domenica 13 marzo 2022

ETERNI SECONDI... QUANDO PERDERE È UN'AVVENTURA MERAVIGLIOSA

Si tratta di una raccolta nata nella Scugnizzeria, una libreria nata a Scampia che si è autodefinita “Piazza di spaccio di libri”, che è un bel modo per ribaltare in chiave letteraria un termine che in questo quartiere di Napoli spesso ha un significato decisamente più negativo: una bella idea, insomma, che è il coronamento del sogno di Rosario Esposito La Rossa, scrittore ed editore, che infatti sotto l’insegna ha fatto scrivere “Sognare il sogno impossibile”. E basta leggere la prefazione di Eterni secondi – che ha un sottotitolo significativo come Perdere è un’avventura meravigliosa – che ci si rende immediatamente conto che l’intento è stato raggiunto in questa libreria di frontiera dove esiste il libro sospeso (ovvero già pagato a favore di chi non può permetterselo, come il caffè), dove oltre ai libri si possono acquistare prodotti tipici, dove si possono frequentare corsi di recitazione e laboratori di scrittura creativa. Infatti Eterni secondi è nato qui dalla fantasia dei piccoli frequentatori della Scugnizzeria: a dire il vero il primo lavoro che avevano proposto all’Einaudi era stato rifiutato e per superare il comprensibile sconforto, hanno iniziato a discutere dei campioni che sono stati sconfitti ma hanno trovato la forza di rimettersi in piedi e riprovarci. Così  i ragazzi della Scugnizzeria hanno raccolto venti storie di sportivi che magari non sono riusciti a vincere ma in qualche modo con la loro passione hanno cambiato il mondo, o almeno hanno tracciato la via del cambiamento col primo gesto esemplare. E sono venti storie per altrettante figure indimenticabili: il viaggio comincia alle Olimpiadi di Berlino del 1936 con L’ultima riga bianca, che ci farà scoprire l’incredibile amicizia tra Luz Long e Jesse Owens, due atleti in grado di vincere le barriere razziali, e si conclude con Lo stupore dei tacchetti, dove conosceremo il più grande calciatore argentino di tutti i tempi, che non era Maradona né Messi, ma El Trinche, al secolo Tomás Carlovich, un esteta del pallone. E in mezzo troviamo personaggi altrettanto straordinari, come il leggendario mezzofondista ceco Emil Zatopek, il velocista australiano Peter Norman (secondo nella finale dei 200 metri a Messico 1968 con la premiazione di protesta di Tommy Smith e John Carlos), il maratoneta italiano Dorando Pietri, la tennista Billie Jean King, che in nome della parità di genere accettò e vinse lo scontro tennistico con un uomo in una partita passata alla storia come “La battaglia dei sessi” o del giovane canadese Kerry Fox, che cercò di attraversare il Canada coast to coast nella Maratona della Speranza per raccogliere fondi per la lotta contro il cancro, morendo nel tentativo. Un piccolo grande libro che si legge tutto d’un fiato e regala venti storie esemplari di sport e buona volontà. Impreziosiscono il tutto le illustrazioni di Lorenzo Conti.
Rosario Esposito La Rossa, Eterni secondi, Torino, Einaudi, 2019; pp. 183

