La
scienziata torinese Rita Levi Montalcini (1909-2012) salì agli onori della
cronaca internazionale grazie alla
scoperta del Nerve Growth Factor (NGF), ovvero in virtù degli studi che le
consentirono di vincere il premio Nobel per la Medicina nel 1986. L’Elogio dell’imperfezione è la sua
autobiografia, che la Montalcini pubblicò giusto l’anno successivo. In questo
libro l’autrice racconta le tappe più significative della sua vita e il suo
approccio alla ricerca scientifica, tratteggiato come un cammino esistenziale
in cui è necessario riconoscere i propri errori, imparare a conviverci e magari
superarli trovando una soluzione per arrivare all’obiettivo finale. In tal
senso il cammino di un ricercatore onesto e determinato spesso è destinato all’imperfezione,
a cui quindi Rita Levi Montalcini intende rivolgere un elogio col suo libro. Si
tratta di un’autobiografia convenzionale, comunque, quindi l’autrice parte
affrescando la sua città d’origine, la Torino d’inizio Novecento, racconta la
sua famiglia, i suoi interessi e ovviamente il momento topico in cui, in
seguito alla malattia di una persona vicina alla famiglia, prese la decisione
di studiare medicina nonostante avesse frequentato il liceo femminile, che non
consentiva di proseguire gli studi universitari: così, dopo aver superato
l’opposizione del padre, affettuoso ma autoritario, Rita Levi Montalcini
insieme a un’amica prese la decisione di prepararsi autonomamente per superare l’esame
di ammissione all’università. Poi, pagina dopo pagina, Elogio dell’imperfezione ci porta lungo le varie fermate
esistenziali dell’autrice: gli studi universitari, la morte del padre, le
difficoltà causate dalle leggi razziali, il trasferimento negli Stati Uniti, a
Saint Louis, il ritorno in Italia anni dopo per ricongiungersi con la famiglia.
Il libro si conclude con una sorta di lettera rivolta a Primo Levi per il
messaggio che lo scrittore aveva consegnato ai suoi lettori ritrovando la luce
dell’Ulisse dantesco nell’inferno di Auschwitz. È davvero un bel
viaggio autobiografico, insomma, quello raccontato nell’Elogio dell’imperfezione: con la sua prosa essenziale ed elegante
al contempo Rita Levi Montalcini ricorda le sue scelte, gli studi, la sua
famiglia, i luoghi della sua vita, la ricerca scientifica. Assolutamente da
leggere.
Rita Levi Montalcini, Elogio dell’imperfezione, Milano, Garzanti, 1988; pp. 232
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