Dopo numerosi gialli di grande successo, vari romanzi di formazione ed alcuni
saggi di spessore Gianrico Carofiglio, classe 1961, è tornato a misurarsi con
una raccolta di racconti di varia tipologia come Passeggeri notturni, che assortisce storie di incontri casuali,
riflessioni su argomenti disparati, talvolta trame innescate da schegge di
conversazioni, perfino aneddoti estemporanei. Sempre rigorosamente nella misura
di tre pagine appena. Va da sé che il collante che tiene insieme i trenta
racconti brevi ivi contenuti è una scrittura sintetica e sempre incalzante,
capace con poche pennellate di tratteggiare personaggi che restano impressi ed
intrigano i lettori condividendo un frammento di vita. Carofiglio apre le danze
con la spiazzante storia di bullismo “contrastato” di Quarto potere e chiude i battenti con lo struggente sogno ad occhi
aperti di affetto ritrovato raccontato in Stanze.
In mezzo a questi due estremi c’è davvero un po’ di tutto, sempre raccontato vividamente
ma con grande economia di parole: una storia sospesa tra verità e menzogna come
Draghi, il singolare racconto sugli
odori ritrovati di Aria del tempo,
un piccolo horror ad orologeria come Il biglietto, l’intrigante riflessione sugli
avverbi di Sinceramente, un’amara
parabola sull’autoreferenzialità della politica italiana come La scorta, l’incredibile (ma esemplare)
aneddoto sanitario al centro di Contagio,
le esilaranti storielle giudiziarie di Avvocati
e infine la splendida storia di solidarietà ai tempi della Shoah che
racconta Nelle Ardenne. Insomma, nel
complesso Passeggeri notturni è una
raccolta notevole che conferma tutta la bravura di Carofiglio anche nella
misura della narrativa breve: lo scrittore barese sa decisamente catturare l’attenzione
del lettore anche raccontando una piccola storia, una riflessione estemporanea
o un semplice aneddoto. Da provare.
Gianrico Carofiglio, Passeggeri notturni, Torino, Einaudi,
2016; pp. 98
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