mercoledì 9 marzo 2022

BIANCO: IL MONDO DOPO LA FINE DEL MONDO

L'autrice della strana storia raccontata in Bianco è Laura Bonalumi, classe 1966, che ha lavorato a lungo nel settore della pubblicità ma poi è stata folgorata dalla passione per la scrittura ed è diventata una scrittrice di narrativa per ragazzi. Propriamente Bianco è un romanzo di formazione dai risvolti distopici, talmente generalizzati da risultare davvero molto inquietanti. Siamo in un futuro prossimo e venturo in una città non specificata in cui tutto è avvolto dal bianco manto della neve: la voce narrante della protagonista, la diciannovenne Isabella, ci trasporta in una realtà glaciale e senza speranza. All'inizio le prime nevicate autunnali sono state accolte con sorpresa e quasi con gioia, ma l'incredibile ondata di freddo che è seguita ha fatto morire per assideramento gran parte della popolazione. Quaranta giorni dopo Isabella è rimasta orfana ed è stata salvata da morte sicura dall'intervento di Davide, un uomo che ha raccolto un manipolo di sopravvissuti che cercano di tirare avanti nella canonica di una chiesa: oltre a lui e ad Isabella ci sono una donna che ha perso la sua famiglia, due fratellini che hanno perduto i genitori e un prete. A un certo punto nel variegato gruppo arriva anche un giovane che si e introdotto di soppiatto in chiesa. Non ci sono informazioni di sorta per capire cosa è successo né speranze in arrivo sui titoli di coda: i sette protagonisti lottano per sopravvivere, vanno in escursione nel bianco inferno che è diventato la città in cerca di cibo e di altri sopravvissuti, cercano di non perdere la fede a cui ognuno di loro attribuisce forme diverse. Tirano avanti, insomma. Isabella, in particolare, non crede più che prima o poi arriverà un happy ending a sistemare le cose, tenta di ricordare la sua storia e chi ha perso, continua ad amare i libri che amava prima, consapevole che continueranno ad esistere anche nell'incerto domani che si profila all'orizzonte. Bianco racconta davvero una bella storia, dolorosa da far male, molto simile, anche troppo, ai panorami di solitudine ed incertezza che tutto il mondo ha vissuto dall'inizio della pandemia. Da questo punto di vista, nonostante le sequenze di tensione e di azione, questo romanzo offre numerosi spunti di riflessioni su cosa conta veramente quando la realtà "normale" a cui siamo abituati è scossa alle fondamenta e il mondo che conosciamo sembra diventato un'irreale distesa di bianco troppo fredda per sopravvivere. Assolutamente da leggere fino all'ultima pagina.

Laura Bonalumi, Bianco, Casal Monferrato, Piemme ("Il Battello a Vapore"), 2020; pp. 239


IO SONO ZERO

Medico e psicoanalista milanese, Luigi Ballerini è anche uno scrittore specializzato in narrativa per ragazzi e un giornalista pubblicista che da anni scrive per vari periodici, soprattutto di tematiche quali la scuola, l'educazione e i giovani. I suoi argomenti privilegiati sembrano essere confluiti in massa in questo romanzo, che si intitola Io sono Zero ed è incentrato su un esperimento educativo davvero estremo ed inquietante. Il protagonista della storia è un ragazzo che sta per compiere quattordici anni e sa di chiamarsi semplicemente Zero: ha vissuto tutta la vita da solo, in un ambiente protetto chiamato Mondo, senza mai conoscere il mondo esterno (quindi ignora il vento o le precipitazioni atmosferiche). Zero è stato addestrato a combattere pilotando droni tramite computer, guidato da quando iniziano i suoi ricordi unicamente da una voce che lui chiama Madar - molto simile all'espressione inglese per "madre", in effetti -, che di solito lo premia al conseguimento dei suoi obiettivi. Perché Zero rappresenta una tipologia di studente davvero inquietante, anche se in effetti sembra sereno, complessivamente contento della sua vita, motivato a migliorare ed impaziente di scoprire i nuovi livelli che lo attendono in futuro. A un certo punto, però, nel Mondo in cui Zero è vissuto da sempre tutto diventa buio: il ragazzo pensa che si tratti di un test, cerca una via d’uscita e in qualche modo si ritrova all’esterno, nel mondo reale, dove fa freddo e c’è la neve, dove le persone parlano tra sé e senza schermi telematici. Ed è un mondo, quello vero, che gli è completamente ignoto, purtroppo. Per sua fortuna Zero trova l’aiuto di una coppia di buona volontà e piena di buone intenzioni nei suoi confronti, nonostante il ragazzo non voglia affatto collaborare con loro e desideri soprattutto tornare nel suo rassicurante Mondo con la “M” maiuscola, anche se ben presto il contatto con il mondo vero scatenerà in lui sensazioni e desideri sino a quel momento neppure immaginati. La domanda fondamentale a questo punto è la seguente: chi l’ha messo nella sua particolarissima situazione? E perché mai l'ha fatto? Potremo scoprirlo soltanto leggendo questo trascinante, inquietante ed originalissimo libro di Luigi Ballerini, felicemente sospeso a mezzo tra la storia di formazione e il romanzo distopico: ci spiazzerà a partire dalle prime pagine, coinvolgendoci fino alle ultime con il processo di rinascita (nel senso letterale di “seconda nascita”) del giovane protagonista. In tralice affiorano riflessioni davvero profonde sull'adolescenza e sulla vita “virtuale” che caratterizza già il nostro presente e minaccia di diventare un aspetto assai più invasivo del futuro che ci aspetta. Insomma, è Io sono Zero, un romanzo assolutamente da provare. 

