domenica 10 marzo 2024

DEDALO & DHARMA, UN’AVVENTURA MAGICA NEL MONDO DEL CINEMA

Lui è Manlio Castagna da Salerno, classe 1974, sceneggiatore, regista, critico cinematografico e scrittore di spicco della narrativa per ragazzi italiana a partire dall’esordio con la saga di Petrademone, autore peraltro de La notte delle Malombre e regista del docufilm Il viaggio degli eroi, con Marco Giallini. In Dedalo & Dharma. Fuga dal Cinema Kazan Castagna ha condensato tutto il suo amore per il la settima arte, creando una storia multitasking che parte da un cadente vecchio cinema di provincia dove capita qualcosa di incredibile sulla falsa riga del mitico La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen: un personaggio di un film esce dallo schermo ed approda al mondo reale. La miccia d’innesco della trama sta tutta qui e lo strano caso si verifica in quel di Folgheri, ridente cittadina marina che si vivacizza d’estate ma resta di una noia mortale tutto l’anno. È qui che vive Dedalo, che ha una grande passione per il cinema ed è appena stato mollato dalla ragazza dopo ben cinque giorni di fidanzamento. Per aiutarlo a dimenticare arriva nel cadente cinema Kazan arriva il film del momento, The Rindwalker, un horror scifi stile Alien in cui una creatura aliena approda sul nostro pianeta per mietere vittime a profusione. Il problema è al minuto sette del film appare sullo schermo il personaggio di Dharma e Dedalo se ne innamora a prima vista, al punto che continua ad ammirarla in tutte le repliche successive nonostante il personaggio non sia destinato a fare una bella fine. E una fatidica sera accade l’impossibile: Dharma supera lo schermo ed entra nel mondo reale, per la gioia di uno stupefatto Dedalo. Purtroppo l’ha inseguita anche il Rindwalker, che potrebbe fare una strage, e la presenza di Dharma minaccia l’esistenza stessa dell’attrice che ha dato vita al suo personaggio nel film, Mia Miller. Sarà il buon Elia, il misterioso gestore del Kazan, a svelare ai due ragazzi che Dharma è una cosiddetta escapee e che è assolutamente necessario che ritorni nel suo film. Per riuscirci i due protagonisti dovranno trovare i varchi giusti nel multiverso cinematografico cercando di stare attenti ai custodi che proteggono ogni pellicola dall’ingresso di intrusi indesiderati: saranno accompagnati nell’avventura dagli impagabili fratelli Crisa e Lelio, e per rimettere le cose a posto dovranno saltare da un film all’altro, talvolta finendo nel titolo sbagliato. Dedalo & Dharma. Fuga dal Cinema Kazan è una vera dichiarazione d’amore per il cinema e ci porta a spasso tra generi molto diversi ma sempre ricostruiti con sapienza descrittiva e tramite un corredo di splendide locandine realizzate da Kalina Muhova che amplificano il multiverso di celluloide che Castagna ha inventato per i suoi lettori. Per certi versi si tratta anche di un’avventurosa storia di formazione, di una struggente storia d’amore e di bella storia d’amicizia, il tutto centrifugato e shakerato con tinte fantastiche ed orrorifiche. Insomma, il romanzo si fa leggere dalla prima all’ultima pagina, aspettando la vera conclusione che l’autore si permette di dilatare ad arte. Chi ha apprezzato La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick farà meglio a mettersi alla prova anche con l’ultima fatica di Manlio Castagna. Da non perdere.

Manlio Castagna, Dedalo & Dharma. Fuga dal Cinema Kazan, Milano, Mondadori, 2023; pp. 364

domenica 3 marzo 2024

PASSEGGERI NOTTURNI: 30 RACCONTI BREVI DI GIANRICO CAROFIGLIO

Dopo numerosi gialli di grande successo, vari romanzi di formazione ed alcuni saggi di spessore Gianrico Carofiglio, classe 1961, è tornato a misurarsi con una raccolta di racconti di varia tipologia come Passeggeri notturni, che assortisce storie di incontri casuali, riflessioni su argomenti disparati, talvolta trame innescate da schegge di conversazioni, perfino aneddoti estemporanei. Sempre rigorosamente nella misura di tre pagine appena. Va da sé che il collante che tiene insieme i trenta racconti brevi ivi contenuti è una scrittura sintetica e sempre incalzante, capace con poche pennellate di tratteggiare personaggi che restano impressi ed intrigano i lettori condividendo un frammento di vita. Carofiglio apre le danze con la spiazzante storia di bullismo “contrastato” di Quarto potere e chiude i battenti con lo struggente sogno ad occhi aperti di affetto ritrovato raccontato in Stanze. In mezzo a questi due estremi c’è davvero un po’ di tutto, sempre raccontato vividamente ma con grande economia di parole: una storia sospesa tra verità e menzogna come Draghi, il singolare racconto sugli odori ritrovati di Aria del tempo, un piccolo horror ad orologeria come Il biglietto, l’intrigante riflessione sugli avverbi di Sinceramente, un’amara parabola sull’autoreferenzialità della politica italiana come La scorta, l’incredibile (ma esemplare) aneddoto sanitario al centro di Contagio, le esilaranti storielle giudiziarie di Avvocati e infine la splendida storia di solidarietà ai tempi della Shoah che racconta Nelle Ardenne. Insomma, nel complesso Passeggeri notturni è una raccolta notevole che conferma tutta la bravura di Carofiglio anche nella misura della narrativa breve: lo scrittore barese sa decisamente catturare l’attenzione del lettore anche raccontando una piccola storia, una riflessione estemporanea o un semplice aneddoto. Da provare.

