sabato 23 aprile 2022

LA BATTAGLIA DEL LABIRINTO: PERCY JACKSON COLPISCE ANCORA!

Si tratta del quarto episodio (su cinque complessivi) della saga fantasy di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, che in patria è divenuta un sorprendente fenomeno editoriale da trenta milioni di copie e da cui è stato traslato sul grande schermo nel 2010 il primo film della serie, diretto dallo specialista Chris Columbus, seguito dal sequel di Thor Freudenthal (per adesso l'unico). Con La battaglia del labirinto entriamo davvero nel vivo dell’epopea del giovanissimo semidio Percy Jackson, figlio di Poseidone e di una mortale. Ormai il conflitto conclusivo tra gli dei dell’Olimpo – che, come ormai sappiamo, non è più sulla sommità di un monte dell’antica Grecia, ma oltre le nuvole dell’Empire State Building, a New York – e i redivivi Titani è quasi ad un passo. Non a caso al Campo Mezzosangue (l’equivalente di Hogwarts nell’universo di Riordan) aleggia un vento di comprensibile nervosismo per l’imminente invasione da parte di Luke al comando dell’esercito di Crono, aumentano le defezioni, fervono gli allenamenti e perfino Dioniso è partito per una missione segreta. A scopo difensivo il buon Percy con gli inseparabili Annabeth e Grover dovrà avventurarsi nei meandri del tortuoso labirinto di Dedalo: il mitico inventore realizzò la prima incarnazione della sua creatura a Cnosso, nell’isola di Creta, ma i tentacoli di questo vero e proprio mondo sotterraneo oggi si estendono anche sotto il Nord America. All’interno del labirinto – da cui Annabeth, quale figlia di Atena, è estremamente intrigata, non a caso è lei che guida l’impresa – i nostri eroi dovranno fronteggiare pericoli in serie, trappole a ripetizione e nemici sempre più letali, molteplici insidie da cui Percy e compagnia riusciranno a destreggiarsi anche grazie ai preziosi insegnamenti di Quintus, il nuovo docente di tecniche di combattimento del Campo Mezzosangue. Riuscirà il rampollo di Poseidone a mettere le mani sul leggendario filo d’Arianna prima del suo avversario (nonché ex amico) Luke? Lo scopriremo, al solito, in un crescendo di emozioni e di colpi di scena, ovviamente dalla prospettiva in prima persona del giovane protagonista, su cui continua ad incombere una sinistra profezia che si scioglierà, ça va sans dire, nella prossima puntata, l’ultima della fortunata serie di Riordan. Anche La battaglia del labirinto non deluderà i numerosi fans grazie alla sempre efficace commistione di mito e contemporaneità che caratterizza la saga. 

Rick Riordan, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. La battaglia del labirinto, Milano, Mondadori, 2011; pp. 346


PERCY JACKSON E LA MALEDIZIONE DEL TITANO

Dopo essere divenuta un vero e proprio fenomeno letterario in patria, anche grazie alla prima traslazione cinematografica, ormai la saga in cinque parti di Percy Jackson nell’arco di un anno si è affermata come un must imprescindibile anche in Italia, mentre l’autore, Rick Riordan, classe 1964, già docente di inglese e storia alle medie, è già considerato come uno scrittore di riferimento per i giovani lettori. La maledizione del Titano è il terzo romanzo delle avventure del giovane mezzosangue Percy Jackson, rampollo semicelestiale di Poseidone, il dio del mare. La storia prende avvio con una missione di Percy, Annabeth e Talia in aiuto del fauno Grover, che ha scovato due potenti semidei, Nico e Bianca Di Angelo, in una scuola e intende portarli prima possibile al Campo Mezzosangue, la scuola dove i semidei scoprono se stessi e prendono confidenza con i propri poteri, una sorta d’incrocio fantasy tra Hogwarts e la Scuola per Giovani Dotati del Professor Xavier (il mentore degli X-Men). Il problema è che il vicepreside della scuola dei due ragazzi è il solito mostro in sembianze umane, una letale manticora agli ordini del perfido Crono, che rapisce Annabeth insieme alla dea Artemide, anche lei interessata al destino dei due giovani semidei. Per Percy e i suoi amici è l’inizio di una rischiosa avventura che li opporrà ai Titani, che stanno risvegliando creature mostruose scomparse da millenni ma pronte ad aiutarli nei loro progetti di vendetta contro gli dei dell’Olimpo, i loro tradizionali avversari. Per scongiurare la solita catastrofe di portata cosmica e liberare la sua compagna di mille avventure il giovane protagonista dovrà così intraprendere un viaggio ai confini del cielo, dove l’attende la dea Artemide intrappolata nel fardello dei Titani. Il tutto con la minaccia incombente di una terribile profezia (ovviamente letale) che sembra riguardare proprio il povero Percy. In attesa degli ultimi due capitoli della pentalogia… 