Luigi Ballerini, Io sono Zero, Milano, Il Castoro, 2015; pp. 184


domenica 20 febbraio 2022

FUGEES FOOTBALL CLUB: TRA PALLONE E INTEGRAZIONE

Un desolato campetto di calcio nei pressi di una piccola frazione del comune di Bellino, in Puglia, è il luogo d’incontro di due variopinti gruppi di ragazzi che vogliono giocare a pallone: il primo, capitanato dal quattordicenne Paolo, è del posto e sogna di riscattare l’umiliante 1-6 con cui è uscito alla partita d’esordio un anno prima dal torneo di San Gregorio, il patrono locale; l’altro, guidato da Imed, è una compagine di giovanissimi rifugiati del vicino centro d’accoglienza che assembla ragazzi arrivati dall’Africa in cerca di un futuro migliore. Quello sgangherato campetto da cui si accede da un buco nella rete di recinzione diventa prima il teatro dell’inevitabile sfida per chi si conquisterà il diritto di allenarsi lì dentro, e poi uno spazio di integrazione tra i ragazzi italiani e i coetanei africani, tutti uniti dal comune desiderio di vincere il torneo di San Gregorio, anche se le cose all’inizio sembrano parecchio difficili, in particolare per l’ostinazione di Paolo e di Imed, entrambi attaccanti di razza, di non passarsi mai la palla tra loro. Poi, tutte le tessere del complicato puzzle sembrano mettersi a posto con l’arrivo del nonno di Paolo in veste di allenatore e soprattutto di educatore, dato che lui crede fermamente nell’integrazione avendo conosciuto il razzismo sulla propria pelle da giovane, quando è emigrato in Belgio per lavorare in miniera. Con l’arrivo di una pallavolista che è anche bravissima in porta, la scoperta della vocazione da trainer di Luigino, già disastroso come portiere titolare, il sogno di vincere il torneo sembra davvero a portata di mano per la nuova squadra, che il nonno di Paolo ha felicemente battezzato Fugees Football Club. Il problema è che Imed potrebbe partire da un momento all’altro per raggiungere la sorella in Svezia, la sua unica parente sopravvissuta alla tragedia che lo ha privato della sua famiglia, ma, al momento opportuno, quando tutto sembrerà andare in frantumi alla vigilia della partita decisiva, sarà proprio Paolo a lasciarsi alle spalle i pregiudizi razziali del padre per fare la cosa giusta a favore del compagno rifugiato. È questa la storia – semplice, coinvolgente e narrata a buon ritmo – al centro di Fugees Football Club, un romanzo di narrativa per ragazzi a sfondo sportivo scritto a quattro mani da Igor De Amicis, commissario di polizia penitenziaria e scrittore per vocazione, e Paola Luciani, insegnante di sostegno alla primaria e ormai da anni firma di primo piano della letteratura per l’adolescenza e dintorni. I due autori sono stati davvero efficaci nel creare una dinamica alchimia tra il sogno più gettonato dai ragazzini di oggi, ovvero sfondare nel patinato mondo del pallone, e l’obiettivo sociale forse più giusto ma meno condiviso delle nazioni sviluppate del mondo contemporaneo: superare i pregiudizi nei confronti di immigrati e rifugiati che lasciano o fuggono dai luoghi in cui sono nati in cerca di un futuro o soltanto per sopravvivere. Questa piccola storia di sport rema in tal senso e lancia ai lettori un bel messaggio sull’importanza dell’integrazione e del superamento delle ingiustizie che da sempre dividono il pianeta tra stati che hanno tutto e altri, molto più numerosi, purtroppo, che non hanno niente. Da provare.

