Isaac Asimov, Il
meglio di Asimov, Milano, Mondadori, 1978; 2 voll.; pp. 238 e 205
giovedì 26 ottobre 2023
LADIES AND GENTLEMEN… THE BEST OF ISAAC ASIMOV
Questa antologia in due volumi raccoglie i racconti più
rappresentativi della carriera del grande Isaac Asimov (1920-1992) –
universalmente riconosciuto come il nume indiscusso della narrativa fantascientifica
– selezionati e presentati da lui medesimo. Il meglio di Asimov complessivamente assortisce dodici racconti di varie
misure partendo da Naufragio, il primo
racconto che l’autore diciottenne riuscì a pubblicare (il terzo che aveva scritto fino ad allora), per arrivare a Immagine speculare, che è l’unico
racconto breve di cui sono protagonisti due tra i personaggi più celebri della
narrativa asimoviana, Elijah Baley e Daneel Olivaw, rispolverati dall’autore
americano per gli appassionati che gli chiedevano a gran voce un nuovo romanzo
dedicato ai due. In mezzo a questi due estremi cronologici il lettore curioso potrà trovare
varie chicche della corposa produzione di narrativa breve di Asimov, come Notturno, che alcuni ritengono la
miglior storia di fantascienza mai scritta e che narra di un pianeta sempre
illuminato da vari soli ma finito per la prima volta nelle tenebre, oppure Chissà come si divertivano,
un brevissimo racconto sulla scuola contemporanea vista dalla prospettiva di
due ragazzini del futuro – scritto da Asimov su richiesta per un amico e poi sorprendentemente divenuto
di grande successo –, o ancora L’ultima
domanda, che ha il pregio di essere il racconto preferito dell’autore, che scrisse
di getto e senza necessità di correzioni questa strana storia sull’entropia con
un sorprendente finale a sorpresa. Insomma, si tratta di un‘antologia ideale
per addentrarsi nella narrativa di Asimov, sebbene la scelta di non attingere
ad altre precedenti raccolte – prima tra tutte la celeberrima Io, robot – finisca per sminuire l’ottica
denunciata dal titolo. Non a caso l’autore stesso introducendo questi due
volumi si chiedeva con fare sornione chi mai avrebbe comprato una raccolta di “racconti
abbastanza buoni e piuttosto rappresentativi di Isaac Asimov” se il titolo
fosse stato questo… In ogni caso, vale assolutamente la pena di leggerla, questo
è sicuro.
venerdì 6 ottobre 2023
IL MISTERO DEL LONDON EYE
Si
tratta del libro più famoso di una delle più grandi autrici di narrativa per
ragazzi degli ultimi anni, Siobhan Dowd (1960-2007), scrittrice ed attivista inglese di origini irlandesi. Il mistero del London Eye
ha vinto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il prestigioso Premio
Andersen assegnato nel 2012 dall’omonima rivista italiana al libro tradotto nel
nostro paese dalla casa editrice uovonero. Come si può intuire dal titolo, la
storia ruota intorno a un classico impianto giallo e racconta lo strano caso
dell’inspiegabile sparizione di un adolescente scomparso nel nulla durante un
giro di trenta minuti a bordo del London Eye, la celebre ruota panoramica sulla
riva sinistra del Tamigi che regala ai visitatori uno spettacolare scorcio di
Londra dall’alto. Il ragazzo in questione si chiama Salim, viene da Manchester
ed ha quattordici anni: i suoi genitori sono divorziati e la madre, Gloria,
prima di trasferirsi a New York col figlio, ha deciso di passare a salutare la
famiglia della sorella a Londra. E Salim, dopo aver ritrovato i due cugini Ted
e Kat, praticamente degli sconosciuti (anche se li trova simpatici a prima
vista), ha chiesto e ottenuto di fare un giro sul London Eye l’indomani. Il
problema è che il giorno dopo, arrivati di fronte all’iconica ruota di
bicicletta diretta verso cielo, hanno trovato una coda chilometrica alla cassa,
ma un tizio è sbucato dal nulla offrendo loro un biglietto in quanto costretto
a rinunciare all’ultimo secondo. Lo prende Salim, l’unico che non sia mai
salito sul London Eye, e nei trenta minuti successivi i due fratelli lo seguono
con lo sguardo fino al momento in cui i battenti della capsula si aprono e
tutti i passeggeri ne escono fuori tranne il cugino… I due ragazzi, ça va sans dire, inizieranno ad indagare
di pari passo con la polizia, e nelle ricerche si rivelerà sorprendentemente utile