Rick Riordan, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo. La maledizione del Titano, Milano, Mondadori, 2011; pp. 336


PERCY JACKSON 2... GROSSO GUAIO AL CAMPO MEZZOSANGUE!

Dopo il successo della prima avventura di Percy Jackson e della relativa traslazione sul grande schermo, ecco anche il secondo romanzo della saga in cinque parti di Rick Riordan, classe 1964, un docente americano di lettere e storia che ha sfondato nel campo della narrativa per ragazzi con un ciclo da quindici milioni di copie in grado di attualizzare in modo originale il variegato universo della mitologia greca – più un piccolo spunto dalla collega Joanne K. Rowling per quanto concerne l'ambientazione scolastica –. Nel secondo episodio ormai il buon Percy Jackson è sceso a patti con la sua natura di mezzosangue ed è più tranquillo, anche se la vita di un adolescente a New York non è mai semplice. E le cose si complicano ancor più all'arrivo dell'estate, quando Percy fa ritorno al Campo Mezzosangue e scopre che tutto è cambiato: le gerarchie dei mitologici insegnanti sono infatti sconvolte e l'albero magico che protegge il campo dalle invasioni dei mostri è stato avvelenato ed ha perso efficacia. Per salvare la divina pianta che fu già una mezzosangue figlia di Zeus servirà addirittura il mitico vello d'oro, che purtroppo si trova nell'isola dei ciclopi, sorvegliato da Polifemo in persona. La prescelta per la rischiosa missione è l'odiosa figlia di Ares, ma Percy e Annabeth partono con lo stesso obiettivo perché Polifemo tra le altre cose ha imprigionato Grover, il satiro-custode-miglior amico di Percy. Ai due si aggregherà anche il ciclope Tyson, la new entry del gruppo, 'fratello' di Percy essendo come lui figlio di Poseidone. A complicare il tutto c'è anche un'inquietante profezia sul tradimento di uno dei figli dei tre grandi, oltre all’incontro con la mitica maga Circe e con le suadenti sirene. Come si fa a resistere? In effetti, una volta aggredite le prime pagine, fermarsi è oggettivamente difficile. La storia, pur essendo meno sorprendente dell'episodio apripista, si fa leggere e il lettore si ritrova ben presto intrappolato di nuovo nell'avventuroso mondo dei mezzosangue contemporanei. 

