEES FOOTBALL CLUB: TRA PALLONE E INTEGRAZIONE

Un desolato campetto di calcio nei pressi di una piccola frazione del comune di Bellino, in Puglia, è il luogo d’incontro di due variopinti gruppi di ragazzi che vogliono giocare a pallone: il primo, capitanato dal quattordicenne Paolo, è del posto e sogna di riscattare l’umiliante 1-6 con cui è uscito alla partita d’esordio un anno prima dal torneo di San Gregorio, il patrono locale; l’altro, guidato da Imed, è una compagine di giovanissimi rifugiati del vicino centro d’accoglienza che assembla ragazzi arrivati dall’Africa in cerca di un futuro migliore. Quello sgangherato campetto da cui si accede da un buco nella rete di recinzione diventa prima il teatro dell’inevitabile sfida per chi si conquisterà il diritto di allenarsi lì dentro, e poi uno spazio di integrazione tra i ragazzi italiani e i coetanei africani, tutti uniti dal comune desiderio di vincere il torneo di San Gregorio, anche se le cose all’inizio sembrano parecchio difficili, in particolare per l’ostinazione di Paolo e di Imed, entrambi attaccanti di razza, di non passarsi mai la palla tra loro. Poi, tutte le tessere del complicato puzzle sembrano mettersi a posto con l’arrivo del nonno di Paolo in veste di allenatore e soprattutto di educatore, dato che lui crede fermamente nell’integrazione avendo conosciuto il razzismo sulla propria pelle da giovane, quando è emigrato in Belgio per lavorare in miniera. Con l’arrivo di una pallavolista che è anche bravissima in porta, la scoperta della vocazione da trainer di Luigino, già disastroso come portiere titolare, il sogno di vincere il torneo sembra davvero a portata di mano per la nuova squadra, che il nonno di Paolo ha felicemente battezzato Fugees Football Club. Il problema è che Imed potrebbe partire da un momento all’altro per raggiungere la sorella in Svezia, la sua unica parente sopravvissuta alla tragedia che lo ha privato della sua famiglia, ma, al momento opportuno, quando tutto sembrerà andare in frantumi alla vigilia della partita decisiva, sarà proprio Paolo a lasciarsi alle spalle i pregiudizi razziali del padre per fare la cosa giusta a favore del compagno rifugiato. È questa la storia – semplice, coinvolgente e narrata a buon ritmo – al centro di Fugees Football Club, un romanzo di narrativa per ragazzi a sfondo sportivo scritto a quattro mani da Igor De Amicis, commissario di polizia penitenziaria e scrittore per vocazione, e Paola Luciani, insegnante di sostegno alla primaria e ormai da anni firma di primo piano della letteratura per l’adolescenza e dintorni. I due autori sono stati davvero efficaci nel creare una dinamica alchimia tra il sogno più gettonato dai ragazzini di oggi, ovvero sfondare nel patinato mondo del pallone, e l’obiettivo sociale forse più giusto ma meno condiviso delle nazioni sviluppate del mondo contemporaneo: superare i pregiudizi nei confronti di immigrati e rifugiati che lasciano o fuggono dai luoghi in cui sono nati in cerca di un futuro o soltanto per sopravvivere. Questa piccola storia di sport rema in tal senso e lancia ai lettori un bel messaggio sull’importanza dell’integrazione e del superamento delle ingiustizie che da sempre dividono il pianeta tra stati che hanno tutto e altri, molto più numerosi, purtroppo, che non hanno niente. Da provare.

Igor De Amicis-Paola Luciani, Fugees Football Club, Torino, Einaudi, 2019; pp. 157