Gianrico Carofiglio, Passeggeri notturni, Torino, Einaudi, 2016; pp. 98

domenica 25 febbraio 2024

DORA PER SETTE, NARRATIVA PER RAGAZZI ON THE ROAD

Lei è Saschia Masini da Firenze, classe 1983, ed ha al suo attivo un convincente esordio come Dadieci, un romanzo di formazione per ragazzi felicemente sospeso a metà tra il giallo e uno spaccato di calcio giovanile. Dora per sette è l’attesa prova seconda – che conferma la vocazione dell’autrice per i titoli “numerici” – dove tutto finisce per andare per il verso giusto nonostante si tratti di un libro piuttosto diverso dal precedente. Stavolta si tratta di un romanzo on the road che verte intorno alla magica alchimia che si crea tra i membri di una famiglia numerosa in cui ogni componente ha una personalità spiccata che talvolta innesca cortocircuiti emotivi con qualche familiare: il collante è ovviamente la Dora del titolo, che è la vecchia e scalcinata Fiat Panorama del 1986 su cui i coniugi Mennonna hanno praticamente allevato i loro tre figli, diversissimi sia sotto il versante anagrafico che caratteriale. I genitori in questione sono Nicola, docente anticapitalista che da sempre sta tentando di elaborare un modello di tassazione inversamente proporzionale all’età, e Karin, laureata in filosofia ma progressivamente convertita a mamma multitasking dopo i primi due figli, incompatibili in modo apparentemente irrimediabile: già, perché il tredicenne Orlando, rugbista non agonistico e introspettivo, pare geneticamente concepito per litigare con la sorella undicenne Amelia, “fogatissima” promessa del salto ippico ad ostacoli e molto esuberante, infatti litigano senza soluzione di continuità dalla mattina alla sera. L’unico punto d’incontro tra i due è la sorellina Berenice, che ha poco più di due anni e che entrambi adorano in modo incondizionato. Ad innescare la dinamica on the road  della storia è una telefonata da parte dell’allenatore di Amelia, l’odioso Riscettini detto Rich, allo scopo di convocare in extremis la ragazzina con la sua amata pony Lady Killer per gareggiare in una prestigiosa competizione in programma a Catania di lì a pochi giorni: un problema non da poco per i Mennonna, dato che risiedono a Milano e che la meta insulare dista svariate centinaia di chilometri da percorrere con la vecchia Dora, carica dei cinque più nonna Bruna e con tanto di trailer equino a traino. Riusciranno ad arrivare in tempo utile per il concorso? Sopravvivranno alla convivenza forzata nell’abitacolo di Dora con tutto quel che ne consegue? Ovviamente lo scopriremo una pagina dopo l’altra in una sarabanda di sorprese, incidenti di percorso e litigi in serie. E alla fine, ça va sans dire, magari Amelia potrebbe perfino imparare qualcosa di nuovo sul senso della competizione fine a se stessa, chissà... Dora per sette è un romanzo per ragazzi che riesce nella non facile impresa di condensare una famiglia che assortisce personalità molto diverse dando dignità ad ogni componente del variegato gruppo familiare con pony da competizione al seguito: con i Mennonna si sorride (spesso), si viaggia, ci si stupisce, si torna alle origini (nell’approdo a Muro Lucano) e talvolta ci si emoziona. Tra parentesi l’autrice sa esattamente di cosa parla quando tratteggia lo spaccato competitivo del mondo dell’equitazione, dato che ha passato l’adolescenza in sella a una cavalla che si chiamava proprio Lady Killer. Assolutamente da provare.

Saschia Masini, Dora per sette, Milano, Piemme, 2023; pp. 236

domenica 4 febbraio 2024

RIFIUTI ZERO: LA RICETTA DI ROSSANO ERCOLINI PER UN MONDO SOSTENIBILE

Rossano Ercolini è un maestro elementare toscano assurto agli onori della cronaca nel 2013, quando il suo storico impegno come attivista ambientale è stato premiato con il Goldman Award, che è considerato una sorta di Nobel alternativo per l’ambiente. Come lui stesso ha raccontato nel libro autobiografico Non bruciamo il futuro, nell’ambito del viaggio americano per l’assegnazione del prestigioso riconoscimento Ercolini ha anche avuto l’onore di incontrare Barack Obama, al tempo presidente degli Stati Uniti, e di parlare con lui dell’emergenza ambientale. Insomma, da allora il maestro e attivista di Capannori è diventato un testimonial ambientale di caratura internazionale ed è stato chiamato a partecipare a centinaia di eventi pubblici. In Rifiuti Zero l’autore, presidente del Centro di Ricerca Rifiuti Zero e dell’associazione Zero Waste Europe, ha messo su carta quello che ha imparato in materia di gestione dei rifiuti dopo oltre trent’anni di infaticabile lotta contro gli inceneritori, che non sono la soluzione a un problema che in molte regioni di Italia appare senza via d’uscita, ma un modo per alimentare un circolo vizioso a base di inquinamento e patologie in serie. La risposta è invece il movimento Rifiuti Zero, uno sforzo sociale che parte dal basso e a cui in Italia hanno già aderito centinaia di comuni che hanno deciso di non servirsi più di inceneritori e discariche, cancellandone il relativo inquinamento e smettendo di alimentare l'incessante deriva di microplastiche verso il mare. Non si tratta di un sogno impossibile ma di un modello rigoroso in dieci passi, che parte dalla presa di consapevolezza che il sacco nero che nasconde i rifiuti va aperto e guardato con gli occhi dei bambini, iniziando a diversificare tutto ciò che vi è stato buttato dentro per far partire la raccolta differenziata, il primo passo per separare le varie materie prime mischiate insieme senza una logica. Il secondo passo è la raccolta porta a porta integrata con isole o stazioni ecologiche. Il terzo passo è il compostaggio, per produrre concime in modo naturale dall’umido. Il quarto passo è il riciclo. Il quinto passo è il riuso e la riparazione degli oggetti usati, che così avranno una seconda vita davanti. Il sesto passo è l’applicazione di una tariffazione puntuale, per premiare chi spreca meno. Il settimo passo consiste nel prevenire e ridurre i rifiuti. L’ottavo passo è lo studio del rifiuto urbano residuo, per capire come ridurlo al minimo. Il nono passo è la riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili. Il decimo e ultimo passo è la discarica transitoria. Rifiuti Zero si conclude con la speranza ad approssimare sempre più verso lo zero effettivo la produzione di rifiuti, per riprenderci un pianeta in cui siamo stati capaci di generare un continente galleggiante di materiali plastici nel Pacifico. E il bello è che, come afferma Ercolini, ognuno nel suo piccolo può fare la differenza, perché mai come ora il nostro futuro passa per le nostre mani…

Rossano Ercolini, Rifiuti Zero, Milano, Baldini & Castoldi, 2018; pp. 222

martedì 30 gennaio 2024

IL MISTERO DEL CADAVERE SENZA TESTA

Lo scrittore imolese Luca Occhi si è autodefinito bancario per necessità e scrittore per inclinazione, in particolare è stato tra i fondatori di Officine Wort ed è stato pubblicato con i suoi racconti in almeno una ventina di antologie. Con Il mistero del cadavere senza testa si misura con la narrativa per ragazzi contaminata col giallo. Il romanzo prende avvio in un quartiere malfamato nella Bologna del primo Novecento, seguendo le tracce della scalcinatissima Banda dei Topi, un gruppo variegato di orfani senza famiglia di cui fa parte il protagonista, che si chiama Emilio e cerca ogni giorno di mettere qualcosa sotto ai denti. Tutto cambio quando il ragazzino incontra un bizzarro personaggio venuto dall’umida terra d’Albione, uno strano turista britannico che fondamentalmente lo prende al suo servizio per trovare un posto dove dormire pagando poco e una serie di osterie a prezzi contenuti, in quanto sembra dedicarsi soprattutto a stordirsi con l’alcool e sperperare i suoi soldi sul tavolo da gioco. Tutto cambia quando una nobildonna poco abituata ai rifiuti si rivolge al turista in questione chiedendogli di indagare sulla misteriosa scomparsa del marito, il conte Ludovico Gisberto Testa Piccolomini, apparentemente sparito nel nulla da tre giorni senza che le forze dell’ordine abbiano cavato un ragno da un buco. Ci si potrebbe chiedere come mai una contessa che ottiene sempre quel che vuole si rivolga proprio a un forestiero in balia del vino e del gioco d’azzardo… La scelta sembra molto più logica conoscendo l’identità del turista in pensione, trattandosi dell’Ispettore Lestrade in libera uscita e ormai disilluso in seguito alla scomparsa del celeberrimo Sherlock Holmes con cui aveva collaborato più volte nella sua carriera, il mitico investigatore di sir Arthur Conan Doyle il cui ricordo indelebile aleggia su tutta la storia. Gli darà una mano a interrogare i vari sospettati proprio il piccolo Emilio, che si aspetta che Lestrade lo abbandoni appena avrà deciso di tornare a Londra, ma che dimostra a più riprese di essere in grado di cogliere dettagli che non tutti riescono ad osservare. Il mistero del cadavere senza testa continua illustrandoci la serrata indagine di questo strano duo di personaggi per le strade di Bologna e dintorni, fino all’immancabile soluzione, che arriverà lasciandoci di stucco come in ogni giallo che si rispetti. L’alchimia tra la narrativa per ragazzi e il giallo funziona fin dalle prime pagine e ci obbliga in modo implacabile a perderci nei meandri della storia in cerca della verità. In sottofondo al mistero l’autore ci racconta anche una bella storia di formazione e di riscatto attraverso il giovane protagonista, che sogna una vita diversa in cui mettere a frutto le sue capacità. Assolutamente da leggere.