Rick Riordan, Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo. Il mare dei mostri, Milano, Mondadori, 2010; p. 336


venerdì 8 aprile 2022

PERCY JACKSON: MAGIA, MITI E... GIOVANI MEZZOSANGUE

Incredibile a dirsi, stando alla saga di Percy Jackson gli dei dell’Olimpo sono vivi e vegeti, in piena attività e saldamente radicati nel mondo occidentale cui i loro miti hanno dato avvio. Ne è la dimostrazione questo romanzo di Rick Riordan, l’atto primo di una fortunata serie di cinque libri per ragazzi che richiamano alla lontana il mondo di Harry Potter di Joanne K. Rowling. Il protagonista, Percy Jackson, è il classico ragazzo sfortunato che non manca mai in nessuna classe: dislessico, iperattivo, con un carattere problematico che l’ha costretto a cambiare scuola e ricominciare da zero praticamente ogni anno, figlio unico di una madre dolcissima e oppresso da un maleodorante patrigno con cui è costretto a convivere. In effetti la vita non è semplice per il povero Percy, che ha pure una storia personale difficile: infatti non ha mai conosciuto il padre, che è partito poco dopo la sua nascita per un viaggio in mare da cui non è più tornato. Per Percy Jackson le cose non vanno meglio neanche sotto il versante dei rapporti personali: il suo solo amico è un altro ragazzo problematico, Grover, e a scuola l’unico che sembra capirlo è il Prof. Brunner, docente di latino paralitico e profondo conoscitore della mitologia greca. Ma tutto cambia quando la terribile docente di Matematica di Percy si trasforma in una creatura che pare proprio una furia infernale. In breve Percy comprenderà di essere più speciale di quanto credesse, scoprendo addirittura che le sue origini sono divine, anzi olimpiche: gli dei dell’Olimpo infatti esistono ancora e sono più vivi e litigiosi che mai, e tra l’altro continuano ad intrecciare relazioni con i mortali come hanno fatto nell’antichità. Percy è appunto il frutto di un’unione tra dio e mortale, un mezzosangue (o un semidio) che vari mostri sembrano fermamente intenzionati ad eliminare. L’unica via d’uscita per lui sarà di arrivare prima possibile al campo d’addestramento dove tutti gli altri mezzosangue imparano ad usare i propri poteri divini (e soprattutto da cui mostri sono banditi): sarà l’amico Grover, che in realtà è un satiro incaricato di proteggerlo, a condurlo al campo in compagnia della madre di Percy, che finirà vittima del terribile Minotauro. Qui lo sconvolto protagonista ritroverà il Prof. Brunner – e scoprirà trattarsi del centauro Chirone, il leggendario istruttore di eroi del calibro di Ercole – e diverrà amico di Annabeth, mezzosangue figlia di Atena, scoprendo infine con certezza d’essere addirittura figlio di Poseidone, uno dei tre dei più potenti del pantheon greco con Zeus e Ade. Il fatto è che nell’aria aleggia la minaccia di una guerra che potrebbe scuotere le fondamenta dell’universo stesso: qualcuno infatti ha osato rubare la folgore di Zeus e i sospetti sembrano indicare l’inconsapevole Percy Jackson come colpevole del furto sacrilego. Il protagonista, insieme ad Annabeth e Grover, dovrà quindi intraprendere una rischiosa impresa per ritrovare la folgore e restituirla al legittimo proprietario: è solo l’inizio di un tortuoso viaggio che porterà i tre a spasso per l’America con tappa obbligata all’Ade (da cui si accede, ovviamente da Hollywood) ed arrivo al 600mo piano dell’Empire State Building, sede attuale dell’Olimpo, un avventuroso itinerario in cui i nostri eroi dovranno vedersela con gente poco raccomandabile come la terribile Medusa, il dio della guerra Ares e il dio degli Inferi, Ade. Il tutto nella speranza di liberare la madre di Percy dalla prigionia di Ade e con la certezza di una terribile profezia dell’Oracolo, che ha predetto a Percy il tradimento di un amico. Un gradevole romanzo per ragazzi che riesce in una missione davvero impossibile: rileggere in modo intrigante lo stratificato universo della mitologia greca rendendolo appetibile ai teenagers contemporanei. Stranamente la miscela si rivela godibile dalla prima all'ultima pagina e Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Il ladro di fulmini riesce nell'arduo tentativo di rivitalizzare l'epica classica in chiave contemporanea. Assaporato il primo episodio, sarà arduo evitare di leggere il resto della saga...

