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lunedì 5 giugno 2023

DEVO SOLO ATTREZZARMI

Negli ultimi anni nell’ambito della narrativa per ragazzi abbiamo assistito alla straordinaria fortuna di libri illustrati e redatti in forma di diario (talvolta anche di raccolta epistolare) da uno o più personaggi, come nel caso di Mi ricci, di Ciao, tu o del bestseller internazionale Diario di una schiappa. Non fa eccezione neanche Devo Solo Attrezzarmi di Irene & Marco, binomio di nomi d’arte (dei due protagonisti del libro) dietro cui si nascondono i due autori reali, ovvero Vittoria Hayun e Filippo Gerli, due ragazzi fiorentini di meno di vent’anni, supportati dai disegni del coetaneo Federico Scippa (in arte Fritz), studente spezzino di grafica e animazione. I due autori si sono conosciuti tra i banchi del Liceo Scientifico Castelnuovo e hanno scoperto di essere entrambi dislessici, così hanno deciso di attivarsi per organizzare un convegno sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento in collaborazione con l’AID e con la Consulta provinciale degli studenti, in seguito hanno fondato l’associazione “Pillole di parole”: in futuro vorrebbero entrambi diventare medici, sognano di istituire una giornata nazionale sulla dislessia e un mondo in cui studenti e professori conoscono un problema ancora oscuro per molti di loro. E così hanno iniziato ad attrezzarsi… proprio con questo libro, dietro il cui titolo si nasconde appunto l’acronimo DSA. Ma veniamo alla storia, che Irene e Marco ci raccontano in alternanza attraverso le loro pagine di diario, scritte ovviamente in caratteri diversi – corsivo lei, maiuscoletto lui, entrambi con allineamento a sinistra e con un’interlinea generosa per facilitare la lettura ai ragazzi DSA – e corredate dei disegni sbarazzini di Fritz. Irene e Marco sono due ragazzi fiorentini di quindici e sedici anni, e hanno entrambi un “problemino” imbarazzante che dà loro filo da torcere soprattutto dietro i banchi di scuola: tra l’altro non sarebbe neppur e un vero e proprio problema ma la dislessia, una caratteristica che per certi versi li rende anche originali rispetto agli altri, ma che causa loro difficoltà a leggere e a scrivere, come puree a eseguire operazioni matematiche. A parte questo, sia Irene che Marco sono ragazzi allegri, intelligenti, pieni di interessi, ma hanno cominciato ad avere diversi problemi a scuola, ovviamente legati al fatto che entrambi sono DSA, così sono entrati in crisi di autostima. Marco all’inizio è più consapevole di Irene e ha cercato qualcuno in grado di aiutarlo, ma i suoi genitori hanno difficoltà ad accettare la sua “caratteristica” e quindi non hanno ancora firmato il Piano Didattico Personalizzato (ovvero il PDP) che gli consentirebbe di frequentare la scuola con più serenità e con migliori risultati. Irene invece scoprirà l’insensibilità nei confronti del suo problema da parte di quelli che credeva i suoi veri amici… un triste modo per scoprire quelli veri. Ma in mezzo a questa duplice ricerca di equilibrio esistenziale c’è una bella fetta di mondo giovanile a unire i nostri eroi: all’inizio Irene esce da un legame sentimentale difficile, poi incontra Marco (o, più precisamente, ci si scontra) e, per una serie di strane coincidenze, i due scoprono di avere moltissimo in comune e diventano amici, poi sembrerebbe che anche che tra loro potrebbe nascere qualcosa di più, ma le strade della vita (e soprattutto dell’adolescenza) spesso sono tortuose quanto sorprendenti. Come nei migliori gialli scopriremo come andrà a finire soltanto alla fine… Un romanzo per ragazzi leggero e godibile ma in grado di focalizzare l’attenzione su un problema sempre più diffuso: può aiutare i ragazzi DSA a prendere coscienza di se stessi con serenità e qualche salutare risata, mentre tutti gli altri potranno scoprire la dislessia da una prospettiva interna. Assolutamente da provare. 