il fiuto investigativo del buon Ted, che è un autistico (per dirla con le sue
parole) dotato di un cervello dove gira un sistema operativo diverso dalle
altre persone: infatti non sa leggere le emozioni sui volti della gente, non
comprende il senso riposto delle metafore, quando va in cortocircuito emotivo inizia
a sfarfallare con le mani ed ha una vera e propria fissazione per la
meteorologia. Elementi così diversi sorprendentemente lo aiuteranno a
sbrogliare l’intricato bandolo della matassa, che resterà indecifrabile e ricca
di suspense fino alla fine. Il mistero del London Eye è davvero un’imperdibile
chicca narrativa a partire dall’irresistibile voce narrante di Ted, che ci
racconta la vicenda dalla sua originalissima prospettiva. In tralice il romanzo
della Dowd riesce ad attraversare con insostenibile leggerezza (ma grande
profondità) varie tipologie di diversità, dall’autismo al razzismo, raccontando
al contempo una splendida storia di formazione in cui un protagonista
svantaggiato riesce a superare le proprie idiosincrasie e a crescere anche sul
versante dell’autonomia personale. Azzeccata anche la scelta del plot giallo, che assicura suspense fino all’ultima pagina. Un
romanzo per ragazzi assolutamente da non perdere.
Siobhan Dowd, Il mistero del London Eye, Crema, uovonero, 2018; pp. 252
giovedì 5 ottobre 2023
THE GAME, ANCHE PER RAGAZZI NATIVI DIGITALI
In
principio era The Game, un saggio di
Alessandro Baricco del 2019 dedicato alla rivoluzione digitale che ha cambiato
il nostro tempo, secondo l’autore, anche per scongiurare il modello precedente,
basato sull’icona che ha caratterizzato la nostra civiltà per secoli, che lo
scrittore torinese sintetizza con la triade uomo-spada-cavallo e che aveva
causato nella prima metà del Novecento due conflitti catastrofici con milioni
di vittime. Baricco aveva riflettuto sul fatto che tale modello nel mezzo
secolo successivo era stato sostituito da un’altra triade,
uomo-tastiera-schermo, e per rendersene conto basta pensare a come i giochi
nello stesso periodo si siano dematerializzati (diventando digitali) passando
dal calcino al flipper e quindi al videogame. La rivoluzione tecnologica che ha
cambiato il mondo negli ultimi quarant’anni e soprattutto a cavallo tra il
secondo e il terzo millennio ha complicato moltissimo la realtà, e Baricco con
il suo saggio ha cercato di tracciarne una mappa, per capire dove siamo e
decidere dove andare: è il senso riposto di The Game. Ma l’autore sentiva che questa mappa, sintetizzata ed
illustrata per diventare più comprensibile, sarebbe stata davvero fondamentale
soprattutto per le nuove generazioni, quelle che i sociologi chiamano “nativi
digitali”, ovvero bambini, ragazzi e giovani nati in un mondo dominato
dall’immagine digitale. Per riuscirci, grazie al fondamentale aiuto dei testi
di Sara Beltrame e delle illustrazioni di Tommaso Vidus Rosin, Baricco per la
collana “Feltrinelli Kids” ha realizzato The
Game. Storie del mondo digitale per ragazzi avventurosi. Si tratta appunto
della versione semplificata ed illustrata del suo precedente saggio, e passa in
agile rassegna la rivoluzione digitale che stiamo vivendo da qualche decennio
in qua, proponendosi di offrirne una bussola vera e propria e, nel suo complesso, una mappa suddivisa in tre tappe. Si comincia con la prima, che ci porta senza colpo ferire dal passato remoto della tecnologia fino al mondo d’oggi ovvero dall'isola dei computer a quella dei videogiochi, per passare all'isola della digitalizzazione, a quella della rete e poi all'isola del commercio: è un variegato percorso dai primi calcolatori degli anni Quaranta che
occupavano una stanza intera (come il "preistorico" Harvard Mark 1) e comunicavano con i tecnici attraverso schede perforate per arrivare ai primi rivoluzionari personal computer (come il Commodore 64 o il primo leggendario Mac della Apple), dai mitici videogames da bar (come Space Invaders) alle console domestiche (come la Play della Sony), e poi il rivoluzionario
