Stando a questa godibile raccolta dell’Einaudi curata
da Nico Orengo il racconto di Natale è un genere a sé almeno dalla nascita di
Gesù Cristo, ovvero dal primo Natale della storia, narrato nei Vangeli sia nella versione secondo Luca
che in quella secondo Matteo (entrambe peraltro presenti nella sezione d’apertura
di questo volume). Il racconto di Natale fa pensare in primo luogo all’atmosfera
così unica e caratteristica che prepara ogni anno l’arrivo del 25 dicembre, la
ricorrenza religiosa per eccellenza, davvero ricchissima sul versante
simbolico: dall’attesa della festa alla sorpresa del dono, dalla meraviglia dell’albero
decorato e luminescente al profluvio di amore e buoni sentimenti, dal banchetto
tutti insieme alla magia insita nella notte di Natale. Insomma, ai tipici
ingredienti del Canto di Natale di
Charles Dickens, per intenderci, che infatti non è incluso nella raccolta… In particolare Racconti di Natale assortisce complessivamente ben trentanove
storie a tema suddivise in sei sezioni. La prima narra appunto gli inizi del
genere e presenta racconti… diversamente antichi della natività, dalle versioni
evangeliche sopra citate fino a quelle di Jacopo da Varazze e di Giovanni da
Hildeshem. La seconda è dedicata allo spirito del Natale e rappresenta il vero cuore
simbolico del libro: si comincia col delizioso Il dono dei magi del grande O. Henry per arrivare al più strepitoso
racconto natalizio di sempre, ovvero Il
racconto di Natale di Auggie Wren che Paul Auster scrisse per la
sceneggiatura del film Smoke,
diretto da Wayne Wang, e in mezzo figurano delizie meno note come Il dono di Ray Bradbury (un bell’esempio
di fantascienza natalizia) e il malinconico Un Natale di Truman Capote. La terza sezione verte invece sugli
spiriti di Natale: si apre con La favola
di Natale di Giovannino Guareschi e si chiude con Markheim di Robert Louis Stevenson, con un Buzzati dickensiano e un
inquietante E.T.A. Hoffman nel mezzo. La sezione seguente s’intitola “Bad
Christmas” e presenta prospettive contrastanti al classico buonismo natalizio,
come il sorprendente La stella di
Arthur C. Clarke (allarmante rilettura distopica della cometa che accompagnò la
venuta del Redentore) e il giallo a orologeria de L’avventura del carbonchio azzurro di Arthur Conan Doyle con
protagonista Sherlock Holmes. Completamente diverso il sapore della penultima
sezione (“Sad Christmas”), in cui spicca il triste ritratto del partigiano
sopravvissuto de Il Natale del 1945 di
Mario Rigoni Stern. “Lieto finale” è la sezione di chiusura, avviata da I figli di Babbo Natale, catastrofico
ma divertente racconto tratto da Marcovaldo
di Italo Calvino. Insomma, il libro ideale per una full immersion nello spirito natalizio da ogni possibile
prospettiva.
AA.VV., Racconti di Natale, a cura di Nico Orengo, Torino, Einaudi, 2005; pp. 424
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