Luca Occhi, Il mistero del cadavere senza testa, Milano, Pelledoca, 2023; pp. 159

sabato 20 gennaio 2024

ROSSANO ERCOLINI, UN MAESTRO ATTIVISTA DA NOBEL PER L’AMBIENTE

Questo libro di Rossano Ercolini, classe 1955, si muove in una strana terra di mezzo tra l’autobiografia e il saggio di marca scientifica:
Non bruciamo il futuro infatti racconta e ricostruisce l’impegno esistenziale a favore dell’ambiente da parte dell’autore, maestro elementare di giorno e infaticabile attivista ambientale di notte. La lotta di Ercolini comincia tanti anni fa, quando apprende del progetto per la costruzione di un inceneritore a pochi chilometri di distanza dalla scuola dove insegna nel comune di Capannori, in provincia di Lucca: per informare la comunità locale dei rischi ambientali connessi all’incenerimento e proporre strategie alternative per la gestione dei rifiuti fonda allora l’associazione “Ambiente e Futuro”, tramite la quale entra in contatto con il chimico e attivista ambientale Paul Connett, tra i fondatori della strategia Zero Waste (o Rifiuti Zero). Dopo anni di dure battaglie alla fine la lotta di Ercolini contro gli inceneritori avrà successo e Capannori diventerà il primo comune a Rifiuti Zero d’Italia, dunque un importante punto di riferimento sul fronte ambientalistico a livello nazionale. L’impegno di Ercolini come attivista ed educatore viene premiato con l’assegnazione del prestigioso Goldman Environmental Prize, che è considerato una sorta di Nobel per coloro che si distinguono nella difesa dell’ambiente. Non bruciamo il futuro comincia infatti con la sorprendente telefonata per comunicargli la notizia del riconoscimento internazionale e continua con la cronaca del viaggio americano intrapreso nell’aprile 2013 per prendere parte alla premiazione, viaggio nel corso del quale ha avuto anche l’onore di un breve colloquio (a tema ambientale, ovviamente) con il presidente Barack Obama alla Casa Bianca. Si tratta di volume nettamente diviso in due parti e dopo la prima, più autobiografica, nella seconda l’autore si concentra sui dieci passi per attuare la strategia Zero Waste: la presa di coscienza del problema, la raccolta porta a porta, i rifiuti organici, i rifiuti secchi, dare una seconda vita agli oggetti usati riparando e riutilizzando, diffondere le bollette intelligenti (che premiano i virtuosi della raccolta differenziata), dare visibilità alle buone pratiche locali, estendere le responsabilità ai produttori (magari riprogettando ciò che è impossibile smaltire in modo sostenibile), diffondere il cosiddetto modello del cono gelato (ovvero ridurre al minimo il packaging), puntare su discariche rigorosamente pubbliche. Non manca un approfondimento sull’operato del Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori di cui Rossano Ercolini è coordinatore. Non bruciamo il futuro è la testimonianza di un impegno profondamente educativo, perché difendere l’ambiente è un atto dovuto alle generazioni future: illuminanti sotto questo profilo sono le pagine in cui Ercolini porta il sacco nero della spazzatura in classe ai suoi studenti di quinta primaria, che differenziano le tipologie di materiali in esso contenute e realizzano che diventano rifiuti solo se mischiati insieme. Un libro che dimostra che ognuno nel suo piccolo può diventare fondamentale per il Pianeta con la P maiuscola.

Rossano Ercolini, Non bruciamo il futuro, Milano, Garzanti, 2014; pp. 128

 

giovedì 18 gennaio 2024

CENTO CITTÀ: UNA RACCOLTA DI LEGGENDE URBANE

Può un libro condensare storie e leggende delle città italiane? È quello che offrono nel loro insieme i ventuno racconti di Cento città, una raccolta narrativa firmata a quattro mani da Gina Basso e Riccardo Medici. Il progetto alla base del volume, dotato anche di schede didattiche curate da Paola Cataldo, è molto semplice: raccontare una storia esemplificativa, meglio se evocativa e magari anche misteriosa, di uno dei capoluoghi italiani (più Bolzano) e ricostruire così una galleria di leggende urbane del Belpaese. Tra le ventuno mitiche storie raccolte in Cento città ovviamente qualcuna spicca tra le altre, come per esempio la nona, ambientata a Bologna ed intitolata Due fidanzati, un diavolo e cento città, che racconta di come un povero renaio fece costruire la celebre torre degli Asinelli ottenendo così l’amore della vita ed ingannando il diavolo in persona con un gioco di parole. Assolutamente da non perdere anche l’intrigante e onirica storia successiva, Anselmo e il leone, che ci porta nel centro storico di Firenze tra i dintorni del Duomo e di Palazzo Vecchio, per scoprire l’inquietante incubo di un leone assassino che prese a tormentare il povero Anselmo. E a volte questo curioso volume della Loescher può farci scoprire addirittura la stranissima genesi del nome stesso della città di ambientazione (leggere in merito il primo racconto, dedicato ad Aosta), o qualcosa di strano su uno dei luoghi per definizione di una città (come la nota Lanterna di Genova), o l’inspiegabile reazione che un quadro religioso innescò nel grande condottiero Napoleone quando prese possesso di Ancona, o ancora l’origine di un modo di dire popolare ai tempi di Nerone (nel racconto dedicato a Roma) o infine i leggendari tre doni di San Nicola, il patrono di Bari. Assolutamente da provare.

