venerdì 22 ottobre 2021

L'ARCA PARTE ALLE OTTO!

Chi ha detto che non esistono libri capaci di rileggere la Bibbia ad uso e consumo delle generazioni più giovani? La perfetta dimostrazione del concetto è mirabilmente offerta da L'arca parte alle otto di Hurlich Hub, un piccolo romanzo illustrato per ragazzi che comincia ai tempi dei tempi nell'Antartide, quando un pinguino finisce (non si sa bene quando involontariamente) per schiacciare una farfalla, una presenza effettivamente curiosa in siffatto contesto glaciale. Nasce così un'accesa discussione tra tre inseparabili amici, tutti pinguini, conclusa con l'abbandono del campo da parte del 'colpevole' dell'involontario misfatto. Poi arriva sul posto anche una colomba molto affaccendata, che è venuta a portare la notizia del diluvio universale prossimo venturo e i biglietti per l'arca di Noè (ovvero per la salvezza), la cui partenza è prevista per le otto in punto. Il problema è che i biglietti disponibili sono soltanto due, mentre i pinguini sono tre: per solidarietà i due amici muniti di biglietto decideranno di portarsi il terzo dentro una valigia per non abbandonarlo al suo umido destino. Dentro l'arca ovviamente ne succederanno di tutti i colori: tra rumori strani, imprevisti in serie e succose discussioni su Dio, sulla fede e sul senso della vita, la coppia di pinguini dovrà darsi parecchio da fare per impedire all'indaffaratissima colomba – che continua a dimenticarsi qualcosa di molto importante per tutta la durata del viaggio - di scoprire l'amico clandestino. Quando infine la colomba se ne accorge, il diluvio è ormai finito ed è già ora di approdare a terra per ripartire da zero. Un libello illustrato davvero divertente ed intrigante: si legge in un'ora e poco più, ma è garantito che le elucubrazioni ingenue ma altamente fosforiche di questi pinguini molto speciali sono destinate a frullare a lungo nelle teste dei lettori. Contrappuntano la storia le essenziali e godibili illustrazioni di Jörge Mühle. Consigliato per gli adolescenti ma decisamente adatto anche agli adulti. 

Hurlich Hub - Jörge Mühle, L'arca parte alle otto, Milano, Rizzoli, 2011; pp. 96


mercoledì 20 ottobre 2021

DIARIO DI UNA SCHIAPPA

L'autore di questo originale romanzo in forma di diario contrappuntato da vignette è l'americano Jeff Kinney, classe 1971, scrittore e progettista di giochi online. Questo suo Diario di una schiappa ha avuto un incredibile successo a livello globale, tanto da dare origine a una serie che ha venduto qualcosa come 250 milioni di copie in tutto il mondo (con traduzioni in 65 lingue, latino compreso) e all'immancabile traslazione sul grande schermo nell'omonimo film del 2010, seguito a ruota dall'immancabile sequel. Nonostante il titolo, il giovane protagonista della storia, Greg Heffley, ci tiene a puntualizzare fin dalla prima pagina che non si tratta di un diario "tradizionale" ma di un giornale di bordo: l'idea di tenere un diario in effetti è della mamma di Greg, ma lui non ha assolutamente intenzione di affidare alla carta i suoi sentimenti, invece l'unica ragione per cui ha accettato di scriverlo è che gli sarà utile quando un domani, quando sarà ricco e famoso, non avrà tempo da sprecare rispondendo a domande banali. Le avventure del primo volume della serie raccontano appunto il primo anno di Greg alle medie, dove il nostro eroe cerca di sopravvivere giorno dopo giorno ai mille pericoli dell'ambiente scolastico: Greg è, per sua stessa definizione, una schiappa, e non a caso ogni attività o progetto in cui si trova impegnato finisce molto spesso per rivelarsi un disastro. Greg è una schiappa sia a scuola che in ambito sportivo, e l'unico campo dove sembra avere un discreto talento sono i videogiochi. Le cose per lui non vanno meglio neanche tra le mura di casa, dove vive con una mamma che gli vuole bene ma è piuttosto severa, un buon padre che ha la fissa per trasformarlo in un atleta, un pessimo fratello maggiore patito di heavy metal (Rodrick) e un viziatissimo fratellino che gli fa sempre la spia (Manny). Il migliore amico di Greg è Rowley, un ragazzo molto ingenuo di cui spesso il protagonista si approfitta. Tra il progetto (fallimentare) di una casa fantasma, un tristissimo Halloween, la leggendaria maledizione del formaggio che passa da uno studente all'altro, una recita studentesca che si rivela un tremendo disastro e un Natale senza i regali desiderati, le avventure del buon Greg ci conquisteranno pagina dopo pagina. Un libro all'insegna del disimpegno ma a tratti davvero divertente. 