domenica 24 gennaio 2021

ABBIAMO TOCCATO LE STELLE

Genovese, classe 1976, Riccardo Gazzaniga da oltre vent'anni fa parte della Polizia di Stato e nel 2013 si è aggiudicato il premio Calvino con il romanzo A viso coperto. Abbiamo toccato le stelle è un libro che assortisce venti storie di campioni sportivi di quelli che sono riusciti ad andare oltre i limiti della loro disciplina, cambiando in qualche modo il mondo e diventando un esempio per gli altri. In particolare questo libro ha cominciato a nascere dall'ultima delle storie narrate da Gazzaniga, che è stata pubblicata per la prima volta nel profilo Facebook dell'autore nel 2015, che ha entusiasmato lettori in tutto il mondo e che è stata tradotta in dieci lingue: si tratta della storia di Peter Norman, il velocista australiano che arrivò secondo nella finale dei 200 metri alle olimpiadi di Città del Messico del 1968, il terzo sul podio accanto agli americani Tommy Smith e John Carlos, che vinsero l'oro e il bronzo. La foto di quella premiazione è diventata un'icona (Gazzaniga la racconta dettagliatamente nella prima storia del libro): Smith e Carlos sono scalzi sul podio e hanno una mano in un guanto nero in segno di protesta contro le discriminazioni razziali che ancora negli Stati Uniti gli afroamericani sono costretti a subire ogni giorno. La protesta costò caro ai due, che furono espulsi il giorno dopo dal villaggio olimpico con le rispettive carriere sportive praticamente spezzate, costretti a sopravvivere in attesa di una tardiva valorizzazione come tecnici. L'ultima storia ci fa scoprire che fu Peter Norman, l'argento del podio dei 200 metri delle olimpiadi messicane del 1968, a suggerire a Smith e Carlos di dividersi l'unica coppia di guanti disponibile per poi offrirsi di prender parte alla loro protesta, indossando anche lui la spilla dell'associazione dei diritti umani che avevano sulle maglie i due atleti americani. Norman pagò il suo gesto con l'esclusione ingiustificata dalle successive olimpiadi di Monaco 1972, passando la vita senza mai essere valorizzato dalla federazione di atletica australiana, vedendosi riconosciuti i suoi meriti sportivi (e umani) solo dopo la morte. E sono altrettante fonti di ispirazione anche le altre diciotto storie: dal pilota di Formula Uno Alex Zanardi, che perse le gambe e trovò nuove sfide negli sport per disabili, al mitico pugile Muhammad Ali, che fu privato dei suoi titoli dopo aver rifiutato di combattere in Vietnam ma poi se li riprese nell'incontro più leggendario di sempre, dal maratoneta Dorando Petri, che era stremato ma arrivò comunque in fondo alla sua gara, all'indimenticabile Ginettaccio Bartali, campione di ciclismo e (silenzioso) campione di solidarietà durante l'occupazione nazista. Da segnalare anche la bella storia di amicizia che unì nella vita reale due tra le più grandi campionesse della storia del tennis, Martina Navratilova e Chris Evert, e la storia da brividi della nuotatrice libanese Yusra Mardini, costretta a lasciare la sua patria in guerra e scampata per un soffio alla morte per poi partecipare alle olimpiadi come atleta rifugiata. Insomma, Abbiamo toccato le stelle racconta venti bellissime storie di sport e di speranza, peraltro scritte con uno stile diretto ma incisivo e sempre in grado di toccare le corde giuste. Vivamente consigliato per le giovani generazioni, anche per trasmettere l'idea che lo sport non è solo agonismo ma anche un veicolo ideale per i valori più importanti.

Riccardo Gazzaniga, Abbiamo toccato le stelle, Milano, Rizzoli, 2020; pp. 238

mercoledì 30 dicembre 2020

GHOST: UNA STORIA DI SPORT & DISAGIO SOCIALE

Per l’anagrafe lui è Castle Cranshaw, anche se preferisce farsi chiamare Ghost: è un ragazzo senza molti punti fermi nella vita, a parte la bustina di semi di zucca che ogni santo giorno compra nel negozio del vecchio Mr. Charles e… correre. Castle ha la consapevolezza di saper correre sul serio da quando una sera suo padre (che amava i semi di zucca come lui) è stato abbrutito senza ritorno dall’alcool ed ha sparato al figlio e alla moglie mentre scappavano di casa, per poi finire dritto in galera senza fiatare. Da quel giorno la vita è stata particolarmente grama per il giovane protagonista, che non riesce mai a tenersi lontano dagli alterchi con chi lo provoca per il suo taglio di capelli strampalato, per i vestiti troppo grandi e poco trendy o per il fatto che abita a Glass Manor, che non è proprio il posto più elegante della città. Tutto cambia quando Ghost scorge un gruppo di ragazzi che si stanno allenando nella pista d’atletica del parco e, senza saper bene neanche lui perché, si ritrova a sfidare il più veloce di loro, finendo peraltro per ‘asfaltarlo’ nonostante sia vestito in modo improponibile per correre (e non abbia mai preso in seria considerazione nessuno sport tranne il basket). Fatto sta che l’impresa colpisce subito l’attenzione dell’allenatore del gruppo, Coach Brody, tassista ed ex medaglia d’oro olimpica che assomiglia in modo inquietante a una tartaruga con un dente scheggiato. Il buon Ghost entra così nella squadra dei Defenders, a patto di tenersi lontano dai guai, ma ben presto scoprirà di non essere particolarmente fortunato su questo fronte. Ghost è un romanzo di formazione di ambito sportivo che prende subito per la prospettiva dal basso del protagonista, che vive in una situazione svantaggiata con una madre sola e senza troppe prospettive, peraltro oppresso da un trauma infantile con cui è dura scendere a patti, però di buon cuore ed anche piuttosto cool, qualità non banali per il quartiere in cui vive e cerca di tirare avanti. A parte la trascinante sequenza di disavventure che Ghost si trova costretto a superare, la storia prende anche per i dettagli di atletica che la contrappuntano e per lo spirito di squadra che la pervade. Senza spoilerare troppo, colpisce anche lo spaccato di interiorità che Jason Reynolds ci regala un attimo prima dei titoli di coda. Da provare.