G. Basso – R. Medici, Cento città. Storie e leggende di città italiane, Torino, Loescher, 2014; pp. 128

RITROVARSI A... SAN QUALCOSA

Una delle situazioni ricorrenti per un ragazzo nelle famiglie complesse dei giorni d’oggi può essere ritrovarsi per caso in un posto in cui non voleva assolutamente trasferirsi ma in cui è stato costretto ad andare per seguire il padre nel suo nuovo lavoro. Magari è un posto anche senza attrattive, un San Qualcosa o un San Qualcuno qualsiasi, ma il nostro protagonista è ben deciso ad adottarlo per non creare problemi aggiuntivi al genitore che deve occuparsi di lui ed impegnarsi nel suo nuovo posto di lavoro. E così Simone, il protagonista dell’ultimo libro di Beniamino Sidoti, che s’intitola appunto Ti aspetto a San Qualcosa, decide di “adottare” la cittadina dov’è finito con l’arma della fantasia: per perlustrare le strade di San Postocomeunaltro seguirà di volta in volta le briciole di Hansel e Gretel (come nell’omonima fiaba dei Fratelli Grimm), oppure perlustrerà le piste urbane come se fosse il mitico Zanna Bianca di Jack London, o proverà a immedesimarsi nei panni giganteschi del GGG di Roald Dahl o si immaginerà di muoversi in un romanzo di Harry Potter o in libro di Richard Scarry. Insomma, ogni volta sarà un libro o un personaggio immaginario a fargli scoprire il suo nuovo mondo. Il primo giorno, tra parentesi, mentre si fa guidare dalla fiaba del fratello e della sorella abbandonati finisce davvero per imbattersi in una Gretel che si chiama Sara e diventa amico di questa fantasiosa ragazza che ogni giorno cerca di trovare un tesoro per le strade di San Qualcuno. La storia è tutta qua, ed è raccontata con molta fantasia e ricchezza di dettagli, e pian piano tra le pagine emerge un pesante problema familiare che ha spinto il padre e Simone a San Qualcosa, ma magari la soluzione parte proprio dall’imbattersi in un’amica con cui confidarsi per sentirsi un po’ meglio e tener duro. Un piccolo e delicatissimo romanzo di formazione davvero ideale per tutti quelli che sono in cerca di equilibrio. La storia, relativamente breve, è molto scorrevole e fantasiosa. Peraltro Ti aspetto a San Qualcosa è un libro stampato in caratteri ad alta leggibilità, quindi adatto anche a chi ha difficoltà di lettura. Da provare.

Beniamino Sidoti, Ti aspetto a San Qualcosa, Milano, Camelozampa, 2023; pp. 111 


giovedì 26 ottobre 2023

LADIES AND GENTLEMEN… THE BEST OF ISAAC ASIMOV

Questa antologia in due volumi raccoglie i racconti più rappresentativi della carriera del grande Isaac Asimov (1920-1992) – universalmente riconosciuto come il nume indiscusso della narrativa fantascientifica – selezionati e presentati da lui medesimo. Il meglio di Asimov complessivamente assortisce dodici racconti di varie misure partendo da Naufragio, il primo racconto che l’autore diciottenne riuscì a pubblicare (il terzo che aveva scritto fino ad allora), per arrivare a Immagine speculare, che è l’unico racconto breve di cui sono protagonisti due tra i personaggi più celebri della narrativa asimoviana, Elijah Baley e Daneel Olivaw, rispolverati dall’autore americano per gli appassionati che gli chiedevano a gran voce un nuovo romanzo dedicato ai due. In mezzo a questi due estremi cronologici il lettore curioso potrà trovare varie chicche della corposa produzione di narrativa breve di Asimov, come Notturno, che alcuni ritengono la miglior storia di fantascienza mai scritta e che narra di un pianeta sempre illuminato da vari soli ma finito per la prima volta nelle tenebre, oppure Chissà come si divertivano, un brevissimo racconto sulla scuola contemporanea vista dalla prospettiva di due ragazzini del futuro – scritto da Asimov su richiesta per un amico e poi sorprendentemente divenuto di grande successo –, o ancora L’ultima domanda, che ha il pregio di essere il racconto preferito dell’autore, che scrisse di getto e senza necessità di correzioni questa strana storia sull’entropia con un sorprendente finale a sorpresa. Insomma, si tratta di un‘antologia ideale per addentrarsi nella narrativa di Asimov, sebbene la scelta di non attingere ad altre precedenti raccolte – prima tra tutte la celeberrima Io, robot – finisca per sminuire l’ottica denunciata dal titolo. Non a caso l’autore stesso introducendo questi due volumi si chiedeva con fare sornione chi mai avrebbe comprato una raccolta di “racconti abbastanza buoni e piuttosto rappresentativi di Isaac Asimov” se il titolo fosse stato questo… In ogni caso, vale assolutamente la pena di leggerla, questo è sicuro.

Isaac Asimov, Il meglio di Asimov, Milano, Mondadori, 1978; 2 voll.; pp. 238 e 205

venerdì 6 ottobre 2023

IL MISTERO DEL LONDON EYE

Si tratta del libro più famoso di una delle più grandi autrici di narrativa per ragazzi degli ultimi anni, Siobhan Dowd (1960-2007), scrittrice ed attivista inglese di origini irlandesi. Il mistero del London Eye ha vinto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il prestigioso Premio Andersen assegnato nel 2012 dall’omonima rivista italiana al libro tradotto nel nostro paese dalla casa editrice uovonero. Come si può intuire dal titolo, la storia ruota intorno a un classico impianto giallo e racconta lo strano caso dell’inspiegabile sparizione di un adolescente scomparso nel nulla durante un giro di trenta minuti a bordo del London Eye, la celebre ruota panoramica sulla riva sinistra del Tamigi che regala ai visitatori uno spettacolare scorcio di Londra dall’alto. Il ragazzo in questione si chiama Salim, viene da Manchester ed ha quattordici anni: i suoi genitori sono divorziati e la madre, Gloria, prima di trasferirsi a New York col figlio, ha deciso di passare a salutare la famiglia della sorella a Londra. E Salim, dopo aver ritrovato i due cugini Ted e Kat, praticamente degli sconosciuti (anche se li trova simpatici a prima vista), ha chiesto e ottenuto di fare un giro sul London Eye l’indomani. Il problema è che il giorno dopo, arrivati di fronte all’iconica ruota di bicicletta diretta verso cielo, hanno trovato una coda chilometrica alla cassa, ma un tizio è sbucato dal nulla offrendo loro un biglietto in quanto costretto a rinunciare all’ultimo secondo. Lo prende Salim, l’unico che non sia mai salito sul London Eye, e nei trenta minuti successivi i due fratelli lo seguono con lo sguardo fino al momento in cui i battenti della capsula si aprono e tutti i passeggeri ne escono fuori tranne il cugino… I due ragazzi, ça va sans dire, inizieranno ad indagare di pari passo con la polizia, e nelle ricerche si rivelerà sorprendentemente utile il fiuto investigativo del buon Ted, che è un autistico (per dirla con le sue parole) dotato di un cervello dove gira un sistema operativo diverso dalle altre persone: infatti non sa leggere le emozioni sui volti della gente, non comprende il senso riposto delle metafore, quando va in cortocircuito emotivo inizia a sfarfallare con le mani ed ha una vera e propria fissazione per la meteorologia. Elementi così diversi sorprendentemente lo aiuteranno a sbrogliare l’intricato bandolo della matassa, che resterà indecifrabile e ricca di suspense fino alla fine. Il mistero del London Eye è davvero un’imperdibile chicca narrativa a partire dall’irresistibile voce narrante di Ted, che ci racconta la vicenda dalla sua originalissima prospettiva. In tralice il romanzo della Dowd riesce ad attraversare con insostenibile leggerezza (ma grande profondità) varie tipologie di diversità, dall’autismo al razzismo, raccontando al contempo una splendida storia di formazione in cui un protagonista svantaggiato riesce a superare le proprie idiosincrasie e a crescere anche sul versante dell’autonomia personale. Azzeccata anche la scelta del plot giallo, che assicura suspense fino all’ultima pagina. Un romanzo per ragazzi assolutamente da non perdere.