dvd, l’invenzione del World Wide Web da parte di Tim Berners-Lee (che volle internet gratuita), i primi motori di ricerca (da Yahoo! a Google, che tuttora è il più usato), lo shop virtuale di Amazon (che all’inizio era ‘solo’ una libreria online). La seconda tappa ci porta all'isola del webing e a quella dei social: conosceremo il primo programma di condivisione di musica destinato a diventare "fuorilegge" (ovvero Napster), l’enciclopedia
partecipativa di Wikipedia, il portale dei video di YouTube, l'avvento dello smartphone (un computer condensato in un cellulare), l'esplosione dei social network (dal primo, Linkedin, che serviva a trovare lavoro, fino a Facebook o Instagram). E infine la terza tappa, che ci conduce all'arcipelago delle app, ovvero programmi per PC o smartphone come WhatsApp, Spotify o il famigerato Fortnite. Nel futuro si prefigura l'intelligenza artificiale, che con Chat GP4 è già qui. Insomma, si arriva alla fine e viene da pensare alla prossima mossa,
ma intanto abbiamo trovato una mappa per orientarci nell’universo digitale
intorno a noi. Assolutamente da leggere.
Alessandro Baricco – Sara Beltrame, The Game. Storie del mondo digitale per
ragazzi avventurosi, Milano, Feltrinelli, 2020; pp. 120
lunedì 5 giugno 2023
DEVO SOLO ATTREZZARMI
Negli ultimi anni nell’ambito della narrativa per ragazzi abbiamo assistito alla straordinaria fortuna di libri illustrati e redatti in forma di diario (talvolta anche di raccolta epistolare) da uno o più personaggi, come nel caso di Mi ricci, di Ciao, tu o del bestseller internazionale Diario di una schiappa. Non fa eccezione neanche Devo Solo Attrezzarmi di Irene & Marco, binomio di nomi d’arte (dei due protagonisti del libro) dietro cui si nascondono i due autori reali, ovvero Vittoria Hayun e Filippo Gerli, due ragazzi fiorentini di meno di vent’anni, supportati dai disegni del coetaneo Federico Scippa (in arte Fritz), studente spezzino di grafica e animazione. I due autori si sono conosciuti tra i banchi del Liceo Scientifico Castelnuovo e hanno scoperto di essere entrambi dislessici, così hanno deciso di attivarsi per organizzare un convegno sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento in collaborazione con l’AID e con la Consulta provinciale degli studenti, in seguito hanno fondato l’associazione “Pillole di parole”: in futuro vorrebbero entrambi diventare medici, sognano di istituire una giornata nazionale sulla dislessia e un mondo in cui studenti e professori conoscono un problema ancora oscuro per molti di loro. E così hanno iniziato ad attrezzarsi… proprio con questo libro, dietro il cui titolo si nasconde appunto l’acronimo DSA. Ma veniamo alla storia, che Irene e Marco ci raccontano in alternanza attraverso le loro pagine di diario, scritte ovviamente in caratteri diversi – corsivo lei, maiuscoletto lui, entrambi con allineamento a sinistra e con un’interlinea generosa per facilitare la lettura ai ragazzi DSA – e corredate dei disegni sbarazzini di Fritz. Irene e Marco sono due ragazzi fiorentini di quindici e sedici anni, e hanno entrambi un “problemino” imbarazzante che dà loro filo da torcere soprattutto dietro i banchi di scuola: tra l’altro non sarebbe neppur e un vero e proprio problema ma la dislessia, una caratteristica che per certi versi li rende anche originali rispetto agli altri, ma che causa loro difficoltà a leggere e a scrivere, come puree a eseguire operazioni matematiche. A parte questo, sia Irene che Marco sono ragazzi allegri, intelligenti, pieni di interessi, ma hanno cominciato ad avere diversi problemi a scuola, ovviamente legati al fatto che entrambi sono DSA, così sono entrati in crisi di autostima. Marco all’inizio è più consapevole di Irene e ha cercato qualcuno in grado di aiutarlo, ma i suoi genitori hanno difficoltà ad accettare la sua “caratteristica” e quindi non hanno ancora firmato il Piano Didattico Personalizzato (ovvero il PDP) che gli consentirebbe di frequentare la scuola con più serenità e con migliori risultati. Irene invece scoprirà l’insensibilità nei confronti del suo problema da parte di quelli che credeva i suoi veri amici… un triste modo per scoprire quelli veri. Ma in mezzo a questa duplice ricerca di equilibrio esistenziale c’è una bella fetta di mondo giovanile a unire i