Cominciamo
col dire che si tratta dell’ultimo romanzo del grande Gary Paulsen, uno che è
stato nella sua lunga ed avventurosa vita tra gli indiscussi maestri della
narrativa per ragazzi contemporanea, con qualcosa come duecento libri scritti
in carriera (spesso vincitori di prestigiosi premi): già questo dettaglio
basterebbe a consigliarne la lettura, ma fin dalle primi pagine salta
all’occhio che non si tratterebbe di un doveroso tributo a un romanziere dallo
stile a pronta presa… Vento del Nord
è al contrario l’ennesima meraviglia di uno scrittore che ha sempre dialogato a
tu per tu con l’avventura con la A maiuscola. E stavolta è un’avventura di
quelle veramente inquietanti ed estreme: siamo in un passato imprecisato del
Nord del mondo, in un non meglio specificato villaggio di pescatori, e dal mare
arriva una contagiosa malattia, in un giorno particolarmente sventurato per
quella disgraziata comunità, che comincia implacabilmente a morire dalla
comparsa dei primi sintomi. Alla fine per salvarsi se ne va un ragazzino, Leif,
un umile topo di nave, senza famiglia, un diseredato, trattato male da tutti, su
una canoa che condivide col fratellino Carl. A un certo punto, fuggendo via
senza sapere dove, seguendo semplicemente il vento, Leif perde anche lui, resta
disperatamente solo e col peso crescente sulle spalle di avere le ore contate
egli stesso. Invece sopravvive e continua a dirigersi a Nord, sempre in
solitudine, eccettuando gli incontri (talvolta potenzialmente letali) con
animali dalla natura (volontariamente o non) predatrice, come orsi, balene,
orche e rapaci. Talvolta lo sfortunatissimo protagonista cerca anche di
costruire qualcosa che poi puntualmente finisce per perdere per le cause più
diverse, trovandosi in una situazione addirittura peggiore rispetto a quella,
già disastrosa, di partenza, ma continua imperterrito a cercare di sopravvivere
e, nel farlo, un giorno dopo l’altro matura e alla fine del viaggio forse
riesce anche nell’impresa più eccezionale per un ragazzo giovane e inesperto
come lui: trovare se stesso. E noi lettori siamo sempre lì, nascosti dall’altra
parte della pagina, a condividere quello che lui sta vivendo, e forse a
crescere un po’ insieme a lui. Un bellissimo romanzo di formazione con un
soggetto semplice quanto originale. E la tristezza aumenta quando si arriva
all’ultima pagina di Vento del Nord
con l’animo scosso da questa tardiva gemma letteraria. Per la triste
consapevolezza che purtroppo stavolta si tratta proprio dell’ultima,
maledizione…
Gary Paulsen, Vento del Nord, Milano, Piemme, 2022;
pp. 188
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