Siobhan Dowd, Il mistero del London Eye, Crema, uovonero, 2018; pp. 252

giovedì 5 ottobre 2023

THE GAME, ANCHE PER RAGAZZI NATIVI DIGITALI

In principio era The Game, un saggio di Alessandro Baricco del 2019 dedicato alla rivoluzione digitale che ha cambiato il nostro tempo, secondo l’autore, anche per scongiurare il modello precedente, basato sull’icona che ha caratterizzato la nostra civiltà per secoli, che lo scrittore torinese sintetizza con la triade uomo-spada-cavallo e che aveva causato nella prima metà del Novecento due conflitti catastrofici con milioni di vittime. Baricco aveva riflettuto sul fatto che tale modello nel mezzo secolo successivo era stato sostituito da un’altra triade, uomo-tastiera-schermo, e per rendersene conto basta pensare a come i giochi nello stesso periodo si siano dematerializzati (diventando digitali) passando dal calcino al flipper e quindi al videogame. La rivoluzione tecnologica che ha cambiato il mondo negli ultimi quarant’anni e soprattutto a cavallo tra il secondo e il terzo millennio ha complicato moltissimo la realtà, e Baricco con il suo saggio ha cercato di tracciarne una mappa, per capire dove siamo e decidere dove andare: è il senso riposto di The Game. Ma l’autore sentiva che questa mappa, sintetizzata ed illustrata per diventare più comprensibile, sarebbe stata davvero fondamentale soprattutto per le nuove generazioni, quelle che i sociologi chiamano “nativi digitali”, ovvero bambini, ragazzi e giovani nati in un mondo dominato dall’immagine digitale. Per riuscirci, grazie al fondamentale aiuto dei testi di Sara Beltrame e delle illustrazioni di Tommaso Vidus Rosin, Baricco per la collana “Feltrinelli Kids” ha realizzato The Game. Storie del mondo digitale per ragazzi avventurosi. Si tratta appunto della versione semplificata ed illustrata del suo precedente saggio, e passa in agile rassegna la rivoluzione digitale che stiamo vivendo da qualche decennio in qua, proponendosi di offrirne una bussola vera e propria e, nel suo complesso, una mappa suddivisa in tre tappe. Si comincia con la prima, che ci porta senza colpo ferire dal passato remoto della tecnologia fino al mondo d’oggi ovvero dall'isola dei computer a quella dei videogiochi, per passare all'isola della digitalizzazione, a quella della rete e poi all'isola del commercio: è un variegato percorso dai primi calcolatori degli anni Quaranta che occupavano una stanza intera (come il "preistorico" Harvard Mark 1) e comunicavano con i tecnici attraverso schede perforate per arrivare ai primi rivoluzionari personal computer (come il Commodore 64 o il primo leggendario Mac della Apple), dai mitici videogames da bar (come Space Invaders) alle console domestiche (come la Play della Sony), e poi il rivoluzionario dvd, l’invenzione del World Wide Web da parte di Tim Berners-Lee (che volle internet gratuita), i primi motori di ricerca (da Yahoo! a Google, che tuttora è il più usato), lo shop virtuale di Amazon (che all’inizio era ‘solo’ una libreria online). La seconda tappa ci porta all'isola del webing e a quella dei social: conosceremo il primo programma di condivisione di musica destinato a diventare "fuorilegge" (ovvero Napster), l’enciclopedia partecipativa di Wikipedia, il portale dei video di YouTube, l'avvento dello smartphone (un computer condensato in un cellulare), l'esplosione dei social network (dal primo, Linkedin, che serviva a trovare lavoro, fino a Facebook o Instagram). E infine la terza tappa, che ci conduce all'arcipelago delle app, ovvero programmi per PC o smartphone come WhatsApp, Spotify o il famigerato Fortnite. Nel futuro si prefigura l'intelligenza artificiale, che con Chat GP4 è già qui. Insomma, si arriva alla fine e viene da pensare alla prossima mossa, ma intanto abbiamo trovato una mappa per orientarci nell’universo digitale intorno a noi. Assolutamente da leggere.

Alessandro Baricco – Sara Beltrame, The Game. Storie del mondo digitale per ragazzi avventurosi, Milano, Feltrinelli, 2020; pp. 120

lunedì 5 giugno 2023

DEVO SOLO ATTREZZARMI

Negli ultimi anni nell’ambito della narrativa per ragazzi abbiamo assistito alla straordinaria fortuna di libri illustrati e redatti in forma di diario (talvolta anche di raccolta epistolare) da uno o più personaggi, come nel caso di Mi ricci, di Ciao, tu o del bestseller internazionale Diario di una schiappa. Non fa eccezione neanche Devo Solo Attrezzarmi di Irene & Marco, binomio di nomi d’arte (dei due protagonisti del libro) dietro cui si nascondono i due autori reali, ovvero Vittoria Hayun e Filippo Gerli, due ragazzi fiorentini di meno di vent’anni, supportati dai disegni del coetaneo Federico Scippa (in arte Fritz), studente spezzino di grafica e animazione. I due autori si sono conosciuti tra i banchi del Liceo Scientifico Castelnuovo e hanno scoperto di essere entrambi dislessici, così hanno deciso di attivarsi per organizzare un convegno sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento in collaborazione con l’AID e con la Consulta provinciale degli studenti, in seguito hanno fondato l’associazione “Pillole di parole”: in futuro vorrebbero entrambi diventare medici, sognano di istituire una giornata nazionale sulla dislessia e un mondo in cui studenti e professori conoscono un problema ancora oscuro per molti di loro. E così hanno iniziato ad attrezzarsi… proprio con questo libro, dietro il cui titolo si nasconde appunto l’acronimo DSA. Ma veniamo alla storia, che Irene e Marco ci raccontano in alternanza attraverso le loro pagine di diario, scritte ovviamente in caratteri diversi – corsivo lei, maiuscoletto lui, entrambi con allineamento a sinistra e con un’interlinea generosa per facilitare la lettura ai ragazzi DSA – e corredate dei disegni sbarazzini di Fritz. Irene e Marco sono due ragazzi fiorentini di quindici e sedici anni, e hanno entrambi un “problemino” imbarazzante che dà loro filo da torcere soprattutto dietro i banchi di scuola: tra l’altro non sarebbe neppur e un vero e proprio problema ma la dislessia, una caratteristica che per certi versi li rende anche originali rispetto agli altri, ma che causa loro difficoltà a leggere e a scrivere, come puree a eseguire operazioni matematiche. A parte questo, sia Irene che Marco sono ragazzi allegri, intelligenti, pieni di interessi, ma hanno cominciato ad avere diversi problemi a scuola, ovviamente legati al fatto che entrambi sono DSA, così sono entrati in crisi di autostima. Marco all’inizio è più consapevole di Irene e ha cercato qualcuno in grado di aiutarlo, ma i suoi genitori hanno difficoltà ad accettare la sua “caratteristica” e quindi non hanno ancora firmato il Piano Didattico Personalizzato (ovvero il PDP) che gli consentirebbe di frequentare la scuola con più serenità e con migliori risultati. Irene invece scoprirà l’insensibilità nei confronti del suo problema da parte di quelli che credeva i suoi veri amici… un triste modo per scoprire quelli veri. Ma in mezzo a questa duplice ricerca di equilibrio esistenziale c’è una bella fetta di mondo giovanile a unire i nostri eroi: all’inizio Irene esce da un legame sentimentale difficile, poi incontra Marco (o, più precisamente, ci si scontra) e, per una serie di strane coincidenze, i due scoprono di avere moltissimo in comune e diventano amici, poi sembrerebbe che anche che tra loro potrebbe nascere qualcosa di più, ma le strade della vita (e soprattutto dell’adolescenza) spesso sono tortuose quanto sorprendenti. Come nei migliori gialli scopriremo come andrà a finire soltanto alla fine… Un romanzo per ragazzi leggero e godibile ma in grado di focalizzare l’attenzione su un problema sempre più diffuso: può aiutare i ragazzi DSA a prendere coscienza di se stessi con serenità e qualche salutare risata, mentre tutti gli altri potranno scoprire la dislessia da una prospettiva interna. Assolutamente da provare. 