nostri eroi: all’inizio Irene esce da un legame sentimentale difficile, poi incontra Marco (o, più precisamente, ci si scontra) e, per una serie di strane coincidenze, i due scoprono di avere moltissimo in comune e diventano amici, poi sembrerebbe che anche che tra loro potrebbe nascere qualcosa di più, ma le strade della vita (e soprattutto dell’adolescenza) spesso sono tortuose quanto sorprendenti. Come nei migliori gialli scopriremo come andrà a finire soltanto alla fine… Un romanzo per ragazzi leggero e godibile ma in grado di focalizzare l’attenzione su un problema sempre più diffuso: può aiutare i ragazzi DSA a prendere coscienza di se stessi con serenità e qualche salutare risata, mentre tutti gli altri potranno scoprire la dislessia da una prospettiva interna. Assolutamente da provare.
Irene & Marco, Devo Solo Attrezzarmi, Firenze, Libri Liberi, 2013; pp. 192
domenica 2 aprile 2023
DIECI NOVELLE DECAMERONIANE RACCONTATE DA PIERO CHIARA
In
origine c’era il Decameron, la prima
grande raccolta italiana di novelle, l’indiscusso capolavoro di Giovanni
Boccaccio da Certaldo (1313-1375), una delle tre corone della letteratura
italiana, il testo esemplare da prendere come punto di riferimento delle
narrazioni in prosa: cento novelle (più mezza raccontata nell’introduzione
della quarta giornata) articolate in dieci giornate a tema (tranne la prima e
la nona) e narrate dai dieci giovani (sette fanciulle e tre ragazzi) della
lieta brigata, ritrovatisi nella chiesa di Santa Maria Novella orfani delle
proprie famiglie e dunque transfughi per scelta dalla Firenze appestata ad una
villa sulle pendici di Fiesole, dove decidono per diletto di passare il tempo
raccontandosi novelle. Questa in estrema sintesi è la cornice strutturale del
libro di Boccaccio, da cui ha attinto a sei secoli di distanza lo scrittore
Piero Chiara (1913-1986) per realizzarne un’antologia di dieci novelle nel loro
complesso piuttosto rappresentative del ventaglio tematico della raccolta boccacciana
e decisamente immediate sul versante linguistico. Le novelle rielaborate da Chiara
sono state selezionate da sei delle dieci giornate del Decameron. Si comincia con la beffa confessionale della novella di
ser Ciappelletto (l’apripista del libro), seguita dalla picaresca avventura
notturna che vive nei bassifondi di Napoli lo sprovveduto mercante di cavalli
Andreuccio da Perugia. A ruota arrivano una coppia di novelle della quinta
giornata (quella degli amori a lieto fine): prima la fuga con happy ending ai fiori d’arancio di
Pietro Boccamazza e l’Agnolella, poi la storia di generosità che vede
protagonista il nobile decaduto Federigo degli Alberighi – disposto a
sacrificare anche il suo amato falcone per la donna per amor della quale si è
rovinato economicamente –. In seguito Chiara ha rielaborato due novelle di
motto dalla sesta giornata, prima il motto fortunoso del cuoco Chichibio che
placa l’ira del padrone Currado Gianfigliazzi, poi la predica reinventata all’istante
da Frate Cipolla per sponsorizzare la (falsissima) reliquia della piuma dell’angelo
Gabriele (ed ottenere così molte elemosine). Si continua ancora con una coppia
di novelle dell’ottava giornata (dedicata alle beffe generiche): ne è indiscusso
protagonista lo sciocco Calandrino, beffato dai colleghi pittori Bruno e
Buffalmacco, che prima lo lapidano lungo il Mugnone in cerca della fantomatica
elitropia (favolosa pietra che assicura l’invisibilità al portatore), quindi
autori di un vero e proprio furto di un maiale sempre ai danni dell’ingenuo
collega. Si chiude con una coppia di novelle della decima giornata, dedicata ai
casi di cortesia e magnanimità: prima la storia di Mitridanes, invidioso della
cortesia di Natan, che lo fa recedere dal suo proposito omicida, quindi la
magica storia del Saladino e di messer Torello. Insomma, le dieci novelle di
questa antologia ‘suonano’ senza dubbio boccacciane ma risultano molto
attualizzate e comprensibili in rapporto all’italiano contemporaneo, quindi
costituiscono un ottimo viadotto per consentire alle nuove generazioni di farsi
un’idea adeguata del Decameron evitando
le oscurità della prosa medievale. Da provare.