Irene & Marco, Devo Solo Attrezzarmi, Firenze, Libri Liberi, 2013; pp. 192 


venerdì 1 ottobre 2021

CIAO, TU: AMORI E BIGLIETTINI ANONIMI SUI BANCHI DI SCUOLA

Da sempre i famigerati "bigliettini" sono un classico delle aule scolastiche di ogni parte del mondo. Ma è strano che il genere-bigliettino si dilati in un vero e proprio libro, come succede appunto in Ciao, tu, scritto a quattro mani da due specialisti di narrativa per ragazzi come Beatrice Masini e Roberto Piumini. Definirlo romanzo epistolare in effetti sarebbe troppo... diciamo che racconta una tipica storia d'amore tra i banchi di scuola dei giorni nostri, che comincia nello zaino di un ragazzo che si chiama Michele con un biglietto misterioso che inizia così: "Indovinami. Scoprimi. Sappimi". Lo manda Viola, una quindicenne come tante altre che però ha scelto questo modo alternativo per palesarsi con l'oggetto del suo innamoramento, Michele, appunto, che decide di stare al gioco ed inizia a risponderle con lettere nascoste in uno spazio tra la lavagna e il muro. E la cosa va avanti così per settimane, con Michele che, lettera dopo lettera, comincia a farsi un'idea sempre più precisa della sua misteriosa corrispondente, che comincia a chiamare Eulalia o Euly, tanto per darle un nome. Nasce un'affettuosa amicizia fatta di scambi di idee ed emozioni più vere che se Michele e la fantomatica Euly si conoscessero davvero - in effetti si conoscono, ma Michele non sa quale delle sue compagne sia effettivamente la sua amica di penna, o almeno non è sicuro di chi si tratti -. Lo scambio diventerà sempre più stringente e necessario per entrambi i ragazzi, finché un'ingerenza esterna li indurrà a palesare il sentimento che ormai li unisce entrambi, un amore sbocciato e sviluppato attraverso un carteggio epistolare, perché a volte i propri sentimenti è più facile metterli per scritto che dichiararli al diretto interessato. La storia al centro di Ciao, tu sta tutta qui, una storia fresca, spontanea, ricca di brio ma anche piuttosto originale sul versante stilistico. Il grande merito dei due autori consiste proprio nella capacità di rendere sulla pagina scritta i tanti modi di dire dei ragazzi contemporanei in questo atipico romanzo breve. Si può provare: il gradimento per i lettori adolescenti è assicurato - il libro oggettivamente si fa leggere con facilità -, mentre per gli adulti può rivestire maggior interesse dal punto di vista sociologico. 

Beatrice Masini - Roberto Piumini, Ciao, tu, Milano, Rizzoli, 2009; pp. 77

mercoledì 14 ottobre 2020

CUORI DI CARTA: AVVENTURA AD ALTA ENERGIA EPISTOLARE

Chi non sognerebbe un'emozionante corrispondenza epistolare con un coetaneo di sesso opposto di cui alla lunga innamorarsi perdutamente, magari innescata grazie alla comune passione per la letteratura di marca avventurosa? Alla questione risponde con un pizzico di magia Cuori di carta della scrittrice milanese Elisa Puricelli Guerra, che si confessa apertamente lettrice compulsiva di ogni romanzo di genere e sorta e non a caso, essendo anche un'apprezzata editor, passa gran parte della sua vita a leggere. In effetti le somigliano abbastanza i protagonisti del suo romanzo, che a volerne precisare la tipologia, potremmo a buon diritto definire romanzo epistolare per ragazzi con divagazioni sentimentali e avventurose, anche se non è tutto, come spiegheremo tra breve. Prima corre l'obbligo di precisare che i due adolescenti protagonisti impareranno a conoscersi senza mai vedersi di persona né usando mezzi informatici o telematici di qualsivoglia genere. I due, che ben presto stabiliranno di chiamarsi con i nomi fittizi di Una e Dan, inizieranno a scambiarsi messaggi in biblioteca (ad ore alterne, per non vedersi) utilizzando un libro come tramite, Puck il folletto, un mezzo assolutamente casuale peraltro, dato che il primo messaggio è metaforicamente il classico messaggio nella bottiglia lasciato da una ragazza in cerca di un destinatario tra i suoi compagni di scuola - ma sarà davvero una scuola, poi? Perché qua e là affiorano indizi piuttosto strani in merito -. All'inizio i due protagonisti ignorano perfino i rispettivi generi, ma ben presto diventano inseparabili amici di penna e cominciano a fantasticare: Dan in particolare vorrebbe conoscere Una in carne e ossa, anche se lei afferma di non essere ancora pronta ad incontrarlo. La nuova amicizia in corrispondenza è assai intrigante anche perché entrambi i ragazzi in teoria potrebbero vedersi, senza saperlo, per i corridoi del loro istituto scolastico. Ma Cuori di carta nasconde ben altro e molto presto le cose cominceranno a complicarsi quando compaiono tra le righe dei due corrispondenti alcuni riferimenti all'istituto che i due frequentano in mezzo a tanti altri compagni: sembra che i loro veri nomi gli studenti non li usino neanche più, e pare che tutti prendano una non meglio specificata medicina che, capitolo dopo capitolo, scopriremo che serve sostanzialmente a... dimenticare e voltare pagina. Un po' come stiamo facendo noi lettori perdendoci in questa storia, chissà... Il romanzo si complicherà con la presenza dell'unica amica del cuore di Una, Jolanda, e dei due inseparabili compagni d'avventura di Dan, Porthos e Aramis. E acquisterà sempre maggior definizione anche lo scenario del misterioso istituto sperduto in una foresta nella morsa di un rigido inverno, con la sua struttura a spirale e tanti inquietanti interrogativi da svelare in un'altalena di colpi di scena. Il tutto restando sempre nell'alveo di una serrata sequenza di messaggi, un tambureggiante botta e risposta che sembra costruito ad arte per rivelarci la storia centellinandone gli sviluppi in un crescendo di suspense. Assolutamente da provare: se avete minimamente apprezzato il gioco epistolare di Ciao, tu, il romanzo di Elisa Puricelli Guerra vi trasporterà senza colpo ferire in una realtà spazio- temporale tutta da scoprire fino all'ultima... lettera.

Elisa Puricelli Guerra, Cuori di carta, Torino, Einaudi, 2012; pp. 212

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...