L’espressione
“cinque cerchi” evoca istantaneamente le Olimpiadi moderne e, esattamente come
tale manifestazione sportiva internazionale a cadenza quadriennale, è frutto
dell’intraprendenza del barone Pierre de Coubertin, che ne fu promotore e che
per essa volle un simbolo universale: “La Bandiera Olimpica ha un fondo bianco,
con cinque anelli intrecciati al centro: azzurro, giallo, nero, verde e rosso.
Questo disegno è simbolico; rappresenta i cinque continenti abitati del mondo,
uniti dall'Olimpismo; inoltre i cinque colori sono quelli che appaiono fino ad
ora in tutte le bandiere nazionali”. I dieci racconti che lo scrittore e
giornalista Gino Cervi ha inserito nella raccolta Storie a cinque cerchi sono ispirati ad alcuni dei leggendari
atleti che hanno animato alcune edizioni delle Olimpiadi che dal 1896 hanno
rappresentato un appuntamento sportivo fisso (tranne le parentesi causate dalle
due guerre mondiali) per tutte o quasi le nazioni del pianeta.
Nell’introduzione, in cui Cervi ci racconta che i suoi primi ricordi più o meno
diretti partono dalle Olimpiadi del 1968 a Città del Messico e alla mitica foto
di protesta di Tommie Smith e John Carlos, l’autore presenta i dieci
protagonisti dei suoi racconti in una carrellata di grande intensità.
Sfogliando le pagine di questa raccolta partiremo appunto da quella mitica foto
spiegata a uno studente dal Professor Smith in persona per arrivare all’ultimo racconto
della serie, che ci farà scoprire la storia di Fanny Blankers-Koen, campionessa
olandese di atletica leggera entrata nella storia delle Olimpiadi come la
“mamma volante”. In mezzo ai due estremi figurano le storie del saltatore Ray
Ewry (il cosiddetto “uomo molla”), della fiorettista tedesca Helen Mayer
(pluricampionessa tedesca ma di origini ebraiche), del sollevatore Joe DePietro,
di misure ridotte ma capace di alzare la medaglia d’oro, della splendida
amicizia fiorita a Berlino 1936 tra l’americano Jesse Owens e il tedesco Luz
Long, dello strepitoso canottiere britannico Steve Redgrave, dell’occhialuto
calciatore italiano Annibale Frossi, capocannoniere della nazionale olimpica
medaglia d’oro di Berlino 1936, del pugile cubano Teofilo Stevenson, del
nuotatore di Honolulu Duke Paoa Kahinu Makoe Hulikohola Kahanamoku. Il libro si
avvale delle illustrazioni di Marco Ceruti e propone a chiosa di ogni storia la
relativa scheda biografica e una sezione di playlist finali che documentano le
canzoni, i testi e le immagini citate nella raccolta. Un vero must della narrativa sportiva, insomma.
Gino Cervi, Storie a cinque cerchi,
Firenze, ed.it, 2012; pp. 127
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