Giovanni Boccaccio, Decamerone. Dieci novelle raccontate da
Piero Chiara, Milano, 2006; pp. 155
martedì 28 marzo 2023
REGISTRO DI CLASSE: LA DURA LEGGE DEL PROF
È un libro esile Registro di classe: soltanto cento pagine, ma di grande peso morale, perché vi si avvertono le ansie, i timori e le riflessioni dell'autore, ovvero Sandro Onofri, professore d'italiano in un liceo romano di periferia e scrittore di un pugno di romanzi (Luce del Nord, Colpa di nessuno e L'amico di infanzia) e di reportage (Vite di riserva e Magnifiche sorti). Registro di classe era nato come un libro sulla scuola, solo in seguito Onofri si era risolto ad utilizzare la forma del diario e ne aveva iniziato la stesura nel 1998: questo volume raccoglie i testi scritti dall'autore (nato nel 1955) prima della sua prematura scomparsa nel settembre dell'anno successivo. È un diario, a tutti gli effetti, che accorpa le classiche 'schegge' e riflessioni che un insegnante potrebbe scrivere sull'onda di uno spunto indotto dai suoi alunni, dai loro tagli di capelli o dalle mode più in voga nella classe. Onofri si arrovella in continuazione nel tentativo di comprendere i suoi studenti, di lanciare loro appropriati salvagenti culturali: e, come accade anche ai bene intenzionati, a volte è compreso e seguito, altre no. Ma i ragazzi hanno sempre salutari riserve di immaginazione, e in qualche modo alla fine riescono a stupirlo, nonostante assistano freddamente ad una proiezione di Train de vie o si lascino contagiare dall'appiattimento degli show televisivi. Magari entusiasmandosi nella scoperta del Pinocchio di Collodi, molto al di sopra della riduzione disneyana a cartoni animati, oppure apprezzando oltre le più rosee previsioni Se questo è un uomo di Primo Levi e Un borghese piccolo piccolo di Vincenzo Cerami. Dentro Registro di classe c'è un anno di scuola raccontato in tralice: i compiti (ovvero il divertimento) per le vacanze natalizie, i colloqui con i genitori, i temi degli alunni, la gita scolastica, il topico momento del voto sul registro ovvero l'insostenibile circoscrizione dell'intelligenza adolescenziale. È il diario di un insegnante che s'interroga di continuo sul proprio compito di educatore, che si chiede cosa possa mai cambiare anche un solo professore dotato di buona volontà: forse poco, ma significativo e per fortuna questa esperienza Onofri l'ha riversata in Registro di classe.