Igor De Amicis-Paola Luciani, Fugees Football Club, Torino, Einaudi, 2019; pp. 157

sabato 19 febbraio 2022

LA PIRAMIDE DI BABEL: UN GIALLO TRA SOCIAL E BANCHI DI SCUOLA

Autore di racconti e romanzi noir, Alessandro Bertelli con La piramide di Babel ha realizzato un originale esempio di giallo d’ambientazione scolastica, dato che a tutti gli effetti questo romanzo breve racconta una storia basata sulla scomparsa della professoressa Belotti, la classica (tremenda) docente di Matematica e del rapporto che in questa situazione si crea con una delle sue vittime preferite, Federico Villani, uno studente che con l’algebra e i piani cartesiani proprio non riesce ad andare d’accordo. Per il buon Federico tutto comincia con la classica giornata nera dove, in ossequio alla celebre Legge di Murphy, «se qualcosa può andare storto, lo farà»: in effetti il quattro rimediato nella verifica di algebra dal protagonista provoca l’immancabile punizione di marca tecnologica da parte della di lui madre, consistente nella requisizione di ipad e smartphone con aggiunta di divieto di uscite con gli amici, compresa la mitica festa di Mattia di sabato prossimo. Federico riesce comunque ad aggirare la ‘pena’ cercando di contattare gli amici via social col computer (incustodito) del padre ed è allora che riceve una strana richiesta di amicizia dal misterioso Babel, a cui sul momento non dà neanche troppa importanza… A nulla servono gli sforzi del ragazzo per farsi interrogare dalla terribile Belotti per migliorare la situazione, anzi, tra i due nasce un diverbio che spedisce Federico direttamente davanti al preside… Da qui la storia si fa strana per l’inspiegabile scomparsa della professoressa, che sconcerta la propria famiglia e la scuola sparendo letteralmente nel nulla: proprio Federico riceverà dall’imperscrutabile Babel la notizia che la docente è finita in una non meglio specificata piramide e, subito dopo, le credenziali per collegarsi con lei tramite il programma ScreamDream. Peccato che ScreamDream sia una leggenda metropolitana… E in ogni caso Federico è atteso da una missione apparentemente impossibile: imparare a comunicare con la sua nemica dichiarata. Riuscirà a fare la cosa giusta e rimettere a posto le cose? Dovremo scoprirlo in uno sviluppo ricco di colpi di scena e di punti interrogativi, ovviamente.  Ne viene fuori una bella storia che, nonostante l’effettiva brevità, tratteggia un bello spaccato di una scuola superiore dei nostri giorni allestendo una variegata galleria di personaggi: l’amico che sparisce davanti alle prime difficoltà, l’immancabile primo della classe, la ragazza bella e irraggiungibile, e un pugno di adulti (genitori e prof) con cui l’adolescente protagonista non riesce a comunicare per davvero. È La piramide di Babel, e il consiglio è di gustarsi questo breve romanzo giallo centellinandolo pagina per pagina…