Jeff Kinney, Diario di una schiappa, Milano, Il Castoro, 2008; pp. 218 


sabato 16 ottobre 2021

MI RICCI! L’AMORE AI TEMPI DEL T9

In effetti, bisogna ammetterlo, non è facile decidere di leggere un libro che ha un titolo assurdo come questo… E poi, esattamente, che significa Mi ricci? Lo si intuisce dal sibillino sottotitolo “L’amore ai tempi del T9”. Per scoprirlo dovremo sfogliare questo piccolo libro illustrato, un racconto sentimentale per ragazzi, volendo azzardare una definizione. Aggiungiamo doverosamente una precisazione: non è solo illustrato, ma ha addirittura le pagine in tricromia. Eh, già, perché la storia è narrata dalla triplice prospettiva di tre ragazzi e ogni volta che entriamo nei pensieri di uno di loro, cambia anche il colore delle pagine. Vi chiederete di che parla… La trama in effetti è tutta un programma: c’è Stefano (studente di seconda media) che ha ricevuto un bigliettino (rosa) col numero di Suzanne (seconda media anche lei) da un’amica comune per darlo a Marco, ragazzo di terza media bello e impossibile che però glielo ha subito restituito, letteralmente nauseato dal colore. A quel punto Stefano (a cui piace Suzanne), ha deciso di caricare il suo cellulare con cinque euro per tentare la fortuna, rinunciando addirittura alla partenza del MotoGP, che sarebbe la sua grande passione sportiva. Il nostro eroe si fa coraggio e manda un sms al suo (per adesso non corrisposto) amore: digita “Mi piaci”, una frase tranquilla, qualcosa di semplice tanto per spezzare il ghiaccio, invece il perfido T9 gli modifica il testo in un incomprensibile “Mi ricci”. Ed è questo l’imbarazzante messaggio che parte dal numero di Stefano diretto a quello di Suzanne. Che fare? Passando da un pasticcio all’altro Stefano cercherà di rimediare alla figuraccia che ha fatto lottando contro il tempo. Purtroppo Marco nel frattempo ha trovato Suzanne fuori di casa sua (non per caso) e l’ha invitata a pescare, sfrecciando in motorino con lei dietro sotto gli occhi allibiti del povero Stefano. Come andrà a finire? Lo scopriremo in questo divertente esempio di narrativa per ragazzi altamente disimpegnata ma molto realistica sul fronte del linguaggio. Ce la racconta il giovane illustratore Alessandro Baronciani, non nuovo a produzioni simili. Un libro esile come un fiocco di neve: bello a vedersi finché non si squaglia tra le dita diventando semplice acqua... Ma vale la pena di leggerlo per un’ora e rotti di adolescenziale disincanto... 