Sandro Onofri, Registro di classe, Torino, Einaudi, 2000; pp. 103
lunedì 20 marzo 2023
L’EVOLUZIONE DI CALPURNIA, IL ROMANZO D'ESORDIO DI JACQUELINE KELLY
Il
sorprendente romanzo d’esordio della scrittrice americana Jacqueline Kelly
s’intitola L’evoluzione di Calpurnia
e racconta, rigorosamente in prima persona, un anno di vita dell’undicenne protagonista,
Calpurnia Tate, per i familiari Callie Vee, una ragazzina che vive in una
variegata famiglia composta, oltre che dai genitori, da un nonno e da sei
fratelli maschi, tre anagraficamente più grandi di lei e tre più piccoli. Siamo
in una fattoria del Texas nel lontano 1899 e Calpurnia non se la passa granché
bene essendo l’unica figlia femmina della famiglia, soprattutto perché i suoi
interessi sono piuttosto lontani da ciò che i suoi genitori e la società del
suo tempo si aspettano da lei, che sembrerebbe destinata a diventare bravissima
a gestire la casa, a cucinare e a cucire, per poi trovarsi un consorte ed
occuparsi della famiglia. Al contrario Calpurnia è attratta dalla natura che la
circonda, ha uno spiccato spirito di osservazione e una vera vocazione da
esploratrice: il primo ad accorgersene è il suo adorato fratello maggiore,
Harry, che le affida un taccuino tascabile rilegato in cuoio rosso esortandola
ad usarlo per registrare le sue osservazioni scientifiche, perché a suo
giudizio Calpurnia è un’autentica naturalista in erba. La giovanissima
protagonista neanche sa esattamente il significato della parola “naturalista”,
ma è ben decisa ad esserlo comunque per il resto della caldissima estate del
1899, annotando quel che vedrà nel suo taccuino e scoprendo ben presto, proprio
per il fatto di avere qualcosa su cui prendere appunti, di essere in grado di vedere particolari mai notati prima… Ma
dai primi dettagli nascono anche dubbi di ardua soluzione, come quando
Calpurnia si rende conto che nell’ambiente circostante vivono cavallette gialle
davvero molto più grandi delle cavallette verdi. Come mai? Appartengono forse a
specie diverse? Alla protagonista viene in mente che un certo Darwin ha scritto
un libro al riguardo, ma quando riesce a farsi portare nella biblioteca
pubblica più vicina una scorbutica bibliotecaria si rifiuta di farglielo
consultare con la scusa che si tratta di un testo poco adatto a una signorina.
Le cose cambiano quando finalmente Calpurnia trova il coraggio per chiedere
aiuto al nonno, scoprendo a sorpresa che da quando si è ritirato dagli affari
affidando l’impresa di famiglia al figlio è diventato un rigorosissimo naturalista,
infatti ha anche una copia del libro di Darwin, lo conosce in dettaglio ed è in
grado di spiegarlo alla curiosissima nipote, che ben presto realizza di non
aver praticato abbastanza il membro più interessante della famiglia. Il resto
del romanzo alterna avventure vissute dalla protagonista in solitaria a quelle
in coppia col dinamico nonno, tra esperimenti di distillazione di superalcolici
dalle noci pecan all’individuazione di nuove specie vegetali, entrambe amene
attività cui purtroppo si sovrappongono le insopportabili fatiche imposte alla
povera Calpurnia dalla madre, ben decisa a far debuttare la figlia in società,
a renderla una cuoca sopraffina ed un’infaticabile tessitrice di calzini. Il
succo della storia, neanche a dirlo, starà nello scoprire se la piccola
protagonista si farà fagocitare dal ruolo che tutti vogliono cucirle addosso o
riuscirà a far emergere la sua personalità e il suo sogno esistenziale: noi
lettori inizieremo a rendercene conto via via con una piccola citazione da L’origine delle specie di Charles
Darwin che fa da premessa ad ogni capitolo del libro. L’evoluzione di Calpurnia è ovviamente un romanzo di formazione e
al contempo di avventura nel senso più lato, e ne è protagonista una strepitosa
figura di adolescente che sembra un originale cocktail che miscela Tom Sawyer, Pippi Calzelunghe e l’evoluzionismo
darwiniano. Un esempio davvero coinvolgente di narrativa per ragazzi ad alto
tasso fosforico e capace di innescare riflessioni non banali sulle
discriminazioni di genere che fino a un passato non troppo remoto hanno
impedito al gentil sesso il sogno di una vita diversa. Assolutamente da non
perdere: si comincia a guardare il mondo dagli occhi di Calpurnia e non si può
evitare di passare gli ultimi mesi dell’ultimo anno dell’Ottocento in sua
compagnia per vedere cosa ha in serbo per lei il nuovo secolo…
Jacqueline Kelly, L’evoluzione di Calpurnia, Milano, Salani, 2011; pp. 287
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