Irene & Marco, Devo Solo Attrezzarmi, Firenze, Libri Liberi, 2013; pp. 192 


domenica 2 aprile 2023

DIECI NOVELLE DECAMERONIANE RACCONTATE DA PIERO CHIARA

In origine c’era il Decameron, la prima grande raccolta italiana di novelle, l’indiscusso capolavoro di Giovanni Boccaccio da Certaldo (1313-1375), una delle tre corone della letteratura italiana, il testo esemplare da prendere come punto di riferimento delle narrazioni in prosa: cento novelle (più mezza raccontata nell’introduzione della quarta giornata) articolate in dieci giornate a tema (tranne la prima e la nona) e narrate dai dieci giovani (sette fanciulle e tre ragazzi) della lieta brigata, ritrovatisi nella chiesa di Santa Maria Novella orfani delle proprie famiglie e dunque transfughi per scelta dalla Firenze appestata ad una villa sulle pendici di Fiesole, dove decidono per diletto di passare il tempo raccontandosi novelle. Questa in estrema sintesi è la cornice strutturale del libro di Boccaccio, da cui ha attinto a sei secoli di distanza lo scrittore Piero Chiara (1913-1986) per realizzarne un’antologia di dieci novelle nel loro complesso piuttosto rappresentative del ventaglio tematico della raccolta boccacciana e decisamente immediate sul versante linguistico. Le novelle rielaborate da Chiara sono state selezionate da sei delle dieci giornate del Decameron. Si comincia con la beffa confessionale della novella di ser Ciappelletto (l’apripista del libro), seguita dalla picaresca avventura notturna che vive nei bassifondi di Napoli lo sprovveduto mercante di cavalli Andreuccio da Perugia. A ruota arrivano una coppia di novelle della quinta giornata (quella degli amori a lieto fine): prima la fuga con happy ending ai fiori d’arancio di Pietro Boccamazza e l’Agnolella, poi la storia di generosità che vede protagonista il nobile decaduto Federigo degli Alberighi – disposto a sacrificare anche il suo amato falcone per la donna per amor della quale si è rovinato economicamente –. In seguito Chiara ha rielaborato due novelle di motto dalla sesta giornata, prima il motto fortunoso del cuoco Chichibio che placa l’ira del padrone Currado Gianfigliazzi, poi la predica reinventata all’istante da Frate Cipolla per sponsorizzare la (falsissima) reliquia della piuma dell’angelo Gabriele (ed ottenere così molte elemosine). Si continua ancora con una coppia di novelle dell’ottava giornata (dedicata alle beffe generiche): ne è indiscusso protagonista lo sciocco Calandrino, beffato dai colleghi pittori Bruno e Buffalmacco, che prima lo lapidano lungo il Mugnone in cerca della fantomatica elitropia (favolosa pietra che assicura l’invisibilità al portatore), quindi autori di un vero e proprio furto di un maiale sempre ai danni dell’ingenuo collega. Si chiude con una coppia di novelle della decima giornata, dedicata ai casi di cortesia e magnanimità: prima la storia di Mitridanes, invidioso della cortesia di Natan, che lo fa recedere dal suo proposito omicida, quindi la magica storia del Saladino e di messer Torello. Insomma, le dieci novelle di questa antologia ‘suonano’ senza dubbio boccacciane ma risultano molto attualizzate e comprensibili in rapporto all’italiano contemporaneo, quindi costituiscono un ottimo viadotto per consentire alle nuove generazioni di farsi un’idea adeguata del Decameron evitando le oscurità della prosa medievale. Da provare.

Giovanni Boccaccio, Decamerone. Dieci novelle raccontate da Piero Chiara, Milano, 2006; pp. 155

martedì 28 marzo 2023

REGISTRO DI CLASSE: LA DURA LEGGE DEL PROF

È un libro esile Registro di classe: soltanto cento pagine, ma di grande peso morale, perché vi si avvertono le ansie, i timori e le riflessioni dell'autore, ovvero Sandro Onofri, professore d'italiano in un liceo romano di periferia e scrittore di un pugno di romanzi (Luce del Nord, Colpa di nessuno e L'amico di infanzia) e di reportage (Vite di riserva e Magnifiche sorti). Registro di classe era nato come un libro sulla scuola, solo in seguito Onofri si era risolto ad utilizzare la forma del diario e ne aveva iniziato la stesura nel 1998: questo volume raccoglie i testi scritti dall'autore (nato nel 1955) prima della sua prematura scomparsa nel settembre dell'anno successivo. È un diario, a tutti gli effetti, che accorpa le classiche 'schegge' e riflessioni che un insegnante potrebbe scrivere sull'onda di uno spunto indotto dai suoi alunni, dai loro tagli di capelli o dalle mode più in voga nella classe. Onofri si arrovella in continuazione nel tentativo di comprendere i suoi studenti, di lanciare loro appropriati salvagenti culturali: e, come accade anche ai bene intenzionati, a volte è compreso e seguito, altre no. Ma i ragazzi hanno sempre salutari riserve di immaginazione, e in qualche modo alla fine riescono a stupirlo, nonostante assistano freddamente ad una proiezione di Train de vie o si lascino contagiare dall'appiattimento degli show televisivi. Magari entusiasmandosi nella scoperta del Pinocchio di Collodi, molto al di sopra della riduzione disneyana a cartoni animati, oppure apprezzando oltre le più rosee previsioni Se questo è un uomo di Primo Levi e Un borghese piccolo piccolo di Vincenzo Cerami. Dentro Registro di classe c'è un anno di scuola raccontato in tralice: i compiti (ovvero il divertimento) per le vacanze natalizie, i colloqui con i genitori, i temi degli alunni, la gita scolastica, il topico momento del voto sul registro ovvero l'insostenibile circoscrizione dell'intelligenza adolescenziale. È il diario di un insegnante che s'interroga di continuo sul proprio compito di educatore, che si chiede cosa possa mai cambiare anche un solo professore dotato di buona volontà: forse poco, ma significativo e per fortuna questa esperienza Onofri l'ha riversata in Registro di classe.