Jason Reynolds, Ghost, Milano, Rizzoli, 2020; pp. 191

lunedì 14 dicembre 2020

UN ROMANZO DI BOXE & FORMAZIONE: KAPPA O.

L'eclettico autore toscano di Kappa O. si chiama Dimitri Galli Rohl, classe 1975, e nonostante aspirasse a diventare un cartoonist, un calciatore e un maestro di arti marziali, è invece diventato un regista e attore teatrale, oltre che un pedagogo. Un bel personaggio fin dall'autopresentazione, insomma... E Kappa O. racconta una bella storia, anzi due belle storie che s'intrecciano tra formazione, sport e il sogno di una vita diversa. Il protagonista del romanzo si chiama Mattia Marino e sembra aver davvero avuto dal destino la vita che tutti vorrebbero vivere: la sua famiglia è ricca, lui è bello, intelligente e molto popolare. Il problema è che forse la sua non è la vita che avrebbe voluto vivere, soprattutto il futuro che gli prospetta il padre, noto chirurgo figlio di eminente chirurgo: non gli interessa, come non gli interessa primeggiare né nel nuoto né nella pallanuoto, le discipline sportive in cui chiaramente eccelle e a cui lo hanno avviato i genitori. Insomma, Mattia è un ragazzo con problemi di lusso, per sua ammissione, e la soluzione che ha scelto per superare una delle dirette conseguenze, l'insonnia, è parecchio stravagante: a rischio di spoilerare qualche dettaglio di troppo, diciamo che lo ha portato a trovare un luogo abbastanza inusuale come materasso terapeutico, addirittura uno sfasciacarrozze. E il titolare del posto, quando lo ha sorpreso di notte nella sua proprietà, ha proposto a Mattia un accordo ancora più strano per continuare a riposare tra i rottami, creare un costante bisogno di pezzi di ricambio nei dintorni, diciamo... Sarà in siffatta situazione che il rampollo di casa Marino finirà per scontrarsi con Angelo Masso, ex pugile titolare di una scalcinata palestra di boxe non molto in regola con le normative sanitarie vigenti: ed è qui che Mattia si ritroverà davanti Alì, giovane magrebino con cui ha intrecciato un rapporto per niente cordiale nella piscina in costruzione a casa sua, il prossimo regalo di compleanno dei signori Marino. Da qui inizierà una storia di rivalità sportiva e umana che non potrà che concludersi sul ring, in una sfida che potrebbe decidere il futuro di entrambi. Insomma, una gran bella storia a base di sogni impossibili, destini incrociati, svolte esistenziali e pugilato, uno degli sport che storicamente ha regalato emozioni leggendarie e un buon numero di film indimenticabili, da Toro scatenato a Million dollar baby. Peraltro, pur trattandosi di un romanzo di formazione per ragazzi, Kappa O. miscela due storie in parallelo a gran ritmo, è scritto con uno stile a pronta presa - tra l'altro confezionato con un'impeccabile cornice epistolare - e tiene il lettore incollato alle vicende intrecciate dei due protagonisti fino all'ultima pagina. Imperdibile.

Dimitri Galli Rohl, Kappa O., Torino, Einaudi, 2019; pp. 207

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...