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mercoledì 2 aprile 2025

IL LEONE, LA STREGA E L'ARMADIO: UN GRANDE CLASSICO DI C.S. LEWIS

Il professor C.S. Lewis (1898-1963), docente di lingua e letteratura inglese all’università di Oxford, cominciò a scrivere il romanzo fantasy per ragazzi Il leone, la strega e l’armadio nel 1949: il libro, che fu pubblicato nel 1950, fu il primo episodio del ciclo di Narnia, che sarebbe stata completato da altri cinque capitoli e da un prequel, Il nipote del mago (non a caso nella prima edizione completa della saga il volume apripista fu inserito in seconda posizione). La storia prende avvio durante la seconda guerra mondiale, quando quattro fratelli londinesi – ovvero Peter, il maggiore, Susan, Edmund e Lucy, la più piccola – lasciano la capitale britannica sotto i bombardamenti per essere ospitati da un vecchio professore nella sua enorme casa isolata nella campagna inglese. Comincia a piovere e, siccome non hanno di meglio da fare che esplorare la loro nuova casa, i quattro ragazzi vagano tra le stanze e i corridoi. A un certo punto finiscono in una stanza quasi vuota, dove spicca un grande armadio: gli altri tre proseguono i loro giri ma Lucy è attratta dal vecchio mobile e prova ad aprire un’anta, riuscendoci, e poi a perlustrarne l’interno. Dentro all’armadio c’è una fila di pellicce: Lucy lascia l’anta aperta per non restare prigioniera dell’armadio, poi entra attratta dall’odore delle pellicce, dietro le quali sente qualcosa di pungente e qualcos’altro che scrocchia sotto i piedi. Sembra anche esserci una flebile luce in lontananza: alla fine Lucy si ritrova in una pineta innevata, mentre sta nevicando, e nello spiazzo davanti a lei c’è un anomalo lampione. È finita in un posto quasi buio, mentre dietro di sé intravede la luce del giorno, e sembra arrivare pure qualcuno, uno strano fauno che si presenta come il Signor Tumnus e la invita a prendere un tè nella sua casa, non distante da lì. La piccola Lucy sembra finita in un mondo incantato che Tumnus rivela chiamarsi Narnia e dove da tempo immemorabile sembra esser calato un lunghissimo inverno a causa della malvagia magia di una dispotica Strega Bianca. Lucy a un certo punto torna indietro, ma scopre che nel mondo reale sono passati soltanto pochi attimi da quando è “entrata” nell’armadio: le crederanno i fratelli? Torneranno a liberare Narnia dalla morsa di quell’eterno inverno? Insomma, si tratta di una bellissima storia fantasy dove C.S. Lewis ha ben miscelato tutti gli ingredienti canonici del genere: un mondo alternativo di afflato mitico e misterioso, un’antagonista cattivissima, un pugno di creature immaginarie e un eroe predestinato, il leone magico Aslan, che può aiutare i quattro ragazzi a vincere la guerra, magari a prezzo di un grande sacrificio, per mettere fine al lunghissimo inverno che ha reso Narnia una terra desolata e riportarla al suo antico splendore. Il libro di C.S. Lewis narra un’epopea che si alterna tra il registro della fiaba, la mitologia e la religione: Aslan ricorda non poco Gesù Cristo che si immola per salvare la Terra di Narnia dall’inverno (altra allegoria della morte spirituale) in cui è precipitata a causa della Strega Bianca, una cattiva al di là di ogni redenzione. E il portale è la chiave per entrarci dentro e fare la cosa giusta, quindi potremmo vederlo anche come un simbolo di fede. Oltre a questa chiave di lettura religiosa il libro apripista della saga di Narnia si profila anche come l’eterna avventura che ogni ragazzino deve superare per crescere e quindi, in un certo senso, è anche un grande romanzo di formazione. È Il leone, la strega e l’armadio e per entrarci è sufficiente oltrepassare il portale nel vecchio armadio di una stanza mezza vuota di un’enorme casa di campagna in mezzo al nulla: ci entreremo dalla prospettiva di una bambina e, esattamente come lei, arriveremo all’happy ending senza neanche accorgercene, perché questa è la magia di un grande libro per ragazzi. Che peraltro con gli anni è diventato un classico da oltre 100 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Assolutamente da provare…   

