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venerdì 27 novembre 2020

LO SPACCIATORE DI FUMETTI

Le storie a fumetti spesso vengono etichettate per approssimativa faciloneria come una forma di intrattenimento di serie B, nonostante sia indiscutibile che alcuni disegnatori e sceneggiatori meritino indubbiamente di essere definiti artisti. Deve saperne qualcosa al riguardo Pierdomenico Baccalario, classe 1974, specialista in narrativa per ragazzi, che con Lo spacciatore di fumetti è davvero riuscito a creare il romanzo perfetto sul mondo dei balloon. La scelta stessa dell’ambientazione, nella Budapest di fine anni Ottanta, è impeccabile alla bisogna perché nella lenta agonia della guerra fredda i fumetti erano fortemente osteggiati nell’Europa dell’Est, considerati una pericolosa forma di spazzatura consumistica. Non la pensa così il protagonista del romanzo, il quindicenne Sàndor, che l’11 di tutti i mesi suole ritrovarsi alla stessa panchina di un parco cittadino per incontrarsi con l’enigmatico Mikla Francia Kiss, un adulto che la polizia segreta certo bollerebbe come sovversivo, dato che da diverso tempo sta foraggiando il giovane protagonista con forniture gratuite di fumetti americani. Per non destare sospetti Sàndor ha cucito una speciale tasca all’interno del suo giubbotto, dove occultare i fumetti e trasportarli ai suoi clienti passando inosservato. Già, perché Sàndor non paga i fumetti ma ha avviato un lucroso business con il suo gruppo di amici, che lavorano su commissione per una selezionata clientela. Forse è un po’ rischiosa come attività per dei ragazzini, ma è un ottimo modo per evadere dalla triste realtà quotidiana, da un patrigno troppo entrante, da un futuro senza grosse prospettive all’orizzonte nella Budapest stagnante in cui Sàndor si ritrova a vivere: in fondo basta sfogliare un albo di supereroi (DC o Marvel, che importa?) per perdersi in universi alternativi e fantastici, seguendo con la fantasia le avventure dell’Uomo Ragno o quelle dei Fantastici Quattro, l’oscuro futuro di Watchmen o l'esistenza problematica degli Inumani. Ma perché il suo misterioso fornitore fa tutto questo per lui, rischiando di essere scoperto dalla polizia segreta o dagli informatori del regime (come forse quel dottor Kadar, che non promette nulla di buono)? Sàndor non lo sa, e non si pone troppe domande finché Mikla Francia Kiss non si presenta all’appuntamento concordato e tutti quelli intorno a lui sembrano diventare improvvisamente molto sospettosi. Intanto c’è anche tempo per sfidare l’autorità con la forza della fantasia: Sàndor e i suoi tre inseparabili amici (Nikolai in particolare) stanno infatti creando un personaggio per conto loro, un ex soldato nazista che vive nei sotterranei di Budapest, è capace di captare le emozioni altrui e risponde al nome inquietante di Fog Grey… Nonostante la tensione sommersa, le cose procedono apparentemente per forza d’inerzia finché non cominciano a precipitare molto rapidamente verso l’unica fine possibile. È Lo spacciatore di fumetti, semplice narrativa per ragazzi al cento per cento, un romanzo che assortisce vari universi fumettistici assortiti (ogni capitolo è dedicato a un personaggio in particolare), le contraddizioni e le ossessioni della guerra fredda, una storia di formazione degna di un Holden Caulfield dell’Est e un piccolo gioiello metaletterario. Il tutto gioiosamente shakerato e scritto con uno stile trascinante, consigliato agli adolescenti ma adatto davvero a tutte le fasce di lettori. È il volume apripista della nuova collana dell’Einaudi “Carta Bianca”. 

Pierdomenico Baccalario, Lo spacciatore di fumetti, Torino, Einaudi, 2011; pp. 242 


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