Alessandro Baronciani, Mi ricci! L’amore ai tempi del T9, Milano, Rizzoli, 2010; pp. 97


IL PIANETA DEI BRUCHI... GARANTISCE KEN FOLLETT

L'autore di questo romanzo non ha bisogno di presentazioni, trattandosi di Ken Follett, classe 1949, che in oltre trent'anni ha scritto acclamati bestseller quali La cruna dell'ago, Il codice Rebecca e I pilastri della terra, giusto per citare i più celebri, tutti impeccabili romanzi di spionaggio o gialli a orologeria. Non così Il pianeta dei bruchi, che Follett pubblicò (sotto pseudonimo) nel lontano 1976, il suo unico esempio di romanzo breve per ragazzi insieme a Il mistero degli Studi Kellerman che, però, essendo propriamente un giallo (anche se dalla struttura semplice), presenta vari punti di contatto col resto della produzione “maggiore” dell'autore gallese. Il pianeta dei bruchi invece è uno stranissimo esempio di romanzo di fantascienza per ragazzi e non condivide praticamente niente con le opere più note di Follett, soprattutto a livello stilistico. Non si tratta necessariamente di un difetto, perché la storia al centro di questo romanzo breve, per quanto esile e talvolta di sapore naïve, fila che è una bellezza. Ne sono protagonisti i dinamici gemelli "Fritz" e Helen Price, che stanno passando le vacanze in compagnia di un cugino a cui hanno affibbiato il poco lusinghiero soprannome di Barile per le sue misure generose. La prospettiva dei tre è quella di passare la solita estate noiosa nella pensione di famiglia, ma le cose si vivacizzano assai con l'arrivo a sorpresa di un misterioso parente di cui ignoravano addirittura l'esistenza: si tratta dell'affabile zio Grigorian, che propone loro un'apprezzabile gita nella sua casa nella campagna del Galles. Lo zio ritrovato, però, oltre a degli stranissimi pollici che non sembrano aver nulla di umano, mostrerà di avere ancora più sorprese in serbo per i tre nipoti, rivelandosi ben presto un alieno in missione per conto del governo intergalattico e conducendoli nello spazio sul remoto pianeta dei bruchi per risolvere una questione davvero molto importante. Nonostante l'oggettiva esilità della storia, che sembra quasi una versione spielberghiana di un racconto di Asimov, Il pianeta dei bruchi cattura subito l'attenzione grazie alla simpatia dei protagonisti e la tiene viva fino all'immancabile happy ending. Da provare. 

Ken Follett, Il pianeta dei bruchi, Milano, Mondadori, 2013; pp. 95


venerdì 1 ottobre 2021

CIAO, TU: AMORI E BIGLIETTINI ANONIMI SUI BANCHI DI SCUOLA

Da sempre i famigerati "bigliettini" sono un classico delle aule scolastiche di ogni parte del mondo. Ma è strano che il genere-bigliettino si dilati in un vero e proprio libro, come succede appunto in Ciao, tu, scritto a quattro mani da due specialisti di narrativa per ragazzi come Beatrice Masini e Roberto Piumini. Definirlo romanzo epistolare in effetti sarebbe troppo... diciamo che racconta una tipica storia d'amore tra i banchi di scuola dei giorni nostri, che comincia nello zaino di un ragazzo che si chiama Michele con un biglietto misterioso che inizia così: "Indovinami. Scoprimi. Sappimi". Lo manda Viola, una quindicenne come tante altre che però ha scelto questo modo alternativo per palesarsi con l'oggetto del suo innamoramento, Michele, appunto, che decide di stare al gioco ed inizia a risponderle con lettere nascoste in uno spazio tra la lavagna e il muro. E la cosa va avanti così per settimane, con Michele che, lettera dopo lettera, comincia a farsi un'idea sempre più precisa della sua misteriosa corrispondente, che comincia a chiamare Eulalia o Euly, tanto per darle un nome. Nasce un'affettuosa amicizia fatta di scambi di idee ed emozioni più vere che se Michele e la fantomatica Euly si conoscessero davvero - in effetti si conoscono, ma Michele non sa quale delle sue compagne sia effettivamente la sua amica di penna, o almeno non è sicuro di chi si tratti -. Lo scambio diventerà sempre più stringente e necessario per entrambi i ragazzi, finché un'ingerenza esterna li indurrà a palesare il sentimento che ormai li unisce entrambi, un amore sbocciato e sviluppato attraverso un carteggio epistolare, perché a volte i propri sentimenti è più facile metterli per scritto che dichiararli al diretto interessato. La storia al centro di Ciao, tu sta tutta qui, una storia fresca, spontanea, ricca di brio ma anche piuttosto originale sul versante stilistico. Il grande merito dei due autori consiste proprio nella capacità di rendere sulla pagina scritta i tanti modi di dire dei ragazzi contemporanei in questo atipico romanzo breve. Si può provare: il gradimento per i lettori adolescenti è assicurato - il libro oggettivamente si fa leggere con facilità -, mentre per gli adulti può rivestire maggior interesse dal punto di vista sociologico. 