C.S. Lewis, Il leone, la strega e l’armadio, Milano, Mondadori, 2006; pp. 167

martedì 7 giugno 2022

LA STORIA INFINITA, UN GRANDE CLASSICO FANTASY

Pochi romanzi contemporanei per ragazzi hanno raggiunto lo status di classico in breve tempo come La storia infinita di Michael Ende, classe 1929, regista teatrale tedesco con la passione per la scrittura, già autore di Momo e La terribile banda dei “Tredici” Pirati. La storia infinita ha conosciuto un crescente successo fin dall’uscita in libreria, nel 1979, amplificato peraltro dalla traslazione del romanzo nell’omonimo film di Wolfgang Petersen del 1984. Il romanzo in sé appartiene al genere fantasy, ma è dotato di una particolarità intertestuale che lo rende a suo modo unico: racconta una storia nella storia e in più a un certo punto i protagonisti dei due mondi narrativi entreranno fatalmente in contatto. Il protagonista del romanzo ha dieci anni e si chiama Bastiano Baldassarre Bucci, ed è quello che si definirebbe uno sfigato: sovrappeso, senza talenti particolari (tranne la passione per la lettura), orfano di madre (e con un padre comprensibilmente depresso), Bastiano sembra la vittima perfetta dei bulli di turno. Ed è proprio scappando da qualcuno che ce l’ha con lui che finisce dentro una libreria antiquaria, al cospetto di un libraio antipatico che ha tra le mani un libro il cui titolo attira immediatamente l’attenzione di Bastiano: La storia infinita. Sfruttando un momento di distrazione del librario, il protagonista afferra il libro e scappa dal negozio. Arriva a scuola, ma ha fatto tardi, così si sistema nella soffitta dell’edificio, buia, polverosa e piena di cianfrusaglie. Da uno spiraglio di luce inizia a leggere il libro e si perde in una fantastica storia: siamo a Fantàsia, un regno governato dall’Infanta Imperatrice, in cui però si sta diffondendo uno strano male, il Nulla, che sta fagocitando sempre più territori e che nessuno riesce a contrastare. Anche l’Infanta Imperatrice è afflitta da una malattia sconosciuta per cui sembra non esserci cura, così incarica Atreiu, un ragazzo dei Pelleverde del Mare Erboso, di trovare una cura per lei e per il regno. Per riuscire nella missione Atreiu riceve l’Auryn, un potente talismano che lo proteggerà da ogni, e poco dopo si imbatte nel Drago della Fortuna Fùcur, che diventerà un inseparabile compagno d’avventure. La storia è questa, ed è persino divisa cromaticamente, dato che gli eventi nella realtà di Bastiano sono stampati con inchiostro rosso scuro, mentre quanto succede a Fantàsia è stampato in verde. Ovviamente ad un certo punto sarà il protagonista umano ad approdare nel regno incantato per mettere a posto le cose. La storia infinita in ossequio al suo titolo si presenta come un libro multiforme, un po’ romanzo metatestuale, un po’ libro d’avventura, un po’ romanzo di formazione, e in ogni riga sembra letteralmente affiorare un atto d’amore alla potenza creatrice della fantasia. In effetti Michael Ende è riuscito nella sfida di raccontare una storia apparentemente ricolma di tante storie che prendono origine da essa stessa, e in più offre al lettore l’occasione di identificarsi con lo sfortunato protagonista, anche lui amante dei libri e delle storie in genere, e provare con lui l’ebbrezza di diventare un vero eroe. Un grande classico fantasy.

Michael Ende, La storia infinita, Milano, Corbaccio, 2009; pp. 446


 

martedì 16 novembre 2021

IL FIGLIO DEL CIMITERO

Il britannico Neil Gaiman, classe 1960, scrittore, giornalista, sceneggiatore televisivo e radiofonico, si conferma talentuoso autore di narrativa per ragazzi anche con la sua ultima (e già pluripremiata) fatica, Il figlio del cimitero, che condivide l’atmosfera dark del notevole Coraline. Il protagonista della storia si chiama Bod, ed è apparentemente un ragazzo normale, come tutti, che comincia la mattina con la buona colazione che l’amorevole Signora Owens suole preparargli, quindi va a scuola per imparare, ascoltando le interessanti lezioni del suo maestro Silas, per poi rilassarsi nel pomeriggio giocando con Liza, la sua compagna di giochi preferita. Il problema è che, in ossequio al titolo, Bod vive nell’ombrosa cornice di un cimitero, Liza è una strega bambina sepolta in terra sconsacrata, Silas è un fantasma o comunque una presenza inquietante, e la Signora Owens da almeno due secoli ha smesso di respirare per sempre. Il fatto è che quando Bod era un bambino in fasce nella sua casa si è consumato il brutale massacro della sua famiglia, ma lui inconsapevolmente è riuscito a gattonare fino al cimitero sulla collina vicina, dove è stato accolto ed accudito dai morti, che hanno deciso di adottarlo per difenderlo dall’assassino che continua a cercarlo ancora oggi. Da quel momento quel piccolo orfano è diventato Nobody, Bod per gli amici, e ha continuato a vivere al sicuro in mezzo alle tombe, riuscendo a comunicare con gli spiriti dei defunti, sempre al sicuro dietro al cancello del cimitero. Purtroppo Bod è vivo, sta crescendo e comincia ad avvertire l’irresistibile richiamo di quel che si trova dietro quel cancello, dove potrebbe attenderlo l’amicizia con ragazzi ‘normali’ ma anche quello stesso coltello che lo ha privato della famiglia d’origine tanti anni fa. Un romanzo davvero avvincente, felicemente sospeso tra fantasy e horror, in grado di tenere il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina, di emozionarlo a più riprese, di intrigarlo grazie a un irresistibile humour nero e di inquietarlo semplicemente alludendo, col fascino del non detto. Nonostante il suo titolo ombroso, Il figlio del cimitero non ha bisogno di stupire con effetti truculenti, ma ci conquista pagina dopo pagina semplicemente evocando l'orrore con maestria sopraffina. Da non perdere. 

Neil Gaiman, Il figlio del cimitero, Milano, Mondadori, 2010; pp. 344


OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...