Uscita
nella collana “Grandissimi” delle Edizioni EL, I Beatles. I favolosi quattro è una biografia illustrata del più
grande gruppo rock della storia,
ovvero i Beatles, noti anche come i Fab Four, capaci di infrangere qualunque
record di vendita e di popolarità mai raggiunti in precedenza da altri gruppi o
artisti solisti tra il 1962 e il 1970, l’anno del loro scioglimento. L’autore
del libro è un grande scrittore di narrativa per ragazzi del calibro di Pierdomenico
Baccalario – tra le sue opere principali da segnalare Lo spacciatore di fumetti e Le
volpi del deserto –, che in poco più di cinquanta pagine riesce nell’obiettivo
di ricostruire in modo essenziale ma efficace gli esordi dei Beatles, i principali
snodi della loro carriera, un nugolo di personaggi a loro vicini, gli aneddoti
principali sul loro magico gruppo, i principali dischi. Si comincia scendendo
le scale del Cavern, un locale di musica dal vivo di Liverpool, insieme a Brian
Epstein, il loro futuro manager, in cerca del gruppo che ha inciso un disco che
non riesce a trovare in nessun catalogo (My
Bonnie) ma che molti clienti del suo negozio di dischi continuano a
chiedergli. Quando Epstein si trova davanti i primi Beatles intuisce subito il
potenziale di questa band dinamica ma
poco professionale e – dopo aver conosciuto il chitarrista George Harrison, il
cantante e chitarrista John Lennon, l’altro cantante e bassista Paul McCartney,
e infine il batterista… Pete Best – si propone subito come manager. Sarà
proprio lui a trovare un po’ per caso un’etichetta discografica disposta a far
firmare ai quattro ragazzi un contratto, ma il produttore esige che si trovino
un batterista più dotato, e la scelta di John, Paul e George cade su Ringo
Starr, all’anagrafe Richard Starkey. E comincia così l’avventura musicale più
avvincente di tutti i tempi: il successo arriva fin dal primo 45 giri, Love Me Do, e subito scoppia la
Beatlemania: i ragazzi d’Inghilterra e poi di tutto il mondo iniziano a
vestirsi come i Fab Four, che sfornano singoli e album che finiscono
regolarmente al numero uno di tutte le classifiche, girano due film, fanno
concerti ovunque e talmente pieni di gente che non riescono nemmeno a sentirsi
tra loro quattro sul palco. Così nel 1965 decidono di dedicarsi soltanto a
registrare album in studio e incidono capolavori a ripetizione: Rubber Soul, Revolver (con la mitica copertina psichedelica di Klaus Voormann), Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (il
primo concept album della storia), un
album doppio completamente bianco (The White
Album), Abbey Road (con la
celebre copertina di loro quattro sulle strisce pedonali davanti agli studi di
registrazione) e infine Let It Be,
assemblato dal produttore Phil Spector quando ormai il gruppo era già sciolto.
E nel mezzo c’è la colonna sonora del cartoon
Yellow Submarine, lo strano
esperimento del Magical Mystery Tour,
l’esecuzione in mondovisione di All You
Need Is Love e l’ultimo concerto sul tetto della Apple (il cosiddetto “Rooftop
Concert”). Assolutamente da leggere.
Pierdomenico Baccalario, I Beatles. I favolosi quattro, Edizioni
EL, 2017; pp. 74
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