Beatrice Masini - Roberto Piumini, Ciao, tu, Milano, Rizzoli, 2009; pp. 77

venerdì 24 settembre 2021

LE AVVENTURE DI TOM SAWYER? UN CLASSICO INTRAMONTABILE...

Dopo i primi successi come scrittore, il giovane Mark Twain contava molto sulla pubblicazione de Le avventure di Tom Sawyer, che ebbe invece una tiepida accoglienza di pubblico rispetto alle previsioni. Nella prefazione l’autore spiega il carattere realistico delle avventure narrate nel libro, alcune delle quali furono sue dirette esperienze dell’infanzia passata a Hannibal, cittadina rievocata qui nell’immaginaria St. Petersburg. Sono ispirati alla realtà anche i protagonisti: mentre Huck Finn fu tratteggiato su un ragazzo vero, Tom Sawyer fu il frutto di un genere di architettura letteraria composita, dato che Twain assemblò nel personaggio le caratteristiche di tre diversi ragazzi. Per ammissione dell’autore anche le stravaganti credenze descritte nel libro sono ispirate alla realtà e fermamente credute dai suoi coetanei ai tempi dell’ambientazione della storia, ovvero 30-40 anni prima. Si tratta di un libro dichiaratamente rivolto ai ragazzi, ma l’autore l’ha scritto sperando di ricordare agli adulti del suo tempo i sentimenti, le impressioni, le strane imprese vissute nei loro anni più verdi. Tom Sawyer, il protagonista del romanzo, è un ragazzo assai irrequieto, tremendamente simpatico e di solito anche molto furbo: spesso riesce ad evitare le punizioni comminate dalla vecchia zia Polly (che l’ha adottato con l’impeccabile fratello Sidney, per tutti soltanto Sid) facendola ridere, talvolta invece le trasforma in buoni affari, come quando, dovendo verniciare uno steccato, riesce a convincere i suoi compagni di giochi che non si trattava di una fatica ma di un vero privilegio, usando parole talmente allettanti da indurli a pagarlo per svolgere il lavoro al suo posto. Pur essendo un monello, Tom ha un cuore d’oro e di solito è leale con gli amici, ama essere un bambino ma al tempo stesso desidera crescere, ha l’impulso di fuggire da casa ma poi ne sente una tremenda nostalgia. Ad un certo punto, stufo delle regole e delle punizioni della zia, con gli amici Joe Harper e Huckberry Finn – un ragazzo di strada senza fissa dimora e senza istruzione che diverrà qualche anno dopo protagonista del capolavoro di Mark Twain – decide di fuggire per "diventare" pirati: costruita una zattera, i tre la varano nel Mississippi, raggiungono la vicina isola di Jackson e si divertono un mondo vivendo in piena libertà, poi tornano sui propri passi spinti dalla nostalgia per la gioia dei parenti che li credevano morti. In seguito Tom e Huck assistono all’omicidio dello stimato medico di St. Petersburg, di cui viene accusato ingiustamente Muff Potter, il mite ubriacone locale: pur riluttante per paura della vendetta del vero responsabile, il meticcio Joe l’Indiano, Tom trova il coraggio per testimoniare in tribunale e scagiona l’innocente, diventando una piccola celebrità locale, anche se il colpevole riesce a scappare. In seguito viene scoperto il cadavere del fuggiasco, mentre Tom e Huck scoprono il tesoro di Joe l’Indiano e diventano ricchi, anche se Huck continua a manifestare non poche difficoltà ad inquadrarsi nella vita civile. I trentasette capitoli de Le avventure di Tom Sawyer regalano un nugolo di sorprese narrative e tratteggiano uno spaccato molto realistico degli anni Quaranta dell'Ottocento degli Stati Uniti. Questo romanzo di Mark Twain è consigliabile per i lettori di tutte le età, ma lo troveranno particolarmente intrigante i ragazzi intorno ai dieci anni per la spontaneità con cui tenderanno ad identificarsi con l'irresistibile protagonista. Peraltro i capitoli spesso coincidono con episodi che si possono leggere singolarmente con eguale diletto. Una lettura imprescindibile per ogni adolescente che si rispetti... 

Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Torino, Einaudi, 2005; pp. 256


martedì 13 luglio 2021

I PESCI NON CHIUDONO GLI OCCHI: ERRI DE LUCA RACCONTA I SUOI DIECI ANNI

Non è la prima volta che Erri De Luca, classe 1950, nella sua lunga e variegata carriera di scrittore a trecentosessanta gradi – narratore, poeta, giornalista e teatrante – gioca la carta del romanzo di formazione, ma I pesci non chiudono gli occhi sotto questo fronte è davvero un diamante grezzo di rara bellezza. De Luca si racconta nell’estate dei suoi dieci anni, in una vacanza al mare (probabilmente a Ischia) insieme alla madre, momentaneamente sola coi figli in quanto il marito se ne è andato a cercare fortuna a New York, dove forse, una volta sistemato, dovrà raggiungerlo il resto della famiglia. Si tratta di un’estate d’attesa, che è un po’ la cifra riposta di questa stagione tradizionalmente di vacanza, in attesa appunto di un nuovo periodo, di un nuovo anno scolastico o di una nuova vita, chissà… L’attesa è più che mai sensibile per il piccolo protagonista, la voce narrante del romanzo, che deve pure darsi da fare a Matematica, in quanto è stato rimandato a settembre alla fine della prima media e deve prendere periodicamente ripetizioni dal maestro dell’isola sul tavolo di un bar: l’affanno principale del ragazzo però non è imputabile alla scuola, ma al suo corpo di adolescente che non cresce al passo con la sua testa di lettore curioso, che sta cominciando a formulare pensieri da adulto in embrione. E fatalmente i pensieri di un adolescente a cui non sembra di crescere di un centimetro finiscono per puntare, quasi inconsapevolmente, su una coetanea, lettrice anche lei, che condivide la stessa spiaggia del protagonista e che non si sottrae quando lui le chiede della comune (ed evidente) passione per la lettura. La nuova amicizia non passa inosservata a tre bulletti di poco più grandi del protagonista, che inizieranno a prenderlo di mira sempre più palesemente anche e soprattutto in reazione alle attenzioni che la ragazzina gli riserva (il cui nome l’autore ha perso per sempre tra i meandri della sua memoria diventando adulto). Il quadro del libro è questo e nel suo breve sviluppo Erri De Luca riuscirà a chiarirci le idee su un pugno di tematiche assai sensibili nell’universo dell’adolescenza e dintorni: la metamorfosi del corpo che cambia (o ingenera ansia perché non cambia), i sentimenti “da adulti” come l’odio, l’amore o il senso di giustizia che iniziano a nascere dentro causando cataclismi emotivi e il sogno di una vita diversa che aleggia all’orizzonte. I pesci non chiudono gli occhi condensa tutto questo in un piccolo libro di poco più di un centinaio di pagine felicemente sospeso a metà tra un romanzo di formazione e un’autobiografia d’autore nell’estate dei suoi dieci anni. Assolutamente da scoprire, come il titolo, di cui capiremo il senso riposto soltanto alla fine.

Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi, Milano, Feltrinelli, 2011; pp. 115

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...