Rick Riordan, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Il ladro di fulmini, Milano, Mondadori, 2010; pp. 367


 

lunedì 28 marzo 2022

IL BAR SOTTO IL MARE: GARANTISCE STEFANO BENNI…

Insieme al leggendario Bar Sport questa raccolta costituisce un picco della narrativa breve del bolognese Stefano Benni, classe 1947, giornalista e scrittore dalla corrosiva vena umoristica, come si evince dalle poesie di Prima o poi l’amore arriva e da romanzi irresistibili come Terra! e La compagnia dei Celestini. Il bar sotto il mare costituisce una sorta di raccolta ‘concettuale’, che comincia addirittura dall’immagine di copertina, che raffigura apparentemente ventuno personaggi – che a onor del vero salgono a ventitré considerando anche la pulce sul cane nero e… l’uomo invisibile, che essendo tale non si vede –. Si sfoglia il libro e, dopo il frontespizio col titolo, ecco subito la legenda con le silhouettes dei personaggi della copertina, quindi il prologo che porta l’io narrante della storia sulle tracce di un vecchio elegante con una gardenia all’occhiello, che entra nell’acqua e scompare, presto (in)seguito dal protagonista, che si ritrova in un bar sotto il mare, in mezzo ai ventidue avventori in copertina più l’immancabile barista, che ricorda parecchio Vincent Price. E tutti dopo racconteranno una storia, fino a quella dell’ospite, che narrerà la ventiquattresima chiudendo il cerchio… o forse no. I racconti sono di genere vario e di fantasia dirompente, secondo consolidata tradizione benniana: d’obbligo citare almeno Oleron, il lungo racconto dell’uomo col mantello (che sembra la fotografia di Edgar Allan Poe), la divertente Storia di Pronto Soccorso e Beauty Case dell’uomo con gli occhiali neri (che pare la copia di John Belushi in The Blues Brothers), il racconto giallo Priscilla Mapple e il delitto della IIC della vecchietta (un’anziana signora che si potrebbe confondere con Miss Marple) ed infine la fiaba africana I quattro veli di Kulala narrata dal venditore di tappeti. Una raccolta intrigante e ricca di idee in cui perdersi e ritrovarsi al contempo, con una miriade di citazioni letterarie che svariano da Melville a Queneau, da Flaubert a Lewis Carroll. Assolutamente da provare.