Sandro Onofri, Registro di classe, Torino, Einaudi, 2000; pp. 103

lunedì 20 marzo 2023

L’EVOLUZIONE DI CALPURNIA, IL ROMANZO D'ESORDIO DI JACQUELINE KELLY

Il sorprendente romanzo d’esordio della scrittrice americana Jacqueline Kelly s’intitola L’evoluzione di Calpurnia e racconta, rigorosamente in prima persona, un anno di vita dell’undicenne protagonista, Calpurnia Tate, per i familiari Callie Vee, una ragazzina che vive in una variegata famiglia composta, oltre che dai genitori, da un nonno e da sei fratelli maschi, tre anagraficamente più grandi di lei e tre più piccoli. Siamo in una fattoria del Texas nel lontano 1899 e Calpurnia non se la passa granché bene essendo l’unica figlia femmina della famiglia, soprattutto perché i suoi interessi sono piuttosto lontani da ciò che i suoi genitori e la società del suo tempo si aspettano da lei, che sembrerebbe destinata a diventare bravissima a gestire la casa, a cucinare e a cucire, per poi trovarsi un consorte ed occuparsi della famiglia. Al contrario Calpurnia è attratta dalla natura che la circonda, ha uno spiccato spirito di osservazione e una vera vocazione da esploratrice: il primo ad accorgersene è il suo adorato fratello maggiore, Harry, che le affida un taccuino tascabile rilegato in cuoio rosso esortandola ad usarlo per registrare le sue osservazioni scientifiche, perché a suo giudizio Calpurnia è un’autentica naturalista in erba. La giovanissima protagonista neanche sa esattamente il significato della parola “naturalista”, ma è ben decisa ad esserlo comunque per il resto della caldissima estate del 1899, annotando quel che vedrà nel suo taccuino e scoprendo ben presto, proprio per il fatto di avere qualcosa su cui prendere appunti, di essere in grado di vedere particolari mai notati prima… Ma dai primi dettagli nascono anche dubbi di ardua soluzione, come quando Calpurnia si rende conto che nell’ambiente circostante vivono cavallette gialle davvero molto più grandi delle cavallette verdi. Come mai? Appartengono forse a specie diverse? Alla protagonista viene in mente che un certo Darwin ha scritto un libro al riguardo, ma quando riesce a farsi portare nella biblioteca pubblica più vicina una scorbutica bibliotecaria si rifiuta di farglielo consultare con la scusa che si tratta di un testo poco adatto a una signorina. Le cose cambiano quando finalmente Calpurnia trova il coraggio per chiedere aiuto al nonno, scoprendo a sorpresa che da quando si è ritirato dagli affari affidando l’impresa di famiglia al figlio è diventato un rigorosissimo naturalista, infatti ha anche una copia del libro di Darwin, lo conosce in dettaglio ed è in grado di spiegarlo alla curiosissima nipote, che ben presto realizza di non aver praticato abbastanza il membro più interessante della famiglia. Il resto del romanzo alterna avventure vissute dalla protagonista in solitaria a quelle in coppia col dinamico nonno, tra esperimenti di distillazione di superalcolici dalle noci pecan all’individuazione di nuove specie vegetali, entrambe amene attività cui purtroppo si sovrappongono le insopportabili fatiche imposte alla povera Calpurnia dalla madre, ben decisa a far debuttare la figlia in società, a renderla una cuoca sopraffina ed un’infaticabile tessitrice di calzini. Il succo della storia, neanche a dirlo, starà nello scoprire se la piccola protagonista si farà fagocitare dal ruolo che tutti vogliono cucirle addosso o riuscirà a far emergere la sua personalità e il suo sogno esistenziale: noi lettori inizieremo a rendercene conto via via con una piccola citazione da L’origine delle specie di Charles Darwin che fa da premessa ad ogni capitolo del libro. L’evoluzione di Calpurnia è ovviamente un romanzo di formazione e al contempo di avventura nel senso più lato, e ne è protagonista una strepitosa figura di adolescente che sembra un originale cocktail che miscela Tom Sawyer, Pippi Calzelunghe e l’evoluzionismo darwiniano. Un esempio davvero coinvolgente di narrativa per ragazzi ad alto tasso fosforico e capace di innescare riflessioni non banali sulle discriminazioni di genere che fino a un passato non troppo remoto hanno impedito al gentil sesso il sogno di una vita diversa. Assolutamente da non perdere: si comincia a guardare il mondo dagli occhi di Calpurnia e non si può evitare di passare gli ultimi mesi dell’ultimo anno dell’Ottocento in sua compagnia per vedere cosa ha in serbo per lei il nuovo secolo…

