Opera
prima di Paolo Maurensig (1943-2021), La
variante di Lüneburg è un sofisticato giallo psicologico, i cui intrighi
narrativi — raccontati attraverso una struttura a scatole cinesi — sono tutti
indissolubilmente legati al gioco degli scacchi. La storia non a caso prende
avvio facendo riferimento a una sanguinaria leggenda sul gioco, poi continua
dipanando davanti al lettore le misteriose circostanze della morte di uno dei
protagonisti, il maturo e ricco imprenditore viennese Dieter Frisch: il
cadavere dell'uomo è stato ritrovato in un labirintico giardino, al cui centro
campeggia un'enorme scacchiera con arbusti potati a ricordare i pezzi degli
scacchi. Probabile suicida, anche se senza apparente motivo, Frisch era un
cultore del gioco fin dall'infanzia e da anni dirigeva un'autorevole rivista di
scacchistica. Da qui Maurensig fa macchina indietro, ricostruendo l'ultimo
giorno di vita del defunto, un venerdì trascorso a lavorare a Monaco per poi
tornare, secondo consolidata routine, nella villa di famiglia a Vienna in
treno. Il tragitto Frisch e il fido braccio destro Baum lo trascorrono come
sempre, giocando a scacchi in un vagone desolatamente vuoto. Stavolta, però, a
turbare il gioco, si aggiunge un terzo incomodo: si tratta di Hans Mayer, un
giovane in evidente difficoltà, che sopravvive disegnando ritratti umoristici e
che un tempo era stato un campione di scacchi. I due ascoltano la storia del
giovane, caratterizzata da una passione devastante per il gioco che lo aveva
spinto sull'orlo del baratro (e a un passo dal successo), dopo che il suo
grande maestro — l'enigmatico e misterioso Tabori — era sparito all'improvviso
dalla sua vita. Era poi riapparso anni dopo, con un segreto da rivelare al suo
ritrovato protetto (e un compito da portare a termine) giusto un attimo prima
di morire. Mayer dovrà appunto raccontare lo stesso segreto a Frisch, prima di
mostrargli la misteriosa eredità che ha promesso di consegnare all'affarista da
parte del maestro, che evidentemente in passato aveva avuto modo di conoscerlo.
Nel frattempo però Baum è arrivato a destinazione, così il proseguimento del
racconto è rivolto al solo Frisch. La parte conclusiva del romanzo ci porta
indietro nelle maglie del tempo, in una rilettura metaforica del conflitto al
centro degli scacchi, nello scenario più terribile e singolare che si possa
immaginare: durante l'Olocausto, a Bergen-Belsen, uno dei campi di sterminio
nazisti più tremendi della seconda guerra mondiale. È qui che si giocherà una
sfida a scacchi che, in tempo di pace, avrebbe potuto avere in palio la corona
mondiale; in tempo di guerra, invece, ha la posta in gioco più alta che si
possa immaginare. Il riferimento alla variante di Lüneburg (che nella
scacchistica non esiste) richiama appunto la piana dove fu costruito il campo
di Bergen-Belsen e simbolicamente nella storia sembra rappresentare il ruolo
del destino nell’eterna lotta tra bene e male che caratterizza la storia umana.
Nel complesso La variante di Lüneburg
è uno splendido romanzo breve sul valore della memoria e sulla passione
esclusiva per il gioco per eccellenza tra i giochi di strategia. Nella storia, ça va sans dire, si avvertono evidenti
assonanze con la celebre Novella degli
scacchi di Stefan Zweig. Assolutamente da scoprire.
Paolo Maurensig, La
variante di Lüneburg, Milano, Adelphi, 2022; pp. 158
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