Alessandro Berselli, La piramide di Babel, Torino, Loescher, 2015; pp. 112

mercoledì 5 gennaio 2022

TWILIGHT, UNA SAGA ADOLESCENZIALE… ALL’ULTIMO MORSO

Si tratta del romanzo d’esordio della scrittrice americana Stephenie Meyer, classe 1973, uscito nel 2005 e divenuto subito un bestseller per adolescenti in patria per poi confermarsi in breve tempo un successo anche a livello internazionale. Twilight è l’episodio apripista dell’omonima saga letteraria e vede protagonista la diciassette Isabella Swan, che si trasferisce a vivere a casa del padre Charlie, a Forks, nello stato di Washington, la piovosa cittadina di cui il genitore è il locale ispettore di polizia. Bella, come si fa chiamare gli amici, non è particolarmente entusiasta del trasferimento perché trova Forks un posto assai noioso, ma ha deciso di andare a vivere dal padre per lasciare la madre Renée, da tempo separata da Charlie, libera di seguire gli spostamenti del nuovo compagno, Phil, che gioca a baseball e  cambia spesso squadra. Nella nuova scuola a Forks, nonostante la naturale timidezza, Bella diventa una delle principali novità e ben presto viene intrigata dal fascino ombroso di Edward Cullen, un coetaneo che mostra nei suoi confronti un atteggiamento che oscilla tra lo scontroso e l’affabile. Bella comincia a interessarsi ancor più a Edward e alla sua famiglia dopo aver appreso dall’amico di infanzia Jakob, di origini indiane, di una leggenda locale sui fantomatici Freddi a cui apparterrebbero i Cullen: contemporaneamente il suo rapporto con Edward, bello e impossibile, algido e apparentemente perfetto, diventa sempre più stretto, e quando Bella trova il coraggio di chiedergli conferma sulla sua reale natura, il ragazzo non negherà di essere un vampiro, come pure tutto il resto della sua famiglia. A onor del vero i Cullen non cacciano umani ma si sono integrati a Forks cercando di attirare l’attenzione il meno possibile: tutto cambia durante un tranquillo pomeriggio di baseball in famiglia con Bella come ospite d’onore e l’arrivo imprevisto di un trio di vampiri che comprendono un segugio eccezionale attratto in modo irresistibile dall’odore di Bella. Riuscirà Edward a salvare l’unica che gli ha fatto scoprire l’amore in un secolo di esistenza vampiresca? Lo scopriremo attraverso una micidiale sequenza di sorprendenti sviluppi narrativi. Twilight cattura l’attenzione fin dalla prima pagina, giocando con i lettori alludendo fin dall’inizio a un pericolo mortale che incombe sulla protagonista, che ci farà vivere la storia in presa diretta attraverso un uso davvero empatico della prima persona. Il romanzo (e di conseguenza la saga quadripartita che da qui si sviluppa) racconta un percorso di formazione di una ragazza sempre fuori posto e destinata ad innamorarsi di una creatura sovrannaturale e potenzialmente letale anche per lei, un gioco che procede sottilmente sulla crina dell’innamoramento, che in questo caso potrebbe preludere addirittura non solo alla fine dell’adolescenza ma alla stessa condizione umana della giovane protagonista, insomma, una saga avvincente sotto vari punti di vista, più che mai in questo primo episodio, davvero intrigante perché ci proietta attraverso gli occhi di Bella, in un modo nuovo ed inquietante. Questa saga letteraria è stata traslata con notevole successo anche sul grande schermo fin dal film Twilight di Catherine Hardwicke del 2008, che ha subito reso famosi a livello planetario i due giovani protagonisti Kristen Stewart e Robert Pattinson.

Stephenie Meyer, Twilight, Roma, Fazi Editore, 2006; pp. 415

martedì 4 gennaio 2022

LE NOTTI DIFFICILI: L'ULTIMA RACCOLTA DI DINO BUZZATI

Si tratta dell’ultimo libro pubblicato in vita da Dino Buzzati (1906-1972), una selezione di scritti vari uscita poco prima che l’autore originario di Belluno entrasse, alla fine del 1971, nella clinica dove sarebbe morto all’inizio dell’anno successivo. Le notti difficili è una corposa raccolta composta complessivamente da cinquantuno testi che assortiscono soprattutto elzeviri e racconti, talvolta inediti e in altri casi già pubblicati dallo scrittore veneto sul “Corriere della sera”. Questo tour de force in prosa comincia con Il Babau  per terminare con La moglie senza ali, e in mezzo il lettore troverà un rappresentativo caleidoscopio di tutte le tematiche narrative più care a Dino Buzzati: l’insostenibile flusso del tempo che scorre sempre e comunque, la stranezza inspiegabile spesso in agguato dietro l’angolo, il dettaglio assurdo che scompagina l’insieme, i molteplici incubi che girovagano a vari piani della realtà e infine l’implacabilità del destino… Talvolta Le notti difficili presenta anche gruppi di racconti assemblati per similitudine, come accade ad esempio con le sei storie di Solitudini, in cui corre l’obbligo di segnalare un microracconto strepitoso come I giorni perduti, in cui l’autore ci affabula con il mistero di tre momenti di una vita intera ritrovati in strane casse gettate in un baratro e destinati a finire nel nulla e nell’oblio insieme a tanti altri giorni perduti, senza nessuna spiegazione apparente in vista (e il tutto appena in una pagina e qualche riga). Insomma, questa raccolta offre un ottimo esempio della maestria narrativa buzzatiana, capace di colpire l’orizzonte d’attesa del lettore spesso con storie incisive quanto strane, che offrono molte emozioni e pochissime sicurezze. Da non perdere.

Dino Buzzati, Le notti difficili, Milano, Mondadori, 2018; pp. 364

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...