Jacqueline Kelly, L’evoluzione di Calpurnia, Milano, Salani, 2011; pp. 287

martedì 7 marzo 2023

HUNGER GAMES, UNA SAGA GIOVANE E... POST-APOCALITTICA

Siamo in un futuro possibile e venturo, da qualche parte nel Nord America: gli U.S.A. non ci sono più, c'è soltanto uno stato che si chiama Panem, suddiviso in dodici distretti e con capitale a Capitol City. Prima esisteva anche un tredicesimo distretto, ma si ribellò al governo centrale e fu incenerito. Come monito per tutti i ribelli futuri Capitol City decise dunque di istituire i cosiddetti Hunger Games, una sorta di sanguinario reality in cui ventiquattro giovani tributi provenienti da tutti i distretti si sfidano all'ultimo sangue in un'arena finché ne resterà vivo soltanto uno. I tributi vengono estratti a sorte nei vari distretti, che inviano agli Hunger Games un maschio e una femmina di età compresa tra i dodici e i diciotto anni: il problema è che i ragazzi più indigenti hanno maggiori probabilità di essere estratti, dato che durante l’anno, per non morire di fame, possono avere razioni alimentari per sé e per i propri familiari in cambio di nomine aggiuntive a loro carico che saranno inserite nell'urna, mentre i ricchi, non avendone bisogno, ne avranno una soltanto. Il concetto è impeccabilmente esemplificato dalla giovane protagonista della saga di Suzanne Collins, la dinamica Katniss Everdeen, una ragazza costretta a crescere prima del tempo a causa della morte improvvisa del padre minatore, un lutto che la costrinse a darsi da fare per provvedere alla madre ed alla sorellina Prim, soprattutto cacciando di frodo insieme all’amico Gale. Già, anche la caccia è illegale nella futuribile società in cui vive Katniss: per entrare nei boschi bisogna superare la rete elettrificata che circonda il centro abitato del Distretto 12, poi cacciare e quindi vendere illegalmente la selvaggina che tutti sono comunque lieti di comprare al mercato nero. Comunque, al momento dell’estrazione annuale, ripresa in diretta televisiva, la sorte cade proprio sulla sorellina della protagonista, costringendo Katniss ad offrirsi volontaria per gli Hunger Games, fortemente determinata a fare qualunque cosa pur di tornare dalla famiglia di cui costituisce il principale sostentamento, sebbene essere sorteggiata come tributo femminile del Distretto 12 non sia propriamente una garanzia (appena due vincitori in 73 edizioni). Ben presto Katniss entra nell’ordine di idee che dovrà essere disposta davvero a tutto pur di sopravvivere, anche perché le regole principali di questo reality show sono semplici quanto brutali: sopravvivere – magari conquistandosi gli spettatori, perché il pubblico può aiutare i partecipanti – e uccidere (o morire). Le farà compagnia nell’avventura Peeta Mellark, un ragazzo cortese ma che sembra fisicamente inadatto alla competizione: Peeta però è bravissimo con le parole e sa “lavorarsi” a meraviglia la gente dall’altra parte dello schermo, infatti la colpisce subito rivelando a sorpresa di essere innamorato (da sempre) della bella Katniss Everdeen. Un brutto guaio, considerando che alla fine dovrà restarne solo uno, anche se a volte nella vita e in TV le regole ammettono delle eccezioni. Nel complesso Hunger Games – che è al contempo il titolo del primo episodio e dell’intera saga tripartita – si rivela un romanzo per ragazzi che ha il suo punto di forza nel punto di vista autobiografico (è rigorosamente narrato in prima persona dalla prospettiva della protagonista), nella riuscita ambientazione futuribile e nello stile semplice ma incisivo e dettagliato. Basti in tal senso ricordare lo stridente contrasto tra la fame che aleggia sulle prime pagine e l’attenzione con cui Suzanne Collins descrive il pantagruelico delirio dei banchetti che punteggiano il periodo di addestramento dei tributi. L’autrice peraltro non si è fatta mancare un nugolo di riferimenti alla fantascienza post-apocalittica sia letteraria che cinematografica – da 1984 di George Orwell a Io sono leggenda di Richard Matheson, da Cronache del Dopobomba di Philip K. Dick fino a Rollerball ed alla saga di Mad Max – shakerati con il mito del Minotauro e visualizzati attraverso la lente divergente del reality televisivo. Sembrerà impossibile, ma siffatto agglomerato stranamente funziona fino all’ultima pagina e mette addosso una gran voglia di leggere il seguito… 

Suzanne Collins, Hunger Games, Milano, Mondadori, 2010; pp. 376 

venerdì 3 marzo 2023

MATILDE, UN CLASSICO DI ROALD DAHL

Nella lunga carriera dello scrittore britannico (ma di origini norvegesi) Roald Dahl (1916-1990) senza dubbio uno titoli più iconici è Matilde, che è divenuto un classico della narrativa per ragazzi accanto ad opere come La fabbrica di cioccolato, Le streghe, Il GGG, tutti puntualmente traslati sul grande schermo. La protagonista del romanzo si chiama Matilde ed è la figlia minore dei signori Dalverme, che come genitori non sono proprio il massimo nei confronti della bambina e in generale sono persone prive di interessi e senza filtri morali di sorta: prima di tutto stravedono dichiaratamente per il fratello maggiore Michele, il padre è un (disonestissimo) venditore di automobili usate mentre la mamma una casalinga sfaccendata che passa i suoi pomeriggi a giocare al bingo. E Matilde? Completamente abbandonata a se stessa fin dalla più tenera età, ben presto scopre di riuscire a fare calcoli elaborati a mente e impara a leggere a soli tre anni iniziando a sfogliare le riviste di casa e l'unico libro presente tra le mura domestiche, una raccolta di ricette culinarie. Curiosamente, pur essendo a tutti gli effetti una bambina prodigio, i genitori di Matilde ne ignorano le qualità intellettuali che, anzi, trovano fastidiosissime, anche perché sono letteralmente ossessionati dallo schermo televisivo (che la piccola di casa invece ignora) e non hanno nessuna intenzione di spendere soldi per acquistarle dei libri. E così Matilde decide di prendere l'iniziativa recandosi da sola alla biblioteca pubblica più vicina, dove in breve tempo legge tutti i libri per l'infanzia per poi seguire i consigli della perplessa bibliotecaria e dedicarsi a romanzi più corposi, come quelli di Charles Dickens. Nel frattempo emergono sempre più contrasti con i genitori, chiusi perentoriamente dai grandi ma puntualmente vendicati dalla bambina, che inizia a usare la sua intelligenza per punire la stupidità degli adulti di casa. Le cose sembrano cambiare quando a cinque anni e mezzo Matilde comincia a frequentare la scuola elementare lasciando esterrefatta con le sue capacità la maestra Dolcemiele fin dal primo giorno. Purtroppo, anche se la giovane maestra è perfettamente consapevole di essere davanti ad una bambina prodigio, la perfida direttrice Spezzindue la pensa in modo diametralmente opposto su Matilde. D’altra parte la donna non ha la vocazione dell’educatrice: ruvida e violenta, non sopporta i suoi piccoli alunni e si diverte e chiuderli in un armadietto pieno di chiodi che ha il minaccioso appellativo di Strozzatoio, a volte si serve dei bambini per allenarsi al lancio del martello, altre ancora li tiene sospesi da terra per le orecchie. A sorpresa davanti alle inaudite e bestiali esplosioni di collera della tirannica direttrice Matilde si infuria scoprendo di essere in possesso di inquietanti poteri telecinetici. Cercherà di darle una mano la timida maestra Dolcemiele, che non riuscirà a evitare di sfogarsi con la sua allieva speciale riguardo la sua triste storia personale. Come andrà a finire? Riuscirà Matilde a dare il fatto suo alla tremenda dirigente scolastica? E i suoi genitori finalmente inizieranno a capirla? Matilde sarà capace di aiutare la sua dolcissima maestra? Interessanti interrogativi che Roald Dahl scioglierà nel sorprendente finale. Matilde è un originale romanzo di formazione per ragazzi su una bambina precoce e iperdotata che cerca di superare le anguste limitazioni culturali della gretta famiglia d'origine che vorrebbe semplicemente soffocare le qualità della piccola protagonista, troppo sveglia e piena di domande per la limitatezza dei suoi genitori, troppo interessata ai libri e alla cultura per gli orizzonti ristretti degli adulti di casa, che come valori hanno il denaro, le sitcom televisive e il bingo. In tralice il romanzo affronta una serie di tematiche con apparente leggerezza: il superamento del background svantaggiato in cui la piccola protagonista ha avuto la sfortuna di crescere, il contrasto tra un insegnamento empatico e una scuola autoritaria, l’intelligenza e la sensibilità opposte all’ottusità e alla prepotenza, lo scavalcamento degli stereotipi di genere a cui Matilde rifiuta di adeguarsi. Un romanzo bellissimo e molto divertente. Corredano il volume le godibili illustrazioni di Quentin Blake.

Roald Dahl, Matilde, Firenze, Salani, 1998; pp. 223

OPEN: LA STORIA DI ANDRE AGASSI

Lui è Andre Agassi da Las Vegas, classe 1970, uno dei talenti più cristallini che abbiano mai giocato su un campo di tennis, uno sportivo ch...