Stefano Benni, Il bar sotto il mare, Milano, Feltrinelli, 1995; pp. 198

giovedì 24 marzo 2022

WONDER, OLTRE LE APPARENZE

R.J. Palacio, classe 1964, è una grafica e un'art director che ha esordito con questo libro, diventato in breve un sorprendente caso letterario e un bestseller internazionale della narrativa per ragazzi. Wonder - il titolo è 'rubato' all'omonima canzone di Natalie Merchant - racconta la storia di August, Auggie per gli amici, un ragazzino di dieci anni come tanti, terrorizzato dall'imminente approdo alla scuola media: il suo problema è che, a differenza della stragrande maggioranza dei suoi coetanei, Auggie non ha una faccia che gli altri possano considerare ‘normale’. Il giovane protagonista di Wonder è infatti nato con una rara malformazione e la sua faccia, per diventare quella attuale, è passata sotto il bisturi del chirurgo un'infinità di volte: Auggie dalla nascita ha dovuto affrontare ben ventisette operazioni, e parecchie nemmeno può ricordarsele, dato che le ha subite quando aveva meno di quattro anni. Non a caso è per questo che il suo ingresso nella scuola è stato ritardato fino alle medie, che incombono su di lui come un macigno, perché non sa come i suoi futuri compagni lo accoglieranno: saranno capaci di vedere oltre le apparenze o saranno spietati con lui? Lo scopriremo insieme ad Auggie, dalla sua prospettiva e da quella di altri personaggi che gravitano intorno a lui, come i suoi compagni Summer, Jack e Justin, oppure la sorella maggiore Via (anche lei molto protettiva col fratello, che dalla nascita involontariamente la 'offusca') e la di lei migliore amica Miranda. Anche questa scelta di raccontare la storia da una sorta di prospettiva molteplice si rivela assolutamente intrigante per il lettore, contribuendo a farlo riflettere ogni volta attraverso un punto di vista diverso. A rendere indimenticabile il romanzo contribuiscono anche una sorta di bonus tracks che contrappuntano la storia, come i precetti del Signor Browne (irresistibili), le "cartoline" degli alunni e una vera e propria colonna sonora (bonus tracks peraltro tutte raccolte nell'appendice finale). Nel complesso Wonder racconta una storia di formazione davvero struggente, con un'ambientazione scolastica in cui tutti ritroveranno qualcosa del loro passato recente o remoto: l'amicizia, i tradimenti, le sorprese inaspettate, gli episodi di bullismo, le cattiverie gratuite, l'onda lunga della gentilezza e, ovviamente, la bellezza naturale che accompagna ogni processo di apprendimento. Alla fine, neanche a dirlo, l'happy ending bussa dietro l'angolo, regalandoci la sensazione che fare la cosa giusta alla lunga sia sempre la scelta migliore. Un romanzo davvero bello e spesso struggente.

R.J. Palacio, Wonder, Firenze-Milano, Giunti, 2013; pp. 287


SOLUZIONE FINALE: UN GIALLO TRA SHOAH E SHERLOCK HOLMES

Lo scrittore americano Michael Chabon, classe 1963, è l’autore di psichedeliche delizie narrative come Wonder Boys o come il monumentale Le avventure di Kavalier e Clay. Con Soluzione finale si è cimentato nella narrativa per ragazzi scrivendo un piccolo gioiello di concisione ed intensità: in particolare si tratta di un (riuscito) omaggio alla tradizione della detective story britannica, con un plot davvero intrigante ambientato durante il secondo conflitto mondiale. La storia prende avvio nel 1944 nella verde campagna inglese: ad un vecchio ed energico signore sulla novantina sembrano interessare più le proprie api che non la guerra che sta infiammando in Europa, ormai giunta ad un cruciale punto di svolta. L’anziano apicoltore  sembra una versione incanutita del mitico investigatore Sherlock Holmes, che ricorda in modo davvero inquietante (anche se tale impressione non è mai confermata esplicitamente). Al vecchio protagonista in un tranquillo giorno d’estate capita di incontrare sulla propria strada un bambino molto particolare, Linus Steinman, al quale la ferocia della Germania nazista a nove anni ha già strappato la famiglia e sembra aver cancellato anche la favella. Ma, se il povero Linus è rimasto senza parole, il suo inseparabile compagno di viaggio è invece un uccello parlante, un loquace pappagallo africano che suole declamare in continuazione una strana tiritera numerica in tedesco, una misteriosa litania in merito alla quale si potrebbe pure immaginare trattarsi di un codice utilizzato dai nazisti o chissà quale strana diavoleria cifrata. Come in ogni giallo che si rispetti, a un certo punto ci scappa pure il morto ed è allora che il vecchio protagonista ritorna in azione per risolvere il mistero. Nel tragitto che conduce il lettore fino allo scioglimento dell’enigma, in ossequio al titolo Chabon ci offre anche un fulminante squarcio della Shoah. Il risultato è un piccolo romanzo appassionante fino all’ultima pagina che conferma appieno il notevole talento di Michael Chabon. Insomma, Soluzione finale è un delizioso omaggio al leggendario detective di sir Arthur Conan Doyle, che si aggiunge, sebbene in modalità atipiche, alle tante  riprese holmesiane da La soluzione sette per cento in poi. Da provare.

Michael Chabon, Soluzione finale, Milano, Rizzoli, 